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L'Università degli studi della Basilicata: un caso di sviluppo locale

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L’Università <strong>degli</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong>: <strong>un</strong> <strong>caso</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>sviluppo</strong> <strong>locale</strong><br />

<strong>di</strong> Giuseppe De Luca e Daniele Gnazzo *<br />

1.1 Un progetto <strong>locale</strong><br />

Gli <strong>stu<strong>di</strong></strong> preliminari relativi all’istituzione <strong>di</strong> <strong>un</strong>a Università nella <strong>Basilicata</strong><br />

furono richiesti dalla neonata Regione <strong>Basilicata</strong> al Formez il 9 novembre<br />

1971 e portati a compimento da <strong>un</strong> apposito gruppo <strong>di</strong> lavoro costituito il 13<br />

febbraio 1973. Il lavoro prodotto fu <strong>di</strong> tipo metodologico dove l’Università<br />

venne considerata in <strong>un</strong> «rapporto <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza dalle esigenze <strong>di</strong> <strong>sviluppo</strong>» 1 .<br />

L’anno successivo anche la Gi<strong>un</strong>ta regionale del Molise affidò al Formez<br />

<strong>un</strong> lavoro simile, per quell’ambito, e lo stesso gruppo <strong>di</strong> lavoro produsse <strong>un</strong><br />

elaborato totalmente <strong>di</strong>fferente, molto più operativo, dove l’Università venne<br />

considerata dal p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista dello <strong>sviluppo</strong> economico come «fattore <strong>della</strong><br />

sua accelerazione e <strong>della</strong> sua qualificazione» e quin<strong>di</strong>, capace <strong>di</strong> anticipare<br />

(almeno tendenzialmente e settorialmente) la domanda <strong>di</strong> formazione 2 .<br />

In questa <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> lettura e <strong>di</strong> prospettive risiedono molti dei no<strong>di</strong> irrisolti<br />

che l’Università <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong> ha dovuto affrontare <strong>un</strong>a volta istituita.<br />

Sì, perché la vera <strong>di</strong>fferenza tra le due regioni meri<strong>di</strong>onali prese in considerazione<br />

dal Formez era legata alle prospettive reali <strong>di</strong> <strong>sviluppo</strong> innescate dalle<br />

* Per quanto il lavoro sia stato condotto insieme sia nella fase <strong>di</strong> impostazione che in quella<br />

<strong>di</strong> conduzione, Daniele Gnazzo ha raccolto ed elaborato tutti i dati, nonché scritto i paragrafi<br />

1.5 e 1.6; mentre Giuseppe De Luca ha coor<strong>di</strong>nato il lavoro e scritto i paragrafi 1.1, 1.2, 1.3,<br />

1.4, 2.1, 2.2 e 2.3.<br />

1. Linee orientative per l’istituzione dell’Università in <strong>Basilicata</strong>, rapporto del gruppo <strong>di</strong><br />

lavoro Regione <strong>Basilicata</strong>-Formez, Potenza 1971, p. 19. Al rapporto erano allegate due appen<strong>di</strong>ci:<br />

la prima sui contributi <strong>di</strong> settore che potevano essere investiti dal nuovo ateneo; la seconda<br />

<strong>di</strong> documentazione parlamentare e legislativa sull’istituzione <strong>di</strong> nuovi atenei, a cura <strong>di</strong> Sabino<br />

Cassese. L’intero <strong>stu<strong>di</strong></strong>o è stato poi pubblicato come saggio autonomo con il titolo Orientamenti<br />

per l’istituzione dell’Università in <strong>Basilicata</strong>, a cura del Formez, Roma 1977.<br />

2. Formez, Orientamenti per l’istituzione dell’Università nel Molise, Roma 1977, p. 191.<br />

1


politiche pubbliche meri<strong>di</strong>onaliste, che vedeva allora la <strong>Basilicata</strong> ancora sofferente<br />

rispetto alla me<strong>di</strong>a delle regioni meri<strong>di</strong>onali e con <strong>un</strong> <strong>di</strong>vario interno<br />

tra le aree <strong>della</strong> regione particolarmente ampio.<br />

In questo scenario <strong>di</strong> regione interna dove le categorie interpretative <strong>della</strong><br />

marginalità, dell’isolamento e dell’arretratezza permeavano ancora la maggior<br />

parte delle analisi e <strong>degli</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> sulla regione 3 , la richiesta dell’istituzione <strong>di</strong><br />

<strong>un</strong>a Università <strong>di</strong> <strong>Basilicata</strong> – sulla linea <strong>di</strong> quanto stava avvenendo proprio<br />

negli stessi anni in Calabria – <strong>di</strong>venta <strong>un</strong>o <strong>degli</strong> obiettivi prioritari <strong>della</strong> classe<br />

politica <strong>locale</strong> sia prima che dopo l’istituzione dell’Ente Regione 4 . Obiettivo<br />

<strong>di</strong>fficile da raggi<strong>un</strong>gere sia per il limitato peso politico <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong> nello<br />

scenario nazionale 5 – nonostante la presenza del potentino Emilio Colombo<br />

nell’agorà politico e nei centri <strong>di</strong> potere nazionale – sia per la debole armatura<br />

urbana regionale e l’assenza <strong>di</strong> <strong>un</strong>a vera e propria gerarchia, ma soprattutto la<br />

<strong>di</strong>spersione <strong>della</strong> popolazione tra <strong>un</strong>a pluralità <strong>di</strong> piccoli centri non <strong>di</strong>fferenziati<br />

f<strong>un</strong>zionalmente 6 .<br />

E’ su questa l<strong>un</strong>ghezza d’onda, e su questa profonda attesa, che si sintonizzò<br />

l’alloga Governo nazionale quando, con coraggio e superando <strong>un</strong>a pregiu<strong>di</strong>ziale<br />

<strong>di</strong> incostituzionalità nel Parlamento, inserì nel testo <strong>di</strong> conversionedel<br />

decreto legge sulla ricostruzione in <strong>Basilicata</strong> a seguito del sisma del 1980<br />

(meglio conosciuta come legge 219/81) gli articoli da 39 a 45, <strong>di</strong> istituzione e<br />

organizzazione del nuovo ateneo 7 .<br />

3. Riman<strong>di</strong>amo per questo a «Cinquant’anni in salita» <strong>di</strong> L. Viganoni, nel volume da lei<br />

stessa curato Lo <strong>sviluppo</strong> possibile. La <strong>Basilicata</strong> oltre il Sud, Esi, Napoli 1997.<br />

4. Su questo: Dichiarazioni programmatiche dell’on. prof. Vincenzo Verrastro (primo presidente<br />

<strong>della</strong> Gi<strong>un</strong>ta Regionale <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong>), Tip. Zafarone & Di Bello, Potenza 1972, tenute<br />

in occasione dell’inse<strong>di</strong>amento del Governo regionale il 20 ottobre 1972, dopo<br />

l’approvazione dello Statuto. Dichiarazioni che riprendono <strong>un</strong>a più vecchia aspirazione che vedeva<br />

nella istituzione <strong>di</strong> nuovi atenei nel sud la vera occasione <strong>di</strong> <strong>sviluppo</strong> e riscatto, cfr. Vito<br />

Vincenzo Verrastro, Una politica <strong>un</strong>iversitaria per il Mezzogiorno. Discorso pron<strong>un</strong>ciato al<br />

Senato <strong>della</strong> Repubblica nella seduta del 28 ottobre 1969, Tip. Bar<strong>di</strong>, Roma 1969.<br />

5. Su questo riman<strong>di</strong>amo a Consiglio regionale <strong>di</strong> <strong>Basilicata</strong>, Speciale <strong>un</strong>iversità: <strong>di</strong>battito<br />

sulle mozioni <strong>di</strong> DC e PCI in or<strong>di</strong>ne al problema dell’istituzione dell’Ateneo in <strong>Basilicata</strong>. Seduta<br />

del 5 ottobre 1979, a cura <strong>di</strong> R. Rosa e C. Petrone, Supplemento a <strong>Basilicata</strong> Regione, nn.<br />

10/11, 1979.<br />

6. L. Viganoni, «Dalla “regione senza città” agli “embrioni urbani”: la <strong>Basilicata</strong>», in L.<br />

Viganoni, a cura <strong>di</strong>, Città e metropoli nell’evoluzione del Mezzogiorno, FrancoAngeli, Milano<br />

1991.<br />

7. «Insisti, insisti, insiti», è questo il consiglio che l’allora Ministro dell’interno, Vincenzo<br />

Scotti, <strong>di</strong>ede al Segretario generale <strong>della</strong> CGIL, Luciano Lama, durante <strong>un</strong>a delle tante “pause<br />

caffé” a Palazzo Chigi, nel tavolo <strong>di</strong> concertazione tra le parti sociali dopo la fase <strong>della</strong> primissima<br />

emergenza post-sismica nel <strong>di</strong>cembre 1980. Nei “giochi” istituzionali tra i vari attori presenti<br />

al tavolo negoziale, il Segretario <strong>della</strong> CGIL ass<strong>un</strong>se il compito <strong>di</strong> avallare la nascita <strong>di</strong><br />

2


L’Università <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong> nasce, quin<strong>di</strong>, “nell’impeto” <strong>della</strong> ricostruzione<br />

post-terremoto del 1980 e con <strong>un</strong> ruolo ben preciso, che ribaltava il precedente<br />

giu<strong>di</strong>zio del Formez <strong>di</strong> qualche anno prima: essere “struttura organica<br />

per la ricostruzione e lo <strong>sviluppo</strong> regionale”. Vengono istituite quattro facoltà<br />

(Agraria, Ingegneria, Scienze, Lettere) con nove corsi <strong>di</strong> laurea (Tab. 1). Uno<br />

<strong>di</strong> questi istituito per la prima volta nel panorama dell’offerta formativa <strong>un</strong>iversitaria:<br />

quello <strong>di</strong> Ingegneria idraulica; <strong>un</strong> altro innovativo per ingegneria: la<br />

