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Una modernizzazione economico-territoriale da transito ferroviario

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il 3,1 della Calabria e il 4,0 dell’Italia. Così come nella pubblica amministrazione, a Paola gli attivi<br />

sono il 10,7%, contro il 5,7 della Calabria e l’8,5 dell’Italia.<br />

Per quanto l’intero settore agricolo fosse ancora rappresentativo nel comune 101 , la quota di attivi al<br />

1951 (35,9%) è molto più contenuta di quella calabrese (63,4%) e addirittura più bassa della stessa<br />

media italiana (42,2). Nell’immediato dopoguerra siamo, dunque, in presenza di un centro <strong>da</strong>lle<br />

spiccate caratteristiche urbane. Ovviamente caratteristiche urbane meridionali, fatte di centri gonfiati<br />

<strong>da</strong>i ruoli amministrativi e incapaci di ritagliarsi un bacino <strong>territoriale</strong> al contorno con il quale definire<br />

relazioni economiche stabili e strutturate 102 . La forte incidenza del comparto delle costruzioni che, al<br />

1951, incide per il 64% circa di tutti gli attivi del settore secon<strong>da</strong>rio – in valore assoluto 614 persone su<br />

943 – è la spia più evidente della debole polarizzazione che il comune ha nel suo naturale territorio<br />

geografico.<br />

Lo storico intervento pubblico nelle opere infrastrutturali e il tradizionale ruolo di centro burocraticoamministrativo<br />

svolto <strong>da</strong> Paola fin <strong>da</strong>ll’800 hanno strutturato la composizione delle classi sociali in<br />

città, ma non sono bastate ad organizzare un territorio di riferimento esteso all’intera fascia costiera 103 .<br />

Pur diventando una delle nove «coagulazioni [urbane] riconoscibili» della Calabria in una in<strong>da</strong>gine di<br />

inizio anni settanta 104 , Paola ancora negli anni ’60 non era riuscita a trasformare la sua centralità in<br />

capacità di identificazione per l’insieme sociale più vasto dei comuni dell’Appennino Paolano. Dunque<br />

un centro polarizzatore di interessi minuti, ma non ancora una vera e propria città per l’intera costa 105 .<br />

La conferma ci viene <strong>da</strong> diverse inchieste <strong>da</strong>lle quali è possibile recuperare il bacino di attrazione<br />

<strong>territoriale</strong>. Secondo la Carta commerciale d’Italia Paola rientra all’interno dell’area gravitazione<br />

urbana di Cosenza. Ha un ruolo di solo sub-area locale per un ristretto numero di comuni: Acquappesa,<br />

Guardia Piemontese, Fuscaldo, S. Lucido, Falconara, Fiumefreddo 106 . Secondo un’in<strong>da</strong>gine molto più<br />

sofisticata condotta qualche anno più tardi, centrata sulle aree gravitazionali per tipi di servizi e<br />

commerci, la città non riesce ad esercitare un’influenza significativa sull’intero territorio tirrenico<br />

cosentino 107 . Il miglioramento dell’accessibilità stra<strong>da</strong>le lungo la fascia litoranea e verso l’interno della<br />

provincia, paradossalmente, piuttosto che rafforzare il ruolo polarizzatore, finiscono per scavalcarlo<br />

favorendo i comuni più dinamici del comprensorio della Riviera dei Cedri 108 .<br />

Paola nei primi vent’anni di vita repubblicana si avviluppa su se stessa, schiacciandosi in un’area<br />

limitata in termini di significatività economica, e dipendente <strong>da</strong>l comparto della pubblica<br />

amministrazione. La popolazione rimane quasi stabile, seppur per il solo effetto positivo del saldo<br />

naturale, mentre quello sociale, almeno fino al 1972, si mantiene costantemente negativo. Questa sorta<br />

di attesa è coglibile anche leggendo l’an<strong>da</strong>mento dello stock residenziale paolano, nel decennio ’51-<br />

’61, cresce di appena 263 abitazioni occupate (+ 8%), <strong>da</strong> 2.978 a 3.241, e di 14 abitazioni non<br />

occupate (+11%), <strong>da</strong> 118 a 132. Cifre assai modeste, significativo solo l’aumento del numero medio<br />

delle stanze per abitazioni che passa <strong>da</strong> 2,2 a 2,8 per quelle occupate e <strong>da</strong> 2,3 a 3,2 per quelle non<br />

occupate. Le stanze totali, infatti, passano <strong>da</strong> 6.897 del 1951 a 9.531 del 1961, con un balzo del 38,1%.<br />

Sono abitazioni in linea con la tradizione locale, cioè piccoli condomini familiari o abitazioni singole<br />

su piccoli lotti. Non viene alterata la forma urbana, viene rafforzata la frazione Marina, si agglutinano<br />

nuove abitazioni riempiendo gli spazi ancora liberi o i contorni dei quartieri urbani 109 , poi alcune<br />

frazioni prossime al centro abitato, ed infine gli assi stra<strong>da</strong>li di collegamento.<br />

Apparentemente più dinamica l’offerta ricettiva turistica. L’attrezzatura alberghiera nel 1955 appare<br />

buona, in relazione alla situazione provinciale, quando una classificazione nazionale degli alberghi<br />

viene fatta per decreto 110 : a Paola c’è un albergo di 2ª classe e uno di 4ª oltre a tre di 4ª categoria a<br />

Marina. Un’attrezzatura significativa rispetto alla massima parte dei comuni della provincia che in<br />

genere dovevano contentarsi di un albergo e qualche locan<strong>da</strong> (ad esempio Amantea sei locande;<br />

Belvedere un albergo di 2ª e due locande). <strong>Una</strong> situazione, comunque, non eccezionale perché già<br />

allora era possibile intravedere lo spostamento dell’interesse turistico estivo verso la costa tirrenica<br />

settentrionale: Acquappesa, tre alberghi di 2ª categoria della Società Alberghi e terme di Calabria, che<br />

possedeva anche un albergo di 4ª categoria; Praia, dove era già attivo il Jolly Hotel di 1ª categoria;<br />

Diamante dove l’Aci aveva realizzato un Ostello di 2ª categoria.<br />

Nel 1951 a Paola l’Albergo Centrale ha 18 posti letto; a Marina i tre alberghi in totale hanno 74 letti 111 ;<br />

con una qualità tutt’altro che buona. Secondo il Tci nel 1964 tre alberghi, fra i quali uno di 2ª<br />

categoria, sono privi di termosifoni; all’Albergo Moderno ci sono 40 camere, ma solo 9 bagni; mentre<br />

all’Albergo Savoia delle 10 camere solo due hanno le docce 112 .<br />

Agli inizi dei primi flussi turistici estivi dei primi anni sessanta, la città si presenta con una struttura<br />

ricettiva sostanzialmente vecchia. Questo contribuisce a spiegare il notevole sviluppo delle abitazioni<br />

Giuseppe De Luca - 16

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