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Una modernizzazione economico-territoriale da transito ferroviario

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piccoli proprietari contadini per il prezzo controllato imposto sulle derrate alimentari vendibili.<br />

Disordini per il caro viveri si ripetono in continuazione fino alla grande manifestazione del luglio<br />

’19 60 .<br />

Proprio in quel periodo si determina una contrapposizione molto acuta fra i socialisti e cattolici,<br />

addirittura con uno scontro, il giorno della festa dei lavoratori del maggio 1920, che porta al ferimento<br />

di Raffaele De Luca e di alcuni altri e all’uccisione di Nicola De Seta, capo della Società operaia<br />

paolana bianca e promotore nel 1909 della Cassa rurale cittadina. Il giornale locale dei Popolari, Verità<br />

(che attesta nella violenza del linguaggio l’asprezza del dissidio nel quale forse confluivano le<br />

tradizionali contese fra le famiglie più in vista), accusa l’amministrazione De Luca di aver «ridotto in<br />

deplorevole stato questa cittadina, la quale avrebbe dovuto essere il faro luminoso di questa costa<br />

tirrenica» 61 .<br />

La città è centro amministrativo della costa tirrenica, seppur questa sua caratteristica connessa al ruolo<br />

di nodo infrastrutturale di primaria importanza – esaltato <strong>da</strong>ll’apertura del tronco per Cosenza – non<br />

aveva posto le condizioni per generare uno sviluppo diverso <strong>da</strong> quello osservabile ormai <strong>da</strong> un<br />

trentennio. Ciò, nonostante il considerevole aumento di oltre il 31% nel periodo 1881-1921 della<br />

popolazione residente. Così tutto il polo tecnologico <strong>ferroviario</strong> (stazione, deposito locomotive,<br />

officina, scalo merci, ecc.) aveva finito per sostituire l’assenza di industrie, anche <strong>da</strong>l lato della presa di<br />

coscienza politica per le masse. Da questo punto di vista i ferrovieri possono essere letti come classe<br />

operaia. Mentre il resto della pubblica amministrazione e dei servizi connessi, compresi quelli religiosi,<br />

tendono a rappresentare la parte più moderata e conservatrice della società civile. In questo quadro<br />

diverse famiglie e diversi personaggi locali emergono più per il ruolo politico che svolgono nell’agorà<br />

locale che non per la capacità di produrre reddito. Infatti per tutto il periodo successivo alla prima<br />

guerra mondiale non vi sono elementi urbani che possano rappresentare gli emblemi di una ricchezza<br />

raggiunta.<br />

L’avvento del fascismo è, così, guar<strong>da</strong>to <strong>da</strong>i più come un momento di vera e propria rottura in città.<br />

Tuttavia, negli anni del fascismo (ottobre ’22-luglio ’43) le novità più importanti sul piano <strong>economico</strong><br />

sono il rafforzarsi di Paola come vetrina commerciale per il territorio della fascia costiera e<br />

villeggiatura marina per il capoluogo, o quantomeno il luogo del tempo libero domenicale, specie con i<br />

cosiddetti «treni popolari» festivi che <strong>da</strong>l 1930 in poi portano i bagnanti cosentini e di qualche casale<br />

la mattina per ricondurli a casa la sera 62 .<br />

La sua struttura economica rimane piuttosto debole. La nascita di alcune modeste attività industriali<br />

non basta infatti a indurre uno sviluppo durevole, ma una non trascurabile crescita delle attrezzature e<br />

dei servizi porta alla comparsa di nuovi mestieri e specializzazioni. Si diffonde – sotto il controllo del<br />

partito fascista – una certa cultura di massa provinciale, portata <strong>da</strong>lla radio (che inizia la sua attività nel<br />

1924), si sviluppa considerevolmente il dopolavoro <strong>ferroviario</strong> ed in parte quello comunale; slancio<br />

trova il teatro e il cinematografo 63 ; e negli anni ’30 il «Carro di Tespi» che faceva sosta nella città negli<br />

anni pari 64 .<br />

Elemento propulsore del cambiamento è comunque ancora la ferrovia ed il ferroviere. Ed è proprio il<br />

quartiere di questi ultimi, rione «Giacontesi», edificato nel 1926, allineato al rettifilo urbano di via<br />

Roma, con una maglia ortogonale di strade che ancora oggi contrasta con l’intera struttura urbana<br />

cittadina, l’esempio più rappresentativo e carico di simbolismo del corso della modernità. Il quartiere<br />

diventa, perciò, emblema fisico di un nuovo modo di costruire la città: divisa in zone nettamente<br />

distinte, con abitazioni staccate le une <strong>da</strong>lle altre,, con una gerarchia di strade portatrice di ordine<br />

urbano, secondo i dettami di una nuova scienza: l’urbanistica.<br />

La città si amplia verso ponente e viene migliorata la discesa a mare, con la ricostruzione del viadotto<br />

Pignatari, unico accesso alla frazione Marina. Nei primi anni del fascismo, quindi, sembra rafforzarsi<br />

un progetto di integrazione funzionale tra il centro urbano principale e la Marina. Idea sostenuta <strong>da</strong>l<br />

progetto di ampliamento della Villa comunale, in modo <strong>da</strong> diventare con più chiarezza la vera terrazza<br />

urbana dominante il litorale; <strong>da</strong>ll’avvio dei nuovi lavori di costruzione del porto, che avrebbe permesso<br />

l’interconnessione dei traffici commerciali e posto le premesse per uno sviluppo industriale; <strong>da</strong>lla<br />

realizzazione della rete fognaria della Marina che avrebbe sostenuto l’espandersi delle abitazioni. <strong>Una</strong><br />

nuova idea di città, dunque, sembra prendere corpo nei primi anni dell’era fascista.<br />

In realtà non è così, perché ancora sul finire degli anni ’20 la città, capoluogo di circon<strong>da</strong>rio e polo<br />

amministrativo, deve fare i conti con condizioni igieniche pessime, come si rileva <strong>da</strong>lla relazione<br />

dell’avv. Angelo Carred<strong>da</strong>, commissario prefettizio al Comune:<br />

Giuseppe De Luca - 10

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