<strong>di</strong>fesa del suolo e la pianificazione territoriale 8 .<br />

Tab. 1 – La prima offerta formativa<br />

Facoltà Corsi <strong>di</strong> laurea<br />

Scienze matematiche, fisiche e naturali Matematica<br />

Chimica<br />

Ingegneria<br />

Ingegneria civile: sezione e<strong>di</strong>le<br />

Ingegneria civile per la <strong>di</strong>fesa del suolo e la<br />

pianificazione territoriale<br />

Ingegneria idraulica<br />

Lettere e filosofia Lingue e letterature straniere moderne<br />

Agraria<br />

Scienze delle preparazioni alimentari<br />

Scienze forestali<br />

Scienze agrarie<br />

Fonte: legge 11 maggio 1981, n. 219, art. 40<br />

<strong>un</strong>a nuova Università come segno tangibile <strong>di</strong> nuovo <strong>sviluppo</strong> regionale (dall’intervista fatta a<br />

M. Simonetta, sindacalista <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong>, presente al tavolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione). L’istituzione<br />

dell’Università <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong> è prevista dal Capo I, del Titolo VI (<strong>di</strong>sposizioni in materia <strong>di</strong><br />

pubblica istruzione e <strong>di</strong> beni culturali) <strong>della</strong> legge 14 maggio 1981, n. 219, Conversione in legge,<br />

con mo<strong>di</strong>ficazioni, del decreto-legge 19 marzo 1981, n. 75, recante ulteriori interventi in<br />

favore delle popolazioni colpite dagli interventi sismici del novembre 1980 e del febbraio 1981.<br />

Provve<strong>di</strong>menti organici per la ricostruzione e lo <strong>sviluppo</strong> dei territori colpiti.<br />

8. Il Corso <strong>di</strong> laurea in Ingegneria Idraulica ebbe <strong>un</strong> avvio travagliato, perché il Consiglio<br />

Universitario Nazionale non accettò l’organizzazione <strong>degli</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> proposta nello Statuto<br />

dell’Università, così depotenziando la carica <strong>di</strong> assoluta innovazione che poteva avere, cfr. gli<br />

atti del convegno Problemi e prospettive <strong>di</strong> <strong>un</strong> Corso <strong>di</strong> laurea in Ingegneria idraulica, Potenza<br />

21-22 novembre 1985. Ora in Idrotecnica, n. 6, 1985.<br />

Il Corso <strong>di</strong> laurea in Ingegneria civile per la <strong>di</strong>fesa del suolo e la pianificazione territoriale,<br />

invece, era presente solo nelle Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria delle Università <strong>della</strong> Calabria e <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne.<br />

Rappresentava la versione <strong>di</strong> “ingegneria” del Corso <strong>di</strong> laurea in Urbanistica, allora già istituito<br />

negli Istituti <strong>un</strong>iversitari <strong>di</strong> Architettura <strong>di</strong> Venezia e Reggio Calabria.<br />

Entrambi i corsi <strong>di</strong> laurea non ebbero particolare successo tra i docenti, sia localmente che a<br />

livello nazionale, tanto che approfittando <strong>della</strong> riforma delle Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria, nel 1991,<br />

questa prospettiva viene abbandonata e i corsi <strong>di</strong> laurea <strong>un</strong>ificati insieme, con <strong>un</strong>a nuova denominazione<br />

“Ambiente e territorio”, così molta <strong>della</strong> carica innovativa ed originalità che<br />

l’Università <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong> poteva svolgere in campo nazionale viene, <strong>di</strong> fatto, smarrita.<br />

3


Proprio questo nuovo riposizionamento e ruolo dell’Università <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong><br />

è riconosciuto dal primo Rettore, Cosimo Damiano Fonseca, quando afferma<br />

che lo slogan «<strong>un</strong>a <strong>un</strong>iversità per lo <strong>sviluppo</strong>» è il tratto caratteristico<br />

del nuovo Ateneo. Slogan che ha portato a due segni positivi:<br />

1. «intimo rapporto tra esigenze <strong>della</strong> com<strong>un</strong>ità regionale e presenza<br />

dell’Università. (...) le facoltà e i corsi <strong>di</strong> laurea istituiti (...) sono chiaramente<br />

orientati allo <strong>sviluppo</strong>. (...) si può notare esattamente come<br />

l’<strong>un</strong>iversità si sposa in maniera strettissima alle in<strong>di</strong>cazioni contenute del<br />

piano regionale <strong>di</strong> <strong>sviluppo</strong> <strong>della</strong> Regione»<br />

2. «nel modello, timidamente delineato nella legge istitutiva, tra intervento<br />

<strong>degli</strong> enti territoriali e locali e autonomia dell’istituto <strong>un</strong>iversitario. (...)<br />

Per la prima volta gli enti territoriali e locali vengono chiamati dal legislatore<br />

a dare essi stessi vita all’<strong>un</strong>iversità me<strong>di</strong>ante <strong>un</strong> rapporto <strong>di</strong>retto e la<br />

loro costituzione in consorzio» 9 .<br />

Questa è stata <strong>un</strong>’innovazione – e anche <strong>un</strong>’anticipazione <strong>di</strong> quanto verrà<br />

poi fatto nel corso <strong>degli</strong> anni Novanta – rispetto alla tra<strong>di</strong>zione italiana fino ad<br />

allora seguita: la legge sulla ricostruzione dei Com<strong>un</strong>i colpiti dal sisma accelerò<br />

i tempi istitutivi (lo Statuto viene approvato nel giugno 1983 e il 23 novembre<br />

dello stesso anno inizia il primo anno accademico, inaugurato<br />

dall’allora Presidente <strong>della</strong> Repubblica Sandro Pertini) e genera <strong>un</strong> accordo <strong>di</strong><br />

programma tra Regione <strong>Basilicata</strong>, Enti territoriali locali, Associazioni <strong>di</strong> categoria<br />

che facilitano l’avvio dell’esperienza 10 , ma purtroppo non il suo conso-<br />

9. C. D. Fonseca, «Intervento», in Leonar<strong>di</strong> R. et al., Il <strong>caso</strong> <strong>Basilicata</strong>, Il Mulino Bologna<br />

1987, pp. 126-7. Sul pensiero e l’operato <strong>di</strong> Cosimo Damiano Fonseca, membro del Comitato<br />

or<strong>di</strong>natore per la Facoltà <strong>di</strong> Lettere, dal novembre 1982 Presidente del Comitato Tecnico Amministrativo<br />

e del Senato Accademico, e dall’anno successivo primo Rettore dell’Università,<br />

carica che mantiene fino ad ottobre 1994; nonché per la ricostruzione <strong>di</strong> tutte la date e dei relativi<br />

avvenimenti, riman<strong>di</strong>amo al suo L’Università <strong>degli</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong>: utopia e progetto,<br />

Congedo, Galatina 1994, che raccoglie tutte le informazioni utili per capire – ad esclusione<br />

<strong>di</strong> quelle e<strong>di</strong>lizie, declinate come semplici «intoppi amministrativi» e «vischiosità delle procedure»<br />

(p. 18), e che invece rappresentano il vero nodo <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong> – il cammino<br />

dell’Ateneo, comprese le relazioni rettorali <strong>di</strong> apertura <strong>degli</strong> anni accademici fino al 1993 e alc<strong>un</strong>i<br />

tra i più importanti interventi del Rettore in occasione <strong>di</strong> seminari e incontri.<br />

10. Come ricorda Antonio Lerra: «Al fine <strong>di</strong> accelerare i tempi del concreto avvio delle attività,<br />

con lo specifico art. 45 <strong>della</strong> legge 219, si affidava all’Ente Regione, nonché agli enti<br />

comprensoriali e locali, eventualmente costituiti in Consorzio, il compito <strong>di</strong> fornire alla neonata<br />

Università strutture e<strong>di</strong>lizie, attrezzature e servizi necessari, nell’evidente quadro <strong>di</strong> <strong>un</strong>a logica<br />

che, nel più complessivo contesto del dopo terremoto, faceva fortemente leva in <strong>un</strong> proficuo<br />

rapporto <strong>di</strong> collaborazione interistiruzionale, nell’ambito, ovviamente, delle specifiche, reciproche,<br />

f<strong>un</strong>zioni». Ciò porta alla costituzione, nel <strong>di</strong>cembre 1982, <strong>della</strong> Società consortile per la<br />

promozione e lo <strong>sviluppo</strong> dell’Università <strong>di</strong> <strong>Basilicata</strong> (dal 1986 Consorzio Universitario Lucano)<br />

nel cui Consiglio <strong>di</strong> amministrazione siedono i principali enti istituzionali presenti in re-<br />

4


lidamento, come cercheremo <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare con questo contributo. Infatti, dopo<br />

il primo decennio <strong>di</strong> aperta collaborazione – seppur a volte con franche <strong>di</strong>vergenze<br />

specialmente sulla politica residenziale sia per studenti che per docenti<br />

– più tar<strong>di</strong> l’impegno <strong>degli</strong> enti istituzionali locali si rivelerà in parte <strong>un</strong><br />

limite, per <strong>un</strong>a incapacità politica <strong>locale</strong> a non saper scindere gli interessi <strong>della</strong><br />

formazione <strong>un</strong>iversitaria da quelli più strettamente politici; in parte <strong>un</strong> vero<br />

e proprio ostacolo alle riflessioni critiche <strong>della</strong> ricerca <strong>di</strong> matrice <strong>un</strong>iversitaria<br />

rispetto alle valutazioni <strong>di</strong> sfondo <strong>di</strong> natura politico-partitica.<br />

1.2. Le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> contesto territoriale<br />

Nonostante la legge istitutiva proponesse <strong>un</strong>a Università regionale (significativamente<br />

titolata «<strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong>») – come precedentemente si era già fatto<br />

in Calabria – il suo impianto fisico viene concentrato nella città capoluogo.<br />

