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Una modernizzazione economico-territoriale da transito ferroviario

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Al ridimensionamento del polo <strong>ferroviario</strong> ed anche della figura del ferroviere, sembra fare <strong>da</strong><br />

contraltare il potenziamento del polo religioso, con i lavori di costruzione della nuova Basilica avviati<br />

nel 1998 143 , che tuttavia non avrà la capacità né di generare stabili posti di lavoro, né quella di<br />

rappresentare la chiave di volta intorno alla quale ridefinire ruolo e funzioni della città. Oggi Paola<br />

cerca di ridefinire il suo ruolo 144 , specialmente mediante una politica urbanistica che metta riparo ai<br />

guasti degli ultimi decenni. Gli interventi più qualificanti previsti <strong>da</strong>lla revisione del piano regolatore<br />

sono la trasformazione dell’ex deposito locomotive in polo terziario, l’ubicazione di un polo<br />

direzionale nel cuore della città (dove già esiste il centro culturale S. Agostino, nell’antica sede del<br />

convento), l’interconnessione dei luoghi principali della città con un trasporto pubblico su rotaia<br />

(cabina funicolare) lungo il solco vallivo della fiumarella che separa la vecchia <strong>da</strong>lla nuova città; ed<br />

un’area attrezzata per il tempo libero nei terreni compresi tra i due rami ferroviari che convergono<br />

verso il traforo di Cosenza.<br />

Questi interventi puntuali tuttavia non sono di per sé precondizioni automatiche di uno sviluppo<br />

endogeno, lo possono diventare «se ubbidiscono ad un progetto integrato che rispon<strong>da</strong> effettivamente<br />

alla doman<strong>da</strong> degli imprenditori e delle popolazioni» 145 , cioè se sono interventi mirati a creare sinergie<br />

territoriali e settoriali. Da questo punto di vista Paola ha l’invidiabile primato di ospitare un polo<br />

religioso di livello internazionale – rimasto tuttavia estraneo all’economia e al turismo locale; di essere<br />

baricentro naturale di due ambiti territoriali economicamente robusti (quello turistico-termale ed in<br />

parte produttivo della costa nord e quello urbano-produttivo di Cosenza-Rende); di aver preservato un<br />

territorio montano ancora integro; di essere comunque un territorio costiero; di possedere<br />

professionalità tecniche (legate ancora alla ferrovia) più robuste dei comuni più prossimi. E’ dunque<br />

possibile attivare processi molecolari di sviluppo, ma «molto dipenderà <strong>da</strong>l contenuto istituzionale<br />

locale, in particolare <strong>da</strong>lla capacità delle organizzazioni sin<strong>da</strong>cali e imprenditoriali e delle<br />

amministrazioni locali di porre “vincoli benefici” a sostegno dello sviluppo. (..) Ma affinché lo siano<br />

veramente è necessario abbandonare le vecchie strade del passato e utilizzare le risorse esterne in<br />

modo <strong>da</strong> rafforzare l’autonomia e la responsabilità della politica e della società locale» 146 .<br />

RINGRAZIAMENTI<br />

Come tutti i lavori di ricostruzione di storie locali anche questa è in debito con alcune persone che qui si<br />

ringraziano: Lando Bortolotti senza la cui attiva collaborazione non sarebbe stato possibile <strong>da</strong>re corpo al lavoro;<br />

Rocco Benvenuto per tutte le note sul polo religioso e sull’evoluzione sociale della città; Carmine Figlino per le<br />

deluci<strong>da</strong>zioni sulle vicende urbanistiche e Maria Appiano le puntuali osservazioni e i <strong>da</strong>ti sull’attività edilizia;<br />

Pasquale Tuscano, Alfredo Neve e Maurizio Alampi per le informazioni sul nodo <strong>ferroviario</strong> di ieri e di oggi e<br />

sull’economia; Lucio Gambi e Giuseppe Imbesi per aver corretto il testo e indicato l’approfondimento<br />

dell’assetto <strong>territoriale</strong> regionale; Franco Sangineto per l’indefesso aiuto nell’esplorare gli archivi comunali; la<br />

famiglia Moscato, in particolare Umberto, per aver facilitato e reso gradevole la permanenza in città.<br />

1 La prima <strong>da</strong>ta si riferisce all’anno di inaugurazione della tratta ferroviaria Battipaglia-Reggio Calabria che<br />

determinò la costruzione della stazione ferroviaria alla Marina, la secon<strong>da</strong> all’anno di inaugurazione del tronco<br />

<strong>ferroviario</strong> per Cosenza.<br />

2 Lo spartiacque fra i corsi d’acqua che vanno al Tirreno o allo Ionio è a meno di 5 Km <strong>da</strong>l mare (Monte<br />

Martinella) presso S. Lucido, e a poco meno di 6 Km presso Paola (Monte Luta).<br />

3 Il servizio postale e commerciale avveniva con navi a vapore. Delle linee di comunicazione fra Campania e<br />

Sicilia, quella che più serviva la Calabria –una sorta di corsa accelerata– era la Napoli-Messina, con tappe a<br />

Paola (prima fermata), Amantea, S. Eufemia, Pizzo, Tropea, Gioia Tauro, Palmi, Reggio e viceversa, cfr. L. 15<br />

giugno 1877, n. 3880. In quell’anno è aggiunto agli scali della linea di navigazione anche quello di Cetraro, cfr.<br />

ALBERTO BORRELLO, Vibo Valentia. Profilo storico <strong>da</strong>lle origini al 1928, Edizioni Magnograf, Vibo<br />

Valentia, 1993, p. 143.<br />

4 Cfr. la pianta degli accrescimenti storici è sintetizzata in MAURO FRANCESCO MINERVINO, La città, gli<br />

uomini, le cose. Società, vita materiale e civilizzazione urbana a Paola, Effesette, Cosenza, 1989, tavola fuori<br />

testo fra le pp. 80-81.<br />

5 Ibidem, fra le pp. 208-209.<br />

6 Sono Romualdo Marino, Vincenzo Sammarco e Luciano Valitutti, cui si aggiunge poi Raffaele De Luca. Cfr.<br />

voce «Paola», in Annuario generale del Regno d’Italia, Genova, anni 1905 e 1910.<br />

7 La migliore accessibilità, <strong>da</strong> gran parte della Calabria, di Messina rispetto a Napoli, è forse una delle ragioni<br />

dell’attribuzione a Messina di alcune funzioni amministrative di livello superiore per molti comuni calabresi.<br />

Così ancora nel 1930 la Circoscrizione <strong>territoriale</strong> doganale e l’Ufficio compartimentale dei monopoli per i<br />

Giuseppe De Luca - 20

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