I movimenti migratori in provincia di Sondrio un panorama generale
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Giugio 1908 giorno 24<br />
Carisima mamma<br />
Io ti scrivo queste due righe tanto per consolarti e accontentarti della tua carissima<br />
lettera che tanto desideravo conpiacere nel sentire che tu sei <strong>di</strong> b<strong>un</strong>a salute e come<br />
spero anche <strong>di</strong> tutti quelli che ti fanno compagnia.<br />
Mi <strong>di</strong>spiace molto nel sentir che la zia ziziglia è molta amalata e ora non guari se più<br />
mi <strong>di</strong>spiace molto la ida contava con tutti che era già morta da c<strong>in</strong>que o sei mesi, è<br />
<strong>un</strong>a bugiarda <strong>di</strong> prima riga.<br />
E’ proprio vera quello che <strong>di</strong>ceva il povero mago: cus<strong>in</strong> segena <strong>in</strong> del burz<strong>in</strong> (cug<strong>in</strong>i<br />
se ne ha nel portafoglio).<br />
Se ciò la grazia <strong>di</strong> stare sano <strong>in</strong> quatro anni vengo a casa, la moneta <strong>di</strong> venire a casa<br />
lo già portata alla banca e torà ti pago i tuoi sudori che ai fatto per noi perche a<br />
guadagnarli ci vuoi fatica.<br />
Giovanni tiene molto denaro perche pensa <strong>di</strong> farsi vedere presto, il viaggio te lo<br />
pagera più presto posibile, passano qui mesi senza nacorgersi e la moneta crese<br />
sempre.<br />
Il mio lavoro è molto duro, duvesse venir qui certi birich<strong>in</strong>i <strong>di</strong> Chiavenna, forse forse<br />
ci paserebe la volontà <strong>di</strong> far n<strong>in</strong>te, se si lavora si mangia e se non si lavora non si<br />
mangia, io non sono mai andato straciato qui <strong>in</strong> merica, il mio lavoro molto sconcio,<br />
sono sempre <strong>in</strong>boasciato f<strong>in</strong>o a losso del collo merda <strong>di</strong> pertutto, tutti abiti sono<br />
buoni.<br />
Giovanni parla bene anche l'<strong>in</strong>glese e prende <strong>un</strong>a bella paga, va a vendere il latti <strong>in</strong><br />
città con cuatro cavalli, io conprendo qualhe cosa ma poco, io non so cosa contarti<br />
daltro. noi siamo f<strong>in</strong> ora <strong>di</strong> buona salute io e giovani si ve<strong>di</strong>amo <strong>un</strong>a volta alla<br />
setimana <strong>in</strong> città, apenà che si ve<strong>di</strong>a(mo) si abraciamo meglio che du sorelle.<br />
Mi saluterai la Rita picola la Cia la Er<strong>in</strong>a il Costante e la Maria e la mia cara Ros<strong>in</strong>a<br />
per la prima e i suoi figli. il mio padr<strong>in</strong>o e la sua moglie la maria la Meng<strong>in</strong>a la<br />
Sant<strong>in</strong>a la L<strong>in</strong>a e lava (la nonna) e il ciocca ma non tanto con piacere perche sento<br />
che <strong>di</strong>venta tutti i giorni cattivo quel brigante, e il miglio dagli l<strong>in</strong>drizo <strong>di</strong> me che mi<br />
possa scrivere, mi satuterai tutti persenic.<br />
Mi <strong>di</strong>ra cosa ti a detto quel giovanoto<br />
noi stiamo <strong>di</strong> buona salute e come spero <strong>di</strong> tutti voialtri ricevi tanti saluti e baci dal<br />
tuo figlio carlo e <strong>di</strong> Giovanni e della tranquilla.<br />
lo f<strong>in</strong>ita questa letera imp<strong>un</strong>to a mez(zogi)orno che chiamava <strong>di</strong> andare a mangiare.<br />
e si tia consegnato 25 franchi che cia datto Giovanni raccontami qualche novità 52<br />
Qui vengono toccate anche le tematiche relative ai rapporti con altri membri della com<strong>un</strong>ità emigrata e<br />
appare evidente come, nonostante la lontananza, chi scrive graviti affettivamente ancora attorno alla<br />
com<strong>un</strong>ità <strong>di</strong> partenza.<br />
Uno spaccato <strong>in</strong>teressante della vita <strong>in</strong> California sul f<strong>in</strong>ire dell’Ottocento, si trova <strong>in</strong> <strong>un</strong>a lettera <strong>di</strong> Carlo<br />
Pedretti (impren<strong>di</strong>tore nel settore della produzione della birra e <strong>un</strong>o dei pr<strong>in</strong>cipali animatori della vita civile e<br />
culturale nella Chiavenna dell’epoca) a Giuseppe Marcora:<br />
San Francisco 31 <strong>di</strong>cembre 1892<br />
[…] Quei beati operai ed impiegati che sono per <strong>di</strong>ppiù pagati bene, hanno trovato<br />
qui il loro para<strong>di</strong>so; ma sono pochi, troppo pochi. Per gli altri, che non hanno trovato<br />
<strong>un</strong>a così comoda nicchia <strong>in</strong> cui riporsi, che stanno aspettando da mesi e mesi la<br />
provvidenza d'<strong>un</strong> po' <strong>di</strong> lavoro, e che quando lavorano si vedono lampeggiare sul<br />
52 P. Via – G. Sterlocchi, Vengo a caramente salutarvi, lettera 160.<br />
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