La politica territoriale nel Mezzogiorno è stata sempre caratterizzata da<br />

<strong>un</strong>a certa “schizofrenia”, dove alle analisi sulla necessità <strong>di</strong> scelte <strong>di</strong> riequilibrio<br />

tra le varie aree del meri<strong>di</strong>one ha sempre fatto da rovescio la localizzazione<br />

nelle città, con preferenza <strong>di</strong> quelle capoluogo <strong>di</strong> regione, <strong>di</strong> opere ed<br />

interventi materiali. La <strong>Basilicata</strong> non è sfuggita a questa “regola”, solo che<br />

qui le città sono solo due e questo ha finito per privilegiarne solo <strong>un</strong>a: Potenza.<br />

Ed infatti, <strong>di</strong> volta in volta, a giustificazione <strong>degli</strong> interventi, Potenza è ritenuta<br />

idonea per iniziative industriali, agricole, <strong>di</strong> servizi, commerciali, perfino<br />

centro turistico 11 . I servizi pregiati e rari “storicamente” sono sempre stati<br />

gione, con la «finalità, app<strong>un</strong>to, <strong>di</strong> fornire all’Università strutture e<strong>di</strong>lizie, attrezzature <strong>di</strong>dattiche<br />

e servizi in<strong>di</strong>spensabili all’avvio dei corsi». Cfr A. Lerra, «Per <strong>un</strong>a storia dell’Università<br />

<strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong>», relazione ufficiale al convegno L’Università in <strong>Basilicata</strong> venti anni dopo,<br />

Potenza 3 <strong>di</strong>cembre 2003. Come da Statuto, il Consorzio Lucano Universitario è stato sciolto<br />

dopo <strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong> attività e la foresteria (51 posti letto) <strong>di</strong> proprietà (non erano altro che i primi<br />

tre piani <strong>di</strong> <strong>un</strong> e<strong>di</strong>ficio in parte abusivo) – utilizzata fino ad allora dai docenti pendolari – trasferita<br />

nel 1995 all’Università e da questa riutilizzata come residenza per gli studenti. Ancora oggi<br />

è l’<strong>un</strong>ica struttura destinata a questo scopo.<br />

11. Il giu<strong>di</strong>zio è <strong>di</strong> Nicola D’Agostino: «la politica territoriale in <strong>Basilicata</strong> è stata ed è caratterizzata<br />

da <strong>un</strong>a certa concentrazione nel capoluogo regionale sia delle opere, sia <strong>degli</strong> interventi<br />

materiali. Di volta in volta, a giustificazione <strong>degli</strong> interventi, Potenza è ritenuta idonea per<br />

iniziative industriali, agricole, viene considerata città <strong>di</strong> servizi, centro commerciale, perfino<br />

centro turistico. Tutto questo ha provocato <strong>un</strong>a montagna <strong>di</strong> iniziative che non si sono tradotte<br />

in reali vantaggi per la città, a causa <strong>della</strong> speculazione e<strong>di</strong>lizia, che ha fatto <strong>di</strong> Potenza <strong>un</strong>a città<br />

<strong>di</strong>sumana e inabitabile», cfr. «Evitare <strong>un</strong>’Università <strong>di</strong> quarta serie», <strong>Basilicata</strong>, n. 2, 1970.<br />

Giu<strong>di</strong>zio ancora valido nei nostri giorni, cfr. il ns. «Il ruolo del capoluogo regionale», in L. Viganoni,<br />

a cura <strong>di</strong>, Lo <strong>sviluppo</strong> possibile.., cit.<br />

5


localizzati nella città capoluogo <strong>di</strong> regione, o nell’imme<strong>di</strong>ato intorno, tanto da<br />

indurre nei fatti <strong>un</strong>a forte marginalità territoriale per gli ambiti esclusi ed anche<br />

<strong>un</strong>a netta separazione, e forti controversie, tra le <strong>un</strong>iche due città capoluogo <strong>di</strong><br />

provincia (Potenza e Matera) e tra i territori più vivaci economicamente.<br />

Nemmeno la localizzazione <strong>della</strong> sede dell’Università è sfuggita a questa<br />

tendenza. Così l’intenzione – molto innovativa – <strong>di</strong> legare l’istituzione del nuovo<br />

ateneo ad <strong>un</strong>a economia <strong>di</strong> scopo: quella <strong>di</strong> <strong>un</strong>a <strong>un</strong>iversità produttrice <strong>di</strong> senso<br />

e <strong>di</strong> aiuto allo <strong>sviluppo</strong>, viene, fin dal decreto istitutivo, declinata in <strong>un</strong>a visione<br />

tra<strong>di</strong>zionale <strong>di</strong> “motore” per lo <strong>sviluppo</strong> <strong>di</strong> <strong>un</strong>’area sostanzialmente urbana,<br />

nella speranza che il modello “polare” producesse effetti <strong>di</strong> trascinamento o<br />

economie gregarie ben oltre il bacino <strong>di</strong> influenza naturale <strong>della</strong> città. Ciò, tuttavia,<br />

si è <strong>di</strong>mostrato subito come il vero nodo problematico del nuovo Ateneo,<br />

perché Potenza non ha mai avuto <strong>un</strong> vero e proprio ruolo leader nello spazio regionale,<br />

né culturalmente, né economicamente. La città, per motivi <strong>di</strong> posizione<br />

geografica rispetto agli assi stradali, infatti, non è il baricentro né <strong>della</strong> regione,<br />

né delle aree più economicamente sviluppate 12 ; ed il suo raggio <strong>di</strong> influenza <strong>di</strong>retto<br />

e naturale – se si escludono i servizi istituzionali a bacino fisso – non si<br />

estende nemmeno alla totalità dello spazio provinciale.<br />

La città, d<strong>un</strong>que, non ha mai superato il rango <strong>di</strong> città sub-regionale, anche<br />

dopo l’apertura delle arterie stradali veloci che, seppur mo<strong>della</strong>ndo lo spazio<br />

regionale e innestando processi <strong>di</strong> crescita verso le aree <strong>di</strong> fondovalle, non hanno<br />

mo<strong>di</strong>ficato ra<strong>di</strong>calmente l’area <strong>di</strong> gravitazione <strong>della</strong> città, né aumentato<br />

l’effetto <strong>di</strong> “grande” città in <strong>un</strong> contesto territoriale caratterizzato da armature<br />

urbane semplici e <strong>di</strong> ridotte <strong>di</strong>mensioni, semmai hanno aperto la città alla parte<br />

sud-orientale <strong>della</strong> provincia <strong>di</strong> Salerno, che avrà poi ricadute utili anche sugli<br />

iscritti all’Università <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong>. Né la concentrazione <strong>di</strong> servizi rari ha migliorato<br />

strutturalmente il ruolo <strong>della</strong> città, se non al proprio interno urbano. La<br />

scelta <strong>di</strong> agglomerare solo su Potenza «oltre agli uffici regionali che le erano<br />

congeniali, [anche] l’ospedale regionale, quello psichiatrico e ortofrenico,<br />

l’agglomerato industriale, e ogni istituto che consenta la creazione <strong>di</strong> posti <strong>di</strong><br />

lavoro, tanto da provocare il fenomeno <strong>della</strong> immigrazione e dell’urbanesimo<br />

più assurdo, con conseguente <strong>di</strong>serzione del territorio dell’interno in misura tale<br />

da sorprendere gli stessi fautori del fenomeno» 13 ha portato prevalentemente ad<br />

<strong>un</strong>a ipertrofia agglomerativa, con <strong>un</strong> continuo processo <strong>di</strong> crescita urbana che si<br />

12. A.L. Sannino, Territorio e popolazione a Potenza in età moderna, Ed. <strong>di</strong> Storia e Letteratura,<br />

Roma 1990, p. 163.<br />

13. N. Carelli, «Un esercito <strong>di</strong> “mezzemaniche”», in Dossier Potenza città-regione, supplemento<br />

a Lucania Democratica, nn. 2-3, 1975.<br />

6


è spinto oltre i confini amministrativi fino a coinvolgere i com<strong>un</strong>i più prossimi,<br />

ma non è andato oltre, proprio per motivi <strong>di</strong> accessibilità.<br />

Questa caratteristica <strong>di</strong> debolezza strutturale <strong>della</strong> città capoluogo <strong>di</strong> regione,<br />

e il prevalere <strong>della</strong> ren<strong>di</strong>ta fon<strong>di</strong>aria urbana come il conseguente vero<br />

“motore economico” del com<strong>un</strong>e, è rilevata anche in <strong>un</strong>a interessante ricerca<br />

dell’Ibres proprio negli anni <strong>di</strong> avvio <strong>della</strong> vita dell’Ateneo: «l’ampiezza del<br />

territorio com<strong>un</strong>ale, la preesistenza <strong>di</strong> <strong>un</strong> inse<strong>di</strong>amento sparso <strong>di</strong> <strong>un</strong>a certa<br />

consistenza, la notevole pressione e<strong>di</strong>lizia derivata dalla crescita del capoluogo<br />

e la mancata <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> spazi organizzati per l’attività e<strong>di</strong>lizia, riconducibili<br />

alla sostanziale mancanza <strong>di</strong> strumenti urbanistici efficaci, ha dato<br />

luogo ad <strong>un</strong>a sempre maggiore crescita dell’inse<strong>di</strong>amento residenziale in zone<br />

agricole, che ha interessato e continua ad interessare quasi tutto il territorio<br />

com<strong>un</strong>ale e quello dei com<strong>un</strong>i contermini con processi <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento a raggiera<br />

intorno ai nuclei compatti o in via <strong>di</strong> compattazione, o all’interno <strong>degli</strong><br />

spazi lasciati liberi tra i vari nuclei, e che si espandono per infittimento. Infatti,<br />

al censimento del 1981 oltre al centro principale erano presenti nel territorio<br />

com<strong>un</strong>ale <strong>di</strong> Potenza 1 centro e 50 nuclei con <strong>un</strong>a popolazione residente <strong>di</strong><br />

