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I movimenti migratori in provincia di Sondrio un panorama generale

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acquistati e non avevano più i vecchi terreni perché già venduti». Pare che poi, ammaestrati dalle prime<br />

<strong>di</strong>fficoltà, furono più cauti nel vendere e nel comperare” 63 .<br />

Il fenomeno cessò nel 1931 perché le nuove leggi del 1930, tese a frenare l’urbanesimo, resero <strong>di</strong>fficile i<br />

cambi <strong>di</strong> residenza. Il regime fascista <strong>in</strong>terviene per porre freno all’emigrazione, che era ripresa dopo la<br />

Grande Guerra, e per promuovere i “valori rurali”. Il tentativo è da <strong>un</strong> lato <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>care i residenti al<br />

territorio, dall’altro <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>rizzare l’emigrazione verso le aree <strong>di</strong> bonifica <strong>in</strong>tegrale o verso le colonie africane.<br />

Il fascismo cerca anche <strong>di</strong> affermarsi come potenza autarchica e anche per questo cerca <strong>di</strong> bloccare<br />

l’emigrazione verso l’estero. D’altro canto anche la situazione <strong>in</strong>ternazionale è cambiata: c’è stata la crisi<br />

del 1929 e tutti gli Stati, anche a causa dei cambiamenti nel quadro politico <strong>in</strong>ternazionale riducono i rilasci<br />

<strong>di</strong> autorizzazioni al lavoro per le maestranze straniere. Sarà anche questa <strong>un</strong>a ragione per cui chi si trova<br />

all’estero tende a rimanerci, temendo, <strong>un</strong>a volta rientrato <strong>in</strong> Italia, <strong>di</strong> non poter più fare ritorno nel paese<br />

che lo ospita.<br />

La relazione del senatore Arnaldo Sertoli fornisce <strong>un</strong> quadro molto dettagliato, com<strong>un</strong>e per com<strong>un</strong>e degli<br />

spostamenti <strong>di</strong> popolazione, sia all’<strong>in</strong>terno della prov<strong>in</strong>cia che all’esterno 64<br />

Dal dopoguerra alla f<strong>in</strong>e del XX secolo<br />

La f<strong>in</strong>e della guerra vede il riattivarsi delle correnti <strong>migratori</strong>e: Francia, Australia e, soprattutto, Svizzera,<br />

sono le dest<strong>in</strong>azioni pr<strong>in</strong>cipali. I dati riportati dal Rullani, che si trovano s<strong>in</strong>tetizzati nella tabella che segue<br />

(elaborata da Guglielmo Scaramell<strong>in</strong>i 65 ), mostrano come l’emigrazione extra-cont<strong>in</strong>entale tenda via via a<br />

<strong>di</strong>m<strong>in</strong>uire, mentre resta massiccia quella verso gli stati europei.<br />

63 B. Della Gola Bigliotti, Emigrazione temporanea, p. 22.<br />

64 A. Sertoli, Chiavennese e Valtell<strong>in</strong>a (Prov<strong>in</strong>cia <strong>di</strong> <strong>Sondrio</strong>), <strong>in</strong> Istituto Nazionale <strong>di</strong> Economia Agraria, Lo spopolamento montano <strong>in</strong><br />

Italia. Indag<strong>in</strong>e geografico-economico-agraria. II. Le Alpi lombarde, Stu<strong>di</strong> e monografie, n. 16, Roma 1935. Una s<strong>in</strong>tesi si trova <strong>in</strong> G.<br />

Scaramell<strong>in</strong>i, L’emigrazione valtell<strong>in</strong>ese e valchiavennasca, p. 65.<br />

65 G. Scaramell<strong>in</strong>i, L’emigrazione valtell<strong>in</strong>ese e valchiavennasca, p. 71.<br />

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