I movimenti migratori in provincia di Sondrio un panorama generale

l’84 per cento era costituito da maschi e solo il 16 per cento da femmine. Della quota che si diresse in
Australia, il solo 6 per cento era rappresentato da donne, un riflesso del fatto che, benché fosse la singola
destinazione di maggior popolarità, l’Australia era preferita particolarmente dagli emigranti temporanei” 41 .
Nel giro di pochi anni tendono a formarsi delle vere e proprie catene migratorie e a questo punto i viaggi
erano raramente fatti alla cieca da inconsapevoli vittime della propaganda. La meta era spesso una località
specifica, un lavoro specifico, individuato in base alle informazioni di chi già era partito.
Non dobbiamo però dimenticare che le mete all’estero più frequentate dagli emigranti restano quelle
europee, se si escludono gli anni 1884 –1890 e 1896 – 1900. Un grafico elaborato da Guglielmo
Scaramellini 42 in base ai dati riportati nell’Annuario statistico dell’emigrazione italiana di Rullani
visualizza efficacemente il rapporto tra emigrazione continentale ed extra-continentale in questa fase 43 .
Questi dati statistici non tengono però in considerazione i rientri e quindi vanno letti tenendo ben presente
che accanto a questi avremmo bisogno di dati – attualmente mancanti – sul numero degli emigranti che
annualmente facevano ritorno a casa. “L’intensità dei ritmi di partenza” – commenta opportunamente
Guglielmo Scaramellini 44 – si spiega anche con i frequenti rientri e le successive partenze delle medesime
persone che, ormai versate nelle pratiche migratorie, si muovono disinvoltamente fra i loro villaggi e le aree
di destinazione, più o meno lontane. Fenomeno, questo, ben noto a chi abbia anche soltanto accostato
vecchi emigranti, e che viene puntualmente registrato nella loro corrispondenza, ma che raramente trova
riscontri precisi nelle statistiche e nella bibliografia critica”.
Un quadro interessante, anche se non del tutto preciso, è pure fornito dai dati contenuti negli atti di due
visite pastorali compiute dai vescovi di Como Ferrari (1892-93) e Valfré di Bonzo (1898-1902), dove
41 J. Templeton, Dalle montagne al bush., Museo etnografico tiranese, Sondrio, 2001, p. 56-57.
42 G. Scaramellini, L’emigrazione valtellinese e valchiavennasca, p. 54.
43 E. Rullani, L’economia della provincia di Sondrio dal 1871 al 1971, Banca Popolare di Sondrio, Sondrio 1973.
44 G. Scaramellini, L’emigrazione valtellinese e valchiavennasca, p. 55.
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