3.076 abitanti, pari al 4,8% del totale com<strong>un</strong>ale, mentre nelle case sparse erano<br />

residenti 6.107 abitanti, pari al 9,5% del totale. Inoltre nei sette com<strong>un</strong>i<br />

confinati con il territorio com<strong>un</strong>ale <strong>di</strong> Potenza [essi sono: Avigliano, Brin<strong>di</strong>si<br />

<strong>di</strong> Montagna, Picerno, Pietragalla, Pignola, Tito, Vaglio <strong>Basilicata</strong>], sempre al<br />

1981, erano presenti 69 nuclei e centri con <strong>un</strong>a popolazione residente <strong>di</strong> 7.443<br />

abitanti (22,3% del totale) mentre i residenti nelle case sparse erano 5.380<br />

(16,1% del totale)» 14 . Configurandosi così come <strong>un</strong>a “città senza paesi” 15 .<br />

1.3. I rapporti con la pianificazione urbanistica <strong>locale</strong> a Potenza<br />

La nascita dell’Università <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong> – nonostante l’aspirazione “regionalista”<br />

richiamata e fissata nel nome ufficiale – replica il tra<strong>di</strong>zionale modello<br />

polare italiano basato su <strong>un</strong>a relazione simbiotica tra <strong>un</strong>iversità e città ospitante,<br />

dalla quale nella quasi totalità dei casi l’Università assume anche il nome 16 .<br />

14. Ibres, Indagine sulla mobilità sistematica delle persone nell’area urbana <strong>di</strong> Potenza,<br />

Com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> Potenza, 1985, pp. 24-25.<br />

15. Il concetto è ripreso da R. M. Salvia, «Potenza Capitale: città senza paesi», in N. Calice,<br />

a cura <strong>di</strong>, I poteri urbani. Problemi <strong>di</strong> modernizzazione in <strong>un</strong>’area meri<strong>di</strong>onale, <strong>Basilicata</strong> Ed.,<br />

Matera 1987. Nel 2001 Potenza aveva 68.949 abitanti, l’hinterland, invece, 55.642 abitanti.<br />

16. In questo, il modello italiano è molto simile a quello francese, ma <strong>di</strong>verso da quello tedesco<br />

– dove in genere la città è il prodotto prevalentemente dell’<strong>un</strong>iversità – ed opposto a<br />

7


Nonostante questa scelta, possiamo <strong>di</strong>re, “originaria”, il rapporto tra città e<br />

<strong>un</strong>iversità è stato piuttosto <strong>di</strong>fficile. Infatti, dopo <strong>un</strong>a prima localizzazione interna<br />

all’aggregato urbano del primo nucleo <strong>di</strong> struttura <strong>un</strong>iversitaria, la zona<br />

sulla quale e<strong>di</strong>ficare l’interno Polo <strong>di</strong> Potenza è stata in<strong>di</strong>viduata<br />

(dall’Amministrazione com<strong>un</strong>ale <strong>di</strong> Potenza) ai margini estremi <strong>della</strong> città, in<br />

<strong>un</strong>’area poco collegata con il resto <strong>della</strong> viabilità urbana e territoriale, <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile<br />

accessibilità, e com<strong>un</strong>que non conforme allo strumento urbanistico com<strong>un</strong>ale<br />

allora vigente. Proprio intorno alle modalità <strong>di</strong> adeguamento dello strumento<br />

urbanistico <strong>locale</strong> alle esigenze dell’<strong>un</strong>iversità si consuma la rottura con la com<strong>un</strong>ità<br />

istituzionale, che con fatica sarà risanata nel successivo ventennio. Richiamiamoli<br />

brevemente, perché sono la spia dell’assenza <strong>di</strong> quella che oggi si<br />

chiamerebbe governance nel gestire operazioni strategiche e complesse come la<br />

fondazione e costruzione <strong>di</strong> <strong>un</strong>a sede <strong>un</strong>iversitaria <strong>di</strong> nuovo impianto.<br />

All’ann<strong>un</strong>cio dell’istituzione <strong>della</strong> nuova Università, la realtà regionale si<br />

presenta abbastanza impreparata. L’imme<strong>di</strong>atezza <strong>della</strong> ricostruzione e<strong>di</strong>lizia<br />

post-terremoto e la rincorsa all’accaparramento dei fon<strong>di</strong> pubblici per la ricostruzione<br />

– come verrà sancito dopo – porta alla “nascita” <strong>di</strong> «<strong>un</strong>a cultura<br />

dell’emergenza, se non <strong>un</strong>a vera e propria “economia <strong>della</strong> catastrofe”, che ha<br />

fatto da stimolo al proliferare <strong>di</strong> reti clientelari e al crescere dell’industria delle<br />

costruzioni, <strong>un</strong> tipo <strong>di</strong> <strong>sviluppo</strong> che non ha trovato le con<strong>di</strong>zioni per la propria<br />

riproduzione quando si è arrestato il flusso <strong>di</strong> denaro» 17 .<br />

Proprio questa fase emergenziale <strong>di</strong>stoglie le attenzioni <strong>degli</strong> organi politici<br />

regionali nei confronti <strong>della</strong> vera innovazione prodotta dalla legge 219/81:<br />

l’Università e la sua “lentezza” progettuale, per via <strong>della</strong> complessità e <strong>della</strong><br />

numerosità dei problemi a questa connessi. Oltretutto la città non <strong>di</strong>sponeva <strong>di</strong><br />

contenitori sufficientemente adeguati e liberi per ospitare <strong>un</strong>a struttura <strong>un</strong>iversitaria<br />

– seppur in formazione – con quattro facoltà, <strong>di</strong> cui almeno due (agraria<br />

e ingegneria) con grande richiesta <strong>di</strong> spazi.<br />

Nella risoluzione <strong>di</strong> questo problema entra in gioco sia la capacità impren<strong>di</strong>toriale<br />

e regolativa <strong>della</strong> com<strong>un</strong>ità <strong>locale</strong>, sia la proiezione strategica del<br />

ruolo che la nuova struttura doveva svolgere nell’economia regionale, entrambe<br />

furono a <strong>di</strong>r poco deboli: l’impren<strong>di</strong>toria <strong>locale</strong> considerava<br />

“l’occasione <strong>un</strong>iversità” alla stregua <strong>di</strong> <strong>un</strong>a normale opera pubblica statale,<br />

quello stat<strong>un</strong>itense – centrato sul sistema del campus antiurbano. Cfr. A. Bour<strong>di</strong>n, «Université<br />

et villes: les termes d’<strong>un</strong>e question», in Espace et Societé, nn. 80-81, 1996.<br />

17. R. Sommella, «Dal terremoto alle fabbriche», in L. Viganoni, a cura <strong>di</strong>, cit., p. 256. Con<br />

la L. 219 vengono create 8 aree industriali nell’area nord-occidentale e nord-orientale del Potentino.<br />

Delle 80 iniziative <strong>di</strong> investimento inizialmente progettate e finanziate per creare 4.000<br />

nuovi posti <strong>di</strong> lavoro, al 2000 ne rimangono attive solo 21 con meno <strong>di</strong> 1.000 posti.<br />

8


solo <strong>un</strong> po’ più grande (nel decennio precedente avevano avuto l’esperienza<br />

<strong>della</strong> costruzione <strong>della</strong> nuova sede del Trib<strong>un</strong>ale e la rilocalizzazione<br />

dell’ospedale regionale), che poteva com<strong>un</strong>que aspettare, visto il gran lavoro<br />

per la ricostruzione in corso; il Com<strong>un</strong>e e la Regione al contrario erano più<br />

attenti a curare le possibili ricadute dell’investimento sul mercato residenziale<br />

<strong>locale</strong>, che non a sfruttare l’occasione per ridefinire parte dell’immagine <strong>di</strong><br />

<strong>un</strong>a città cresciuta male, con <strong>un</strong> <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne fisico fasti<strong>di</strong>oso, <strong>un</strong> or<strong>di</strong>to urbano<br />

casuale ed <strong>un</strong> sistema infrastrutturale avviluppato l<strong>un</strong>go la vecchia arteria nazionale<br />

che attraversava la città. Immagine negativa legata ad <strong>un</strong>a galoppante<br />

attività e<strong>di</strong>lizia realizzata sul finire <strong>degli</strong> anni Sessanta e all’uso strumentale<br />

fatto dei lavori per il Piano regolatore generale – iniziato nel 1958 con <strong>un</strong><br />

pubblico concorso e finito con l’approvazione solo nel 1971 – tanto da provocare<br />

l’istituzione, nel 1970, <strong>di</strong> <strong>un</strong>a Commissione parlamentare d’inchiesta<br />

sullo <strong>sviluppo</strong> e<strong>di</strong>lizio <strong>della</strong> città 18 (<strong>caso</strong> raro nel panorama italiano).<br />

I primi passi, invero, sembrano <strong>di</strong> buon auspicio: «per intervento <strong>della</strong> Regione<br />

<strong>Basilicata</strong> fu possibile avere a primo p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> riferimento strutturale,<br />

con concessione in comodato, l’ex Enaoli, al rione Francioso, dove, con fon<strong>di</strong><br />

rivenienti dalla legge 219/81, furono ristrutturati i primi pa<strong>di</strong>glioni e costruita<br />

la struttura per il Rettorato e gli uffici amministrativi. Il successivo intervento<br />

finanziato [dalla neonata Società consortile per la promozione e lo <strong>sviluppo</strong><br />

dell’Università <strong>di</strong> <strong>Basilicata</strong>] consentì l’allestimento dell’Aula Magna e dei<br />

servizi primari <strong>di</strong> supporto. Nel contempo, il Comitato Tecnico Amministrativo<br />

dell’Università provvedeva, con i fon<strong>di</strong> provenienti dalla legge istitutiva,<br />

all’arredo delle aule e <strong>degli</strong> istituti» 19 .<br />

Al contempo, la stessa Amministrazione com<strong>un</strong>ale, con delibera consiliare<br />

del 25 gennaio 1983, in<strong>di</strong>vidua <strong>un</strong>’area agricola <strong>di</strong> fondovalle <strong>di</strong> circa 34 ettari<br />

in località “Macchia Romana” quale destinazione finale del nuovo complesso<br />

<strong>un</strong>iversitario seguendo l’in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> costruire <strong>un</strong> <strong>un</strong>ico «complesso e<strong>di</strong>ficato<br />

continuo e fortemente interrelato» tale da ospitare tutte le facoltà e gli<br />

uffici centrali amministrativi 20 , così come proposto dal Comitato per l’analisi<br />

dei problemi generali dell’<strong>un</strong>iversità e per la formulazione dei piani <strong>di</strong> svi-<br />

