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Una modernizzazione economico-territoriale da transito ferroviario

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contrattuale di consegnare gli elaborati entro il 20 dicembre dello stesso anno. Contro la delibera presentano<br />

ricorso i consiglieri di opposizione (PCI-PSI-PSDI), sulla quale la Giunta controdeduce con delibera n. 267<br />

dell’11 marzo 1980, poi dichiarata illegittima <strong>da</strong>l Coreco perché secondo tale organo in sede di approvazione<br />

del Prg tutti i consiglieri proprietari di suoli e parenti di proprietari debbano abbandonare l’aula. Si apre così una<br />

fase di instabilità istituzionale, vengono interpellati numerosi legali il più importante dei quali è quello dello<br />

studio Lo Giudice sulla legittimità della deliberazione n. 74/79.<br />

130 Delibera consiliare n. 166 del 3 dicembre 1981. Per tutti questi anni la politica urbanistica è anche legata ai<br />

risultati elettorali che configurano giunte sempre instabili. Su questo, oltre al saggio del Cozzetto su questo<br />

volume, cfr. GABRIELLA DE BUONO, Stabilità e rendimento istituzionale in tre comuni calabresi (Paola-<br />

Mendicino-Castiglione Cosentino). Un’analisi comparata, tesi di laurea, Università della Calabria, Facoltà di<br />

Scienze economiche e sociali, a.a. 1986/87, relatore Alessandro Truini, pp. 3-74.<br />

131 Decreto del Presidente della Regione Calabria n. 1068 del 22 agosto 1986.<strong>Una</strong> sintetica descrizione<br />

giornalistica di tutta la vicen<strong>da</strong> della pianificazione è in «Il Comune», n. 2, 1998, pp. 11-13. L’intero<br />

incartamento è in una serie di filze conservate presso l’Ufficio urbanistica del Comune.<br />

132 Delibera di Giunta. n. 587 dell’8 agosto 1994, incarico al prof. Alessandro Tutino per la re<strong>da</strong>zione di una<br />

variante generale al piano regolatore della città. Piano adottato con Delibera consiliare del 18 luglio 1998.<br />

133 Cfr. DOMENICO CERSOSIMO, La <strong>modernizzazione</strong> economica, in AA.VV., a cura di FULVIO MAZZA,<br />

Cosenza. Storia, cultura, economia, Rubbettino, Soveria Mannelli, 1991, p. 300. Su questo anche AA.VV, a<br />

cura di CESPE.CA, Analogie e differenze delle trasformazioni delle aree urbane calabresi ..., cit., cap. 3.<br />

134 «La secon<strong>da</strong> metà degli anni Settanta aveva fatto segnare lo snodo della trasformazione sociale. Sorgevano<br />

nuove attività produttive e an<strong>da</strong>vano profilandosi nuove forme istituzionali ed organizzative nel settore<br />

pubblico.<br />

(..) La secon<strong>da</strong> casa, la casa al mare, diventava uno “status symbol” e per il Tirreno, nord calabrese, la stagione<br />

più propizia an<strong>da</strong>va prolungando i propri tempi, <strong>da</strong>ndo ossigeno alla economia locale e stimolando i fermenti<br />

innovativi di una profon<strong>da</strong> mutazione sociale (..). Alla fine degli anni Settanta, questa zona è balzata ai primi<br />

posti della graduatoria regionale del reddito pro-capite a ridosso delle tre città capoluogo, degli altri Comuni più<br />

importanti e dei grossi centri agricoli pur interessati, questi ultimi, ad un “trend” in discesa. Si deve alla<br />

performance dell’economia tirrenica cosentina il mantenimento dei livelli organici dello sviluppo regionale,<br />

altrimenti avviati al collasso e alla recessione più irreversibile. Alla metà degli anni Ottanta il Tirreno cosentino<br />

è ormai considerato come il comprensorio più ricco della Calabria. (..) sono gli anni del boom edilizio e del<br />

sacco della costa. Un terremoto all’incontrario. Un vero e proprio disastro ambientale. <strong>Una</strong> rovina del<br />

patrimonio naturale. <strong>Una</strong> sciagura per il paesaggio, aggredito <strong>da</strong>lle colate di cemento. La devastazione della<br />

natura, fino ad ora né inquinata né deturpata, ha corrisposto, con eguale gradualità, all’affermazione della<br />

malavita e alla sua supremazia nel territorio. (..) Il forsennato attacco al territorio si è consumato sotto lo<br />

sguardo di tutti. Gli anni Ottanta completeranno quest’opera che sarebbe stata impossibile senza un’intesa, senza<br />

un vero e proprio patto di camarilla tra la mafia e la politica», cfr. LUIGI MICHELE PERRI, Come nasce una<br />

mafia, Periferia, Cosenza, 1994, pp. 61-62 e 66.<br />

135 Le domande per il primo (1984) condono edilizio sono state 2.294. Paola si trovava, come percentuale di<br />

costruzioni con forme di abuso per il primo condono, al terzo posto nella provincia, dopo Calopezzati e Praia a<br />

Mare. Cfr. AA.VV., a cura di PIERGIORGIO BELLAGAMBA, Calabria muta. Territorio, ambiente, qualità,<br />

Gangemi, Roma, 1993, tabella a p. 44. Il disordine dell’espansione urbana è comprovato <strong>da</strong>i <strong>da</strong>ti riportati in<br />

appendice al libro dove si vede coma la città sia passata, <strong>da</strong>l 1957 al 1984, <strong>da</strong> una superficie urbanizzata di 17<br />

ettari ad una di 315, con un consumo di suolo per abitante che passa <strong>da</strong> 11,75 a 204,9 mq. Se poi aggiungiamo<br />

le domande per il secondo (1987) condono che sono 555, possiamo dire che sul totale delle abitazioni al 1991 il<br />

Sul degrado ambientale ed urbano nella regione, cfr. ISTITUTO NAZIONALE DI URBANISTICA, Degrado<br />

ambientale e recupero degli insediamenti urbani, Gangemi, Roma, 1984; MARIA ADELE, La città meridionale<br />

e la strumentazione urbanistica regionale: il caso Calabria, in Aa.Vv., a cura di ENRICO COSTA, Territorio,<br />

casa, industria delle costruzioni, Casa del Libro, Reggio Calabria, 1981. Ai quali si riman<strong>da</strong> per<br />

l’interpretazione dell’evoluzione della struttura degli insediamenti calabresi negli anni dello sviluppo<br />

<strong>economico</strong>. Invece sulle emergenze ambientali ed architettoniche presenti sul territorio del comune di Paola cfr.<br />

PIER PAOLO BALBO ET AL., Per un atlante della Calabria: territorio, insediamenti storici, manufatti<br />

architettonici, Gangemi, Roma, 1993.<br />

136 L’immagine del non finito è comunque una caratteristica tipica dei centri urbani meridionali ed è la spia più<br />

evidente della pratica distruttiva della pseudo attività edilizia quando il decadimento <strong>economico</strong> diventa<br />

sinonimo di perdita di senso e di svilimento dei valori culturali, storici, economici. <strong>Una</strong> proposta interpretativa<br />

di questo passaggio è in CESARE PITTO, Prefazione a M. F. MINERVINO, La città.., cit. Il precario si<br />

percepisce anche nei «centinaia di orrendi box di latta, baracche di tavole, pollai e porcilaie, che deturpano il<br />

volto della città», cfr. CARLO MARTELLO, La cultura civica punto di partenza del progresso sociale e dello<br />

sviluppo della città, in «Il Comune», n. 1, 1988, p. 5.<br />

Giuseppe De Luca - 32

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