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I movimenti migratori in provincia di Sondrio un panorama generale

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Accor<strong>di</strong> politici entro cui si collocano i flussi<br />

Spesso i flussi <strong>migratori</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>viduano la loro dest<strong>in</strong>azione <strong>in</strong> base ad accor<strong>di</strong> che istituzioni politiche str<strong>in</strong>gono<br />

fra loro. Per quanto riguarda l’emigrazione a Roma, i favori concessi alle Tre Leghe crearono la possibilità<br />

<strong>di</strong> trovare impiego per Valtell<strong>in</strong>esi e Valchiavennaschi. La Bolla Pontificale del 1410 emanata da Gregorio<br />

XII stabiliva che i facch<strong>in</strong>i della Dogana dovessero provenire dai Grigioni e garantiva la successione nel<br />

posto <strong>di</strong> lavoro “<strong>di</strong> padre <strong>in</strong> figlio, <strong>di</strong> fratello <strong>in</strong> fratello, <strong>di</strong> consangu<strong>in</strong>eo <strong>in</strong> consangu<strong>in</strong>eo”; nella compagnia<br />

dei facch<strong>in</strong>i della Dogana spettano loro 32 posti <strong>di</strong>visi <strong>in</strong> due ruoli facch<strong>in</strong>i esercenti e facch<strong>in</strong>i supplenti (15<br />

facch<strong>in</strong>i e 1 caporale per ogni ruolo); nel momento <strong>in</strong> cui il nostro territorio entrerà a far parte dello stato<br />

Grigione, i posti verranno occupati da nostri emigranti, tanto che nel 1849 <strong>un</strong> certificato del Governo<br />

Pontificio riconoscerà la fedeltà e la buona condotta dei facch<strong>in</strong>i valtell<strong>in</strong>esi 26 . Sempre accor<strong>di</strong> stipulati dal<br />

governo Grigione apriranno il flusso verso lo stato veneto, come abbiamo già ricordato <strong>in</strong> precedenza.<br />

Non va <strong>di</strong>menticato che l’emigrazione <strong>in</strong> questi secoli non <strong>in</strong>teressa solo le fasce popolari – anche se va<br />

sottol<strong>in</strong>eato che non è chi è veramente povero a partire, perché com<strong>un</strong>que il progetto <strong>migratori</strong>o,<br />

soprattutto se lontano dal territorio <strong>di</strong> partenza, richiede <strong>un</strong> capitale per poter essere <strong>in</strong>trapreso – ma anche<br />

i ceti più abbienti: troviamo commercianti valchiavennaschi <strong>in</strong> Polonia, Francia, Austria, Germania;<br />

produttori <strong>di</strong> seta piuraschi a Palermo, e, sempre da Piuro, mercanti e f<strong>in</strong>anzieri a Norimberga, Lione,<br />

Vienna, Graz, Danzica, Cracovia, Venezia, Fiume, Livorno, Genova …<br />

Immigrazioni<br />

Un aspetto da tenere ben presente è quello dell’immigrazione nelle nostre valli, che, cronologicamente,<br />

ad<strong>di</strong>rittura precede i flussi <strong>in</strong> uscita 27 . Nel XIII secolo, <strong>in</strong>fatti, Valtell<strong>in</strong>a e Valchiavenna vedono l’arrivo <strong>di</strong><br />

cittad<strong>in</strong>i provenienti dal comasco, dal Lario e dal tic<strong>in</strong>ese. Si tratta <strong>di</strong> famiglie che f<strong>in</strong>iscono per impadronirsi<br />

delle leve dell’economia locale, <strong>in</strong> campo agricolo e pastorale e, dove presente, <strong>in</strong> quello siderurgico e<br />

commerciale. Sono famiglie che <strong>in</strong> genere rilevano i beni <strong>di</strong> proprietari locali <strong>in</strong>debitati e che <strong>in</strong> seguito,<br />

grazie al fatto <strong>di</strong> essere proprietari fon<strong>di</strong>ari, acquisiscono prestigio sociale e accedono a ruoli pubblici. A<br />

Chiavenna ad esempio si <strong>in</strong>se<strong>di</strong>eranno i Pestalozzi, i Vertemate, i Peverelli, i Lupi, gli Stampa , i Pellizzari.<br />

Proprio per questi nuovi arrivi, il chiavennasco nel Duecento vede <strong>un</strong> ricambio della quasi totalità della sua<br />

classe <strong>di</strong>rigente. Nella Valtell<strong>in</strong>a arriveranno altre famiglie, come i Quadrio, i Parravic<strong>in</strong>i, i Lavizzari, i<br />

Sertoli, i Lambertenghi. Lo stesso fenomeno avverrà qualche secolo più tar<strong>di</strong>, quando, con il dom<strong>in</strong>io dei<br />

Grigioni, Valtell<strong>in</strong>a e Valchiavenna vedranno <strong>in</strong>se<strong>di</strong>arsi molte famiglie <strong>di</strong> impren<strong>di</strong>tori e possidenti<br />

provenienti dalla Repubblica delle Tre Leghe, primi fra tutti i Salis, che acquisiranno vaste proprietà, <strong>in</strong><br />

particolar modo viticole.<br />

Ma i flussi <strong>di</strong> immigrazione hanno anche co<strong>in</strong>volto gruppi <strong>di</strong> artigiani e lavoratori. L’area orobica è stata<br />

<strong>in</strong>teressata f<strong>in</strong> dal Me<strong>di</strong>oevo dall’arrivo <strong>di</strong> operai specializzati nel settore estrattivo e siderurgico provenienti<br />

dalle valli bergamasche 28 .<br />

Il Bormiese ha visto <strong>in</strong>vece l’immigrazione <strong>di</strong> mano d’opera <strong>di</strong> vario tipo dal Tirolo. A Chiavenna è stato<br />

stimato che nel XVIII secolo fossero presenti circa 400 immigrati <strong>di</strong> varia provenienza (Milano, Como,<br />

Tic<strong>in</strong>o, Bergamo e territori dello stato Veneto, ma anche Francia, Tirolo, Germania, Svizzera), che<br />

25<br />

I tesori degli emigranti. I doni degli emigranti della prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> <strong>Sondrio</strong> alle chiese <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e nei secoli XVI-XIX, a cura <strong>di</strong> Guido<br />

Scaramell<strong>in</strong>i, Milano, Silvana, 2002.<br />

26<br />

U. Menesatti, La corrente <strong>di</strong> emigrazione dei Cech a Roma, <strong>in</strong> Pag<strong>in</strong>e sull’emigrazione <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> <strong>Sondrio</strong> a cura <strong>di</strong> B.<br />

Ciapponi, <strong>Sondrio</strong>, 1975, p. 36.<br />

27<br />

Buona parte delle <strong>in</strong>formazioni e delle considerazioni su questi aspetti sono tratte dal saggio <strong>di</strong> G. Scaramell<strong>in</strong>i L’emigrazione<br />

valtell<strong>in</strong>ese e valchiavennasca, pp. 22-34, cui si rimanda per <strong>un</strong>a trattazione più approfon<strong>di</strong>ta.<br />

28<br />

C. Saibene, Il versante orobico valtell<strong>in</strong>ese: ricerche antropogeografiche, Roma, CNR, 1959, pp. 63, 68-75.<br />

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