18. Su questo cfr. L. Sacco, «Potenza: <strong>un</strong> ammasso <strong>di</strong> enormi fabbricati ultraintensivi»,<br />

<strong>Basilicata</strong>, n. 10, 1972; Id., Il cemento del potere, De Donato, Bari 1982; e sulla continuità con<br />

la “tra<strong>di</strong>zione” il redazionale «Una città cresciuta male e <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata», in Lucania, n. 166, 1994.<br />

19. A. Lerra, «Per <strong>un</strong>a storia…», cit. Il complesso, poi chiamato “primo polo <strong>di</strong> Potenza” è<br />

stato via via ingran<strong>di</strong>to con l’ampliamento <strong>degli</strong> e<strong>di</strong>fici esistenti e la costruzione <strong>di</strong> nuovi.<br />

20. «Dall’idea al progetto: l’inse<strong>di</strong>amento <strong>un</strong>iversitario <strong>di</strong> Macchia Romana dell’Ateneo<br />

Lucano», in <strong>Basilicata</strong> Università, n. 13, 1992, p. 9. A questa pubblicazione riman<strong>di</strong>amo per la<br />

storia ufficiale dell’inse<strong>di</strong>amento e all’appen<strong>di</strong>ce finale (pp. 51-67) per capire in parte il reale<br />

contenzioso con il Com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> Potenza.<br />

9


luppo delle strutture <strong>un</strong>iversitarie, previsto dallo stesso Statuto<br />

dell’Università, con il coor<strong>di</strong>namento dell’allora pro-rettore Carlo Viggiani 21 .<br />

Nonostante la storiografia ufficiale parli dell’area in<strong>di</strong>cata dal Com<strong>un</strong>e come<br />

«particolarmente felice per la possibilità <strong>di</strong> integrazione con la città e per la facile<br />

accessibilità sia <strong>della</strong> città che <strong>della</strong> regione (…), inserita in <strong>un</strong> contesto urbano<br />

avente notevoli f<strong>un</strong>zioni per il quale risulta già possibile in<strong>di</strong>viduare (…)<br />

elementi <strong>di</strong> rior<strong>di</strong>no e valorizzazione del tessuto urbano» 22 , nella realtà Macchia<br />

Romana non è altro che <strong>un</strong>a conca stretta assai periferica, e marginale per la<br />

particolare configurazione morfologica del terreno, che rende i collegamenti<br />

assai problematici e <strong>di</strong> alto costo la loro realizzazione. Un’area a conca, ma anche<br />

chiusa dal polo militare (caserma e <strong>di</strong>stretto), che la domina dall’alto e ne<br />

blocca l’accessibilità, dal cimitero, e dal complesso ospedaliero regionale, che<br />

costituisce la vera porta <strong>di</strong> accesso alla conca, tanto da <strong>di</strong>ventare in seguito<br />

l’accesso principale e ufficiale dell’Università. Un’area quin<strong>di</strong> tanto esterna al<br />

centro abitato da rimanere – fino ad allora – tagliata fuori dagli stessi interessi<br />

immobiliari, da sempre i veri attori <strong>della</strong> città <strong>di</strong> Potenza. Probabilmente questa<br />

è stata <strong>un</strong>a delle vere motivazioni per la scelta dell’area. In ogni <strong>caso</strong> non è sulla<br />

scelta dell’area che si apre <strong>un</strong> contenzioso (e si consuma la rottura) con<br />

l’Amministrazione com<strong>un</strong>ale, che finirà per all<strong>un</strong>gare i tempi <strong>di</strong> apertura dei<br />

cantieri al 1991, quanto sul progetto e<strong>di</strong>lizio ed urbanistico e sulla sinergia tra le<br />

richieste dell’Ateneo e il ruolo del Com<strong>un</strong>e, che non voleva limitarsi a semplice<br />

ratificatore <strong>della</strong> obbligatoria variante urbanistica al PRG vigente, non avendo<br />

questo ness<strong>un</strong>a destinazione <strong>un</strong>iversitaria nelle sue previsioni.<br />

Come abbiamo prima ricordato, il PRG allora vigente era stato approvato,<br />

in via definitiva dopo <strong>un</strong>a l<strong>un</strong>ga e travagliata storia, nel 1971. Ma già prima<br />

<strong>della</strong> fine <strong>degli</strong> anni Settanta era stato dato incarico <strong>di</strong> re<strong>di</strong>gere <strong>un</strong>a variante<br />

generale a cinque <strong>di</strong>versi professionisti locali, rappresentanti delle principali<br />

forze politiche presenti in Consiglio com<strong>un</strong>ale. La variante nasceva anche da<br />

<strong>un</strong> clima da “compresso storico” nella gestione amministrativa <strong>locale</strong> che vedeva<br />

per la prima volta il PCI nella maggioranza programmatica del Com<strong>un</strong>e<br />

23 , ma anche dalla necessità <strong>di</strong> ridefinire l’assetto infrastrutturale del PRG<br />

vigente <strong>di</strong>segnato per collegare con assi <strong>di</strong> penetrazione veloce i <strong>di</strong>versi ambiti<br />

urbani del com<strong>un</strong>e. Uno <strong>di</strong> questi era il cosiddetto asse me<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> fondo-<br />

21. Il compito principale del Comitato era quello <strong>di</strong> attivare <strong>un</strong>o «stretto rapporto tra Università<br />

ed Enti territoriali e locali».<br />

22. «Dall’idea al progetto….», cit., p. 9.<br />

23. I professionisti incaricati erano: gli architetti D. Maggio, P. Romaniello, R. Vicario e gli<br />

ingegneri N. Laguar<strong>di</strong>a e A. Marella. Sul perché <strong>della</strong> variante generale, cfr. A. Maroscia, L.<br />

Mastroberti, P. Romaniello, N. Tancre<strong>di</strong>, F. Zazzara, «Potenza», in Dossier «Città e pianificazione<br />

urbana nel Mezzogiorno», Urbanistica Informazioni, n. 43, 1979, pp. 34-36.<br />

10


valle che, sottoattraversando il centro storico con <strong>un</strong>a galleria, rappresentava<br />

la vera e solida scelta strategica del piano per rispondere alla <strong>di</strong>fficoltà orografica<br />

del territorio e al tessuto urbanistico compatto e minuto <strong>della</strong> città storica<br />

che, adagiato in groppa ad <strong>un</strong>a collina, non era facilmente permeabile per il<br />

traffico privato, mentre era pressoché escluso per il trasporto pubblico.<br />

La situazione sembrava, quin<strong>di</strong>, ottima per <strong>un</strong> <strong>di</strong>alogo costruttivo fra il<br />

nuovo soggetto istituzionale forte che “irrompeva” in <strong>un</strong> momento <strong>di</strong> ricostruzione,<br />

non solo fisica, <strong>della</strong> città e l’Ente <strong>locale</strong>, compreso il gruppo “trasversale”<br />

dei progettisti del nuovo piano, oltre alla Regione che rappresentava<br />

l’altro soggetto forte in campo. Era possibile, cioè, mettere in pie<strong>di</strong> <strong>un</strong>a coalizione<br />

per <strong>un</strong>a governance <strong>di</strong> scopo de<strong>di</strong>ta non solo a definire le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

contesto per fare decollare la sede dell’Università <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong>, quanto per<br />

costruire <strong>un</strong>a coalizione <strong>di</strong> progettualità <strong>locale</strong> che rispondesse in modo ampio<br />

e strategico alla domanda <strong>di</strong> ricostruzione dopo il sisma del 23 novembre del<br />

1980, almeno per i quadranti urbani interessati dall’<strong>un</strong>iversità.<br />

Ciò non avviene, per <strong>un</strong>a serie <strong>di</strong> motivazioni, tra cui il ruolo scelto dal Comitato<br />

Tecnico Amministrativo dell’Università <strong>di</strong> «assegnare protagonismo e<br />

responsabilità <strong>di</strong>rettamente all’Università nelle proprie scelte progettuali» 24 . Sarà<br />

proprio il protagonismo e la responsabilità <strong>di</strong>retta ad avere <strong>un</strong> effetto <strong>di</strong>storcente<br />

nel rapporto con gli enti locali e, in primis, con l’Amministrazione com<strong>un</strong>ale.<br />

Perché mentre da <strong>un</strong> lato il gruppo interno dell’Università pre<strong>di</strong>spone <strong>un</strong> grande<br />

complesso e<strong>di</strong>lizio trasversalmente all’andamento <strong>della</strong> conca <strong>di</strong> Macchia Romana<br />

(che in parte obbliga a rivedere l’asse <strong>di</strong> fondovalle con lo spostamento<br />

<strong>della</strong> prevista uscita <strong>della</strong> galleria <strong>di</strong> sottoattraversamento del centro storico) che<br />

finisce per influenzare la viabilità <strong>di</strong> progetto del Com<strong>un</strong>e, in<strong>di</strong>cando anche<br />

nuovi innesti per rendere più accessibile la nuova sede, e chiedendo al Com<strong>un</strong>e<br />

<strong>di</strong> adoperarsi per <strong>un</strong>o “stralcio” <strong>di</strong> variante ad hoc al piano vigente; dall’altro, i<br />

professionisti incaricati dal Com<strong>un</strong>e non si mostrano <strong>di</strong>sponibili a recepire le<br />

in<strong>di</strong>cazioni progettuali dell’Università senza poter entrare nel merito, anzi <strong>di</strong>sattendono<br />

palesemente le richieste in<strong>di</strong>cando nella cartografia provvisoria <strong>della</strong><br />

variante al PRG del Com<strong>un</strong>e l’area destinata alla nuova sede <strong>un</strong>iversitaria con la<br />

semplice denominazione <strong>di</strong> «area parco».<br />

24. C.D. Fonseca, L’Università <strong>degli</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong>: utopia e progetto, cit. p. 19. Filosofia<br />

sancita anche con la revoca nel 1983 alla società Italtekna (società a partecipazione statale)<br />

dello <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>di</strong> fattibilità, dopo appena quattro mesi dall’incarico, <strong>della</strong> costruzione <strong>della</strong><br />

sede. La Società, per il lavoro, era stata affiancata da <strong>un</strong> gruppo <strong>di</strong> consulenti in<strong>di</strong>cati<br />

dall’Ateneo composto: dall’Ibres (il centro <strong>di</strong> ricerca regionale) e dai professori Massimo Pica<br />

Ciamarra, Salvatore D’Agostino, Vittorio Chiaia, Domenico Santangelo, docenti delle Università<br />

<strong>di</strong> Napoli e Bari.<br />

11


Il contenzioso entra in <strong>un</strong>a fase <strong>di</strong> stallo; mentre il Com<strong>un</strong>e procede alla<br />

definizione <strong>della</strong> variante generale autonomamente, con scarsi contatti con<br />

l’Università; questa, avvalendosi dell’originario gruppo <strong>di</strong> consulenti, ora definiti<br />

équipe – coa<strong>di</strong>uvata da docenti interni all’Università – definisce <strong>un</strong>a «idea-progetto<br />

per coor<strong>di</strong>nate capace <strong>di</strong> coniugare le caratteristiche<br />

dell’inse<strong>di</strong>amento <strong>un</strong>iversitario con le esigenze <strong>della</strong> città in modo che<br />

l’impatto delle nuove strutture non avesse ripercussioni traumatiche nel suo<br />

fragile tessuto urbanistico» 25 , <strong>di</strong>videndo in cinque lotti la realizzabilità, ma non<br />

prevedendo ness<strong>un</strong>a struttura per ospitare gli studenti, né eventuali altre strutture<br />

ricettive per docenti e ospiti, pur avendo l’ar<strong>di</strong>re <strong>di</strong> sostantivizzare in seguito<br />

il Polo con l’appellativo <strong>di</strong> «campus <strong>un</strong>iversitario <strong>di</strong> Macchia Romana».<br />

Utilizzando questa «idea-progetto», i relativi <strong>di</strong>segni e il <strong>di</strong>sciplinare a questi<br />

allegato, come materiale per dare avvio concreto – nel <strong>di</strong>cembre 1985, con<br />

<strong>un</strong> atto <strong>di</strong> “forza” rispetto all’Amministrazione com<strong>un</strong>ale – alle procedure legali<br />

<strong>di</strong> appalto concorso per «progetti-offerta» relativi alla gara per l’affidamento in<br />

concessione dei lavori <strong>di</strong> costruzione del 1° lotto <strong>della</strong> nuova sede, costituendo<br />

altresì <strong>un</strong>a apposita commissione <strong>di</strong> valutazione dei progetti-offerta 26 . D<strong>un</strong>que<br />

l’Università rin<strong>un</strong>cia alla progettazione definitiva limitandosi a definire solo <strong>un</strong><br />

“contenitore” <strong>di</strong> massima – “l’idea-progetto per coor<strong>di</strong>nate” – ed affidando la<br />

progettazione esecutiva ad <strong>un</strong> concorso-appalto. Una procedura spe<strong>di</strong>tiva, che<br />

costituirà anche il più grande limite alla qualità delle opere e<strong>di</strong>lizie finali 27 .<br />

Su questo si consuma la rottura finale con il Com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> Potenza che porterà<br />

nel maggio 1991 al ritiro del progetto <strong>della</strong> nuova sede dell’Università (relativamente<br />

ai primi due lotti) dal Com<strong>un</strong>e e la contestuale presentazione del progetto<br />

alla Regione <strong>Basilicata</strong> ai fini dell’ottenimento dell’autorizzazione <strong>di</strong> cui al comma<br />

3 dell’art. 81 del Dpr 616/77, da parte del Consorzio <strong>di</strong> Imprese “<strong>Basilicata</strong> 4”<br />

quale concessionario delle opere, e <strong>della</strong> stessa Università per farsi approvare il<br />

25. Idem, p. 18. L’idea-progetto per coor<strong>di</strong>nate, in<strong>di</strong>rizzata verso <strong>un</strong> <strong>un</strong>ico polo <strong>di</strong>mensionato<br />

per ospitare 5.000 studenti a regime, è stata redatta da Massimo Pica Ciamarra (capogruppo),<br />

Salvatore D’Agostino, Vittorio Chiaia, Domenico Santangelo, affiancati dal prof. Carlo<br />

Roccatelli, per lo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o dei raccor<strong>di</strong> la viabilità urbana e l’inse<strong>di</strong>amento, e dall’arch. Antonio<br />

Vicario.<br />

26. Composta dal Rettore, Cosimo Damiano Fonseca, Pro-rettore, Carlo Viggiani, e dai<br />

professori, Romualdo Coviello, Michele Cascino, Giovanni Travaglino, dagli ingegneri Donato<br />

Sabato e Francesco Gagliar<strong>di</strong>, nonché dall’architetto Vezio De Lucia; integrata da <strong>un</strong> componente<br />

<strong>della</strong> Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria con competenze strutturali, <strong>un</strong>o <strong>della</strong> Facoltà <strong>di</strong> Agraria per le<br />

serre, nonché <strong>un</strong> tecnico del Com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> Potenza.<br />

27. Il vincitore risulterà il Consorzio temporaneo <strong>di</strong> imprese “<strong>Basilicata</strong> 4”, che vedeva <strong>un</strong>a<br />

larga prevalenza <strong>di</strong> impren<strong>di</strong>torialità <strong>locale</strong>, al quale viene affidato in seguito anche la progettazione<br />

e la realizzazione del 2° lotto, così da realizzare: laboratori pesanti, serre, corpi centrali,<br />

centrale termica, viabilità e parcheggi.<br />

12


planivolumetrico dell’intera «idea-progetto per coor<strong>di</strong>nate» 28 . Con questa “mossa”<br />

si sposta il soggetto promotore primario dell’opera che <strong>di</strong>venta il Consorzio <strong>di</strong><br />

Imprese “<strong>Basilicata</strong> 4” che si assume, <strong>di</strong> fatto, l’onore <strong>di</strong> “concertare” le operazioni<br />

<strong>di</strong>rettamente con la com<strong>un</strong>ità politica <strong>locale</strong> e con le relative istituzioni.<br />

Il Com<strong>un</strong>e, pur esprimendo parere favorevole ad ospitare la sede<br />

dell’Università, riba<strong>di</strong>sce com<strong>un</strong>que le perplessità e opposizioni tecniche e<br />

sostanziali anche con riferimento alla «idea-progetto per coor<strong>di</strong>nate» e p<strong>un</strong>tualmente<br />

rispetto al sistema <strong>della</strong> viabilità del PRG 29 , ma viene “sconfitto”<br />

dalla nuova coalizione per il progetto sotto al guida congi<strong>un</strong>ta Consorzio-<br />

Università. Il Ministero dei Lavori pubblici, Direzione generale del coor<strong>di</strong>namento<br />

territoriale il 5 <strong>di</strong>cembre 1991 approva com<strong>un</strong>que l’opera, che «seppur<br />

non conforme allo strumento urbanistico com<strong>un</strong>ale, è risultata compatibile<br />

con l’assetto urbanistico <strong>della</strong> zona». A <strong>di</strong>eci anni dall’istituzione <strong>della</strong> nuova<br />

Università e dopo sette anni dalla in<strong>di</strong>viduazione dell’area e dall’avvio <strong>degli</strong><br />

<strong>stu<strong>di</strong></strong> per il progetto e<strong>di</strong>lizio, si potevano realmente aprire i cantieri per la più<br />

grande opera pubblica prevista in città dopo il sisma del 1980.<br />

Ma ci vorranno altri nove anni per completare questi primi due lotti, che<br />

saranno inaugurati ufficialmente dal secondo Rettore, il prof. Gianfranco Boari,<br />

e dopo non poche traversie e incontri, solo l’11 febbraio del 2000.<br />

La l<strong>un</strong>gaggine dei tempi, per la costruzione <strong>della</strong> sede definitiva, mo<strong>di</strong>fica<br />

non solo il cronoprogramma, quanto la politica e<strong>di</strong>lizia interme<strong>di</strong>a per far<br />

fronte al naturale <strong>sviluppo</strong> dell’offerta formativa e alla richiesta <strong>di</strong> spazi per la<br />

ricerca. Così, in attesa, la presenza fisica delle strutture <strong>un</strong>iversitarie si ramificano<br />

nella città e al primo Polo originario dell’Ex Enaoli – via via potenziato<br />

con l’innesto <strong>di</strong> nuovi e<strong>di</strong>fici o l’ampliamento <strong>degli</strong> esistenti, che hanno finito<br />

per saturare lo spazio <strong>di</strong>sponibile – si aggi<strong>un</strong>ge l’acquisto <strong>di</strong> <strong>un</strong>a parte del Palazzo<br />

Galasso (3.500 mq), a ridosso del centro storico, per la Facoltà <strong>di</strong> Lettere,<br />

il Laboratorio linguistico e il primo nucleo <strong>della</strong> Biblioteca interfacoltà; <strong>di</strong><br />

28. Comma 3, art. 81, Dpr 616/77: «la progettazione <strong>di</strong> massima ed esecutiva delle opere<br />

pubbliche <strong>di</strong> interesse statale, da realizzare dagli enti istituzionalmente competenti, per quanto<br />

concerne la loro localizzazione e le scelte del tracciato se <strong>di</strong>fforme dalle prescrizioni e dai vincoli<br />

delle norme o dei piani urbanistici ed e<strong>di</strong>lizi, è fatta dall’Amministrazione statale competente<br />

d’intesa con le Regioni interessate, che devono sentire preventivamente gli Enti locali nel<br />

cui territorio sono previsti gli interventi». Questo comma è stato poi abrogato dall’art. 4 del Dpr<br />

383/94.<br />

29. Cfr. Deliberazione del Consiglio Com<strong>un</strong>ale <strong>di</strong> Potenza n. 84 dell’11 giugno 1991. Il parere<br />

è favorevole alle seguenti con<strong>di</strong>zioni: 1. che si possa rimuovere il vincolo <strong>di</strong> indeficabilità<br />

per problemi geologici espresso dall’Ufficio geologico <strong>della</strong> Regione; 2. che sia salvaguardata<br />

la viabilità <strong>di</strong> Prg; 3. che siano assicurate per le preesistenze e<strong>di</strong>lizie non interessate alle progettate<br />

costruzioni, nonché la continuità <strong>degli</strong> accessi ed il mantenimento del lotto <strong>di</strong> pertinenza.<br />

13


Fig. 1 – La localizzazione delle strutture <strong>un</strong>iversitarie nell’area urbana <strong>di</strong> Potenza: 1. Campus<br />

<strong>di</strong> Macchia Romana (rappresenta il polo tecnico-scientifico con relativo polo bibliotecario delle<br />

facoltà <strong>di</strong> Agraria, Ingegneria, Scienze, il Centro <strong>di</strong> Calcolo, la SISS e parte <strong>della</strong> Amministrazione)<br />

; 2. Complesso ex Enaoli, polo umanistico: ospita la facoltà <strong>di</strong> Lettere e Filosofia<br />

con relativa biblioteca, nonché il Rettorato, l’aula Magna principale, e l’amministrazione centrale;<br />

3. Complesso ospedaliero regionale “San Carlo”; 4. Campo sportivo.<br />

<strong>un</strong>a intera struttura (2.000 mq) nell’area industriale <strong>di</strong> Potenza, per la Facoltà<br />

<strong>di</strong> Ingegneria e i relativi laboratori, e nelle imme<strong>di</strong>ate vicinanze anche <strong>un</strong>a<br />

struttura e<strong>di</strong>lizia incompleta (<strong>di</strong> 1.600 mq, mai finita e quin<strong>di</strong> mai utilizzata)<br />

per ospitare i Laboratori del Dipartimento <strong>di</strong> Chimica; <strong>di</strong> <strong>un</strong>’area nel rione<br />

Francioso per la costruzione delle prime serre <strong>della</strong> facoltà <strong>di</strong> Agraria; <strong>della</strong><br />

mensa <strong>un</strong>iversitaria nel rione Francioso, nonché dell’affitto <strong>di</strong> altre strutture<br />

sparse in città. Ed ovviamente ness<strong>un</strong> intervento <strong>di</strong> residenzialità per studenti<br />

(intervento sostituito dal cosiddetto “contributo posto alloggio” curato<br />

dall’Azienda regionale per il <strong>di</strong>ritto allo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o), che riescono ad avere la prima<br />

“vera” Casa dello studente (50 posti letto) solo dal novembre 1995 quando<br />

viene chiusa la foresteria riservata fino ad allora ai docenti, a seguito dello<br />

smantellamento del Consorzio Lucano Universitario.<br />

14


Il PRG, quin<strong>di</strong>, non <strong>di</strong>aloga con la politica <strong>un</strong>iversitaria, che affida la sua<br />

riorganizzazione interna – in attesa <strong>della</strong> sede definitiva – alle opport<strong>un</strong>ità che<br />

via via si presentano, senza riorganizzarli in <strong>un</strong> “progetto <strong>un</strong>iversità”. La stessa<br />

cosa fa il Com<strong>un</strong>e che considera il soggetto Università come <strong>un</strong> corpo estraneo<br />

innestato in <strong>un</strong> organismo urbano già ipertrofico. Il vero contatto tra le<br />

due “istituzioni” è, paradossalmente, affidato alla “me<strong>di</strong>azione” del mercato<br />

dell’affitto, via obbligatoria sia per il corpo studentesco che <strong>di</strong> quello dei docenti<br />

non residenti, ai quali né l’<strong>un</strong>o né l’altro offrono servizi o riservano opport<strong>un</strong>ità:<br />

l’Ateneo non si dota <strong>di</strong> <strong>un</strong>a politica <strong>della</strong> residenzialità, né la richiede<br />

con forza alla Regione (se si esclude <strong>un</strong> contributo alloggio); il Com<strong>un</strong>e<br />

non prevede nel PRG ness<strong>un</strong>a area a specifica destinazione, per uso o per<br />

tipologia e<strong>di</strong>lizia, per il corpo studentesco, che nel tempo <strong>di</strong>venterà <strong>un</strong>a delle<br />

principali risorse economiche presenti in città.<br />

Entrambi sono lasciati all’arbitrio del mercato e<strong>di</strong>lizio privato, che risponde<br />

tuttavia molto tar<strong>di</strong>vamente ed in modo assolutamente occasionale sia agli<br />

effetti spaziali che alle nuove residenzialità per studenti e personale docente<br />

e/o amministrativo. Questa “estraneità” è riflessa anche nella strumentazione<br />

urbanistica com<strong>un</strong>ale <strong>di</strong> Potenza: ancora oggi le ricadute fisiche<br />

dell’inse<strong>di</strong>amento <strong>un</strong>iversitario in città non sono valutate. Ultimo esempio il<br />

Progetto integrato <strong>di</strong> <strong>sviluppo</strong> urbano <strong>di</strong> Potenza del 2002 30 (strumento legato<br />

all’utilizzo dei fon<strong>di</strong> strutturali dell’Unione Europea organizzati all’interno<br />

del Programma operativo regionale 2000-2006 <strong>della</strong> Regione <strong>Basilicata</strong>) che<br />

de<strong>di</strong>ca pochissime e generiche riflessioni all’Università, come se questa fosse<br />

davvero <strong>un</strong>’entità separata dalla città.<br />

Ciò contrasta con le evidenti ricadute territoriali che in ogni <strong>caso</strong> l’Ateneo Lucano<br />

ha generato nel territorio regionale, a cominciare dal rafforzamento <strong>di</strong> tutto il<br />

comparto <strong>della</strong> conoscenza, tanto da fare entrare la <strong>Basilicata</strong> nel novero delle aree<br />

<strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> interesse statale; ed anche con le ricadute fisiche nella città in<br />

termini <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica dei flussi <strong>di</strong> traffico interni, spostamento <strong>degli</strong> interessi immobiliari,<br />

ulteriore urbanizzazione al contorno del nuovo Polo <strong>di</strong> Macchia Romana.<br />

Segno <strong>di</strong> questo rafforzamento del comparto <strong>della</strong> conoscenza è l’istituzione<br />

<strong>della</strong> Biblioteca Nazionale <strong>di</strong> Potenza (1985), cui segue, dopo l’Accordo <strong>di</strong> programma<br />

(1987) tra il Consiglio Nazionale delle Ricerche e il Ministero per gli Interventi<br />

straor<strong>di</strong>nari nel Mezzogiorno, la nascita dell’Area <strong>di</strong> Ricerca CNR (con<br />

cinque istituti: Materiali speciali; Metodologie avanzate <strong>di</strong> analisi ambientale, Orticultura<br />

industriale, Argille, Stu<strong>di</strong> Federiciani). Ovviamente anche questa attorno<br />

30. Approvato dal Consiglio com<strong>un</strong>ale il 7 luglio del 2002. Lo strumento è legato<br />

all’utilizzo dei fon<strong>di</strong> strutturali europei così come definiti nel Programma operativo regionale<br />

2000-2006 <strong>della</strong> Regione <strong>Basilicata</strong>.<br />

15


a Potenza, certo per motivi sinergici – ma ancora <strong>un</strong>a volta accentrando sul capoluogo<br />

o nel suo imme<strong>di</strong>ato hinterland – in questo <strong>caso</strong> nel Com<strong>un</strong>e limitrofo <strong>di</strong><br />

Tito, ma con se<strong>di</strong> decentrate anche Lagopesole e a Marsiconuovo.<br />

Segno <strong>della</strong> mo<strong>di</strong>fica all’interno <strong>della</strong> città è in<strong>di</strong>rettamente coglibile anche<br />

leggendo il numero <strong>degli</strong> iscritti totali all’Ateneo che a partire dal 2000 hanno superato<br />

la soglia dei 5.000 studenti, (Fig 3) soglia intorno alla quale era stato <strong>di</strong>mensionato<br />

il progetto e<strong>di</strong>lizio iniziale <strong>di</strong> tutto l’Ateneo. Sono questi iscritti che si<br />

riversano nella città quoti<strong>di</strong>anamente e che <strong>un</strong>iti al corpo docente (445 persone) e<br />

a quello non docente (281 persone) hanno finito per influenzare l’uso dello spazio<br />

urbano e spostato anche le f<strong>un</strong>zioni urbane.<br />

E’ questa continua e favorevole risposa verso la formazione <strong>di</strong> livello <strong>un</strong>iversitario,<br />

proveniente dallo spazio regionale, che mo<strong>di</strong>fica anche la traiettoria<br />

verso cui sembrava attestarsi la politica <strong>di</strong> crescita dell’Ateneo sia a livello urbano<br />

<strong>di</strong> Potenza che a livello regionale, che porta a rivedere la filosofia fino ad<br />

allora seguita, centrata sulla realizzazione <strong>di</strong> <strong>un</strong> <strong>un</strong>ico complesso e<strong>di</strong>lizio che<br />

avrebbe dovuto ospitare l’intera com<strong>un</strong>ità <strong>un</strong>iversitaria e i relativi servizi con<br />

l’affidamento <strong>della</strong> progettazione esecutiva in regime <strong>di</strong> concessione attraverso<br />

il sistema del bando progetto-offerta.<br />

Così all’inizio del 1990 (in <strong>un</strong>a fase <strong>di</strong> assoluta incertezza, non essendo<br />

conclusa ancora la vicenda dell’approvazione finale dell’originario progetto e<br />

<strong>della</strong> sua organizzazione in cinque lotti f<strong>un</strong>zionali, <strong>di</strong> cui i primi due già dati<br />

in concessione) l’Amministrazione dell’Ateneo cambia completamente rotta,<br />

formando <strong>un</strong> apposito “Gruppo <strong>di</strong> progettazione integrale e coor<strong>di</strong>nata” composto<br />

da professori interni all’Università e da alc<strong>un</strong>i professionisti esterni <strong>di</strong><br />

fiducia 31 per rilanciare, su nuove basi, le fasi <strong>della</strong> costruzione del complesso<br />

<strong>un</strong>iversitario. E’ l’attività <strong>di</strong> questo gruppo che porta poi anche a ridefinire<br />

l’intero assetto delle se<strong>di</strong> <strong>un</strong>iversitarie in città, nonché la richiesta <strong>di</strong> finanziamento<br />

per il completamento <strong>della</strong> struttura <strong>di</strong> Macchia Romana all’Unione<br />

31. Il motivo ufficiale è quello <strong>di</strong> «dotarsi <strong>di</strong> <strong>un</strong> parco progetti esecutivi, da seguire man<br />

mano che si rendano <strong>di</strong>sponibili i finanziamenti relativi», in «Dall’idea al progetto….», cit., p.<br />

27, nella realtà vi era stata la scelta <strong>di</strong> controllare dall’interno la progettazione delle opere, stante<br />

la scarsa qualità progettuale <strong>di</strong>mostrata dal Consorzio <strong>di</strong> Imprese “<strong>Basilicata</strong> 4” che si tramuterà<br />

anche in scarsissima qualità realizzativa dei primi due lotti. Questo nuovo gruppo <strong>di</strong> progettazione<br />

è composto dai professori Filiberto Lembo (coor<strong>di</strong>natore), Carlo Manzo, Franco<br />

Braga, Mauro Fiorentino, Carlo Manera, e Renato Fuccella, e dai professionisti esterni Pasquale<br />

D’Auria e Valentino Mareggi. E’ questo gruppo che farà il progetto esecutivo <strong>della</strong> restante<br />

parte del complesso (e tutte le mo<strong>di</strong>fiche successive); mentre Lembo e Manzo firmeranno<br />

l’interessante progetto a pianta triangolare <strong>della</strong> Biblioteca (ancora non realizzata), cfr. «Il progetto<br />

per la Biblioteca Centrale dell’Università <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong>», in <strong>Basilicata</strong> Università, n.<br />

14, 1993. All’arch. Maurizio Clerici verranno poi affidate le progettazioni <strong>degli</strong> impianti sportivi,<br />

compreso <strong>un</strong> palazzetto dello sport (attualmente è stato realizzato solo il centro tennis).<br />

16


Fig. 2 – Stralci dal planivolumetrico del 3º lotto del Campus <strong>di</strong> Macchia Romana: in alto<br />

<strong>un</strong>a veduta <strong>di</strong> insieme a volo d’uccello, dall’anfiteatro all’aperto, del corpo principale<br />

dell’e<strong>di</strong>ficio lineare; in basso i due principali corpi laterali <strong>della</strong> facoltà <strong>di</strong> Agraria, al centro<br />

i lucernari delle aule sottostanti<br />

Europea, che non prevedeva contributi per strutture che ospitassero corsi <strong>di</strong> formazione<br />

<strong>di</strong> matrice umanistica, che in<strong>di</strong>rizza gli organi amministrativi<br />

dell’Ateneo a rivedere l’intera filosofia del progetto a Potenza.<br />

Prende così corpo l’idea <strong>di</strong> non abbandonare il primo inse<strong>di</strong>amento “storico”<br />

dell’Università nell’ex Enaoli, il cosiddetto primo polo, sia per motivi logistici,<br />

17


Fig. 3 – Veduta <strong>della</strong> conca <strong>di</strong> Macchia Romana verso Ovest, in primo piano la struttura<br />

dell’Università, sullo sfondo il complesso dell’Ospedale regionale “San Carlo”<br />

Fig. 4 – Veduta <strong>della</strong> conca <strong>di</strong> Macchia Romana verso Est, in evidenza la linearità<br />

dell’e<strong>di</strong>ficio e il suo impatto con il paesaggio circostante, sullo sfondo l’area cimiteriale<br />

che soprattutto localizzativi, ricadendo la struttura nell’ambito “1° Centro Direzionale”<br />

citta<strong>di</strong>no, in prossimità del Palazzo del Trib<strong>un</strong>ale, <strong>della</strong> costruenda Autostazione<br />

dei collegamenti extraurbani (seppur ancora oggi non finita), <strong>di</strong> due<br />

delle principali banche locali: quella <strong>di</strong> Pescopagano e quella <strong>di</strong> Lucania (poi si<br />

fonderanno insieme per dare vita alla Banca Me<strong>di</strong>terranea) e che nel corso <strong>degli</strong><br />

anni attireranno altri gli sportelli <strong>di</strong> altri istituti, alla sede regionale dell’Anas e a<br />

quella <strong>della</strong> Telecom, ma soprattutto adagiato l<strong>un</strong>go l’asse <strong>di</strong> collegamento tra<br />

la principale stazione ferroviaria <strong>della</strong> città e il centro storico. Un’area d<strong>un</strong>que<br />

centrale e strategica nello scacchiere urbano. L’assetto definitivo dell’Università<br />

<strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong> a Potenza viene così articolato in due <strong>di</strong>stinti poli: <strong>un</strong>o Tecnico-<br />

Scientifico per le Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria, Agraria, e Scienze, nonché i principali<br />

servizi <strong>di</strong> Ateneo e la Biblioteca centrale localizzato nell’area <strong>di</strong> Macchia Ro-<br />

18


mana; l’altro Umanistico per la Facoltà <strong>di</strong> Lettere e Filosofia localizzato in ambito<br />

urbano, nell’area dell’ex Enaoli (che attualmente ospita anche gli uffici del<br />

Rettorato e dell’Amministrazione centrale, in attesa <strong>di</strong> <strong>un</strong> loro trasferimento nel<br />

campus <strong>di</strong> Macchia Romana) 32 .<br />

1.4. I rapporti con la pianificazione urbanistica <strong>locale</strong> a Matera<br />

Discorso <strong>di</strong>verso per il <strong>caso</strong> <strong>di</strong> Matera: dove la “riven<strong>di</strong>cazione” <strong>di</strong> <strong>un</strong>a sede<br />

<strong>locale</strong> è sempre stata vista come momento <strong>di</strong> ricucitura e <strong>di</strong> integrazione tra politiche<br />

<strong>di</strong> <strong>sviluppo</strong> e politiche <strong>di</strong> assetto urbano. Matera è tuttavia <strong>un</strong> <strong>caso</strong> a sé<br />

sia nel panorama regionale che in quello del meri<strong>di</strong>one continentale. La città è<br />

al centro <strong>di</strong> <strong>un</strong> ritrovato interesse economico e <strong>di</strong> <strong>un</strong> nuovo protagonismo istituzionale<br />

che ha rilanciato la f<strong>un</strong>zione <strong>di</strong> “città frontiera” a cavallo <strong>di</strong> due territori<br />

(area Murgiana e area Lucana); e <strong>di</strong> “città scrigno” per l’immenso valore immateriale<br />

rappresentato dai “Sassi” che ha ritrovato nuovo vigore quando, nel<br />

1993, l’area è stata inserita nell’elenco Unesco dei siti Patrimonio dell’Umanità.<br />

Lo stesso Progetto integrato <strong>di</strong> <strong>sviluppo</strong> urbano <strong>di</strong> Matera del 2003 33 si in<strong>di</strong>rizza<br />

in questa <strong>di</strong>rezione, riconoscendo alla città anche <strong>un</strong> ruolo <strong>un</strong>iversitario<br />

robusto per la presenza <strong>di</strong> centri <strong>di</strong> ricerca e <strong>di</strong> sperimentazione scientifica cui si<br />

connette la “naturale” testimonianza scritta nel “testo” dei Sassi.<br />

Per la verità era proprio questa l’originaria intenzione <strong>degli</strong> organi accademici<br />

dell’Università <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong>, quando avevano proposto <strong>di</strong> inserire nel<br />

Piano quadriennale <strong>di</strong> <strong>sviluppo</strong> del sistema <strong>un</strong>iversitario italiano (1986-1990)<br />

l’istituzione a Matera <strong>di</strong> <strong>un</strong> Corso <strong>di</strong> laurea in Beni culturali e <strong>di</strong> <strong>un</strong>a relativa<br />

Scuola <strong>di</strong> specializzazione in Archeologia, ottenendo per altro solo<br />

quest’ultima. L’apertura <strong>della</strong> Scuola coincide anche con l’ann<strong>un</strong>cio ufficiale 34<br />

del riconoscimento <strong>della</strong> sede <strong>di</strong> Matera come “Secondo Polo territorialedell’Università<br />

<strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong>. Polo che ha vissuto alti e bassi tra ann<strong>un</strong>ci <strong>di</strong><br />

imme<strong>di</strong>ato decollo, come la sban<strong>di</strong>erata apertura del triennio del Corso <strong>di</strong> laurea<br />

in Ingegneria Elettronica, ottenuto con il successivo Piano quadriennale <strong>di</strong> <strong>sviluppo</strong><br />

del sistema <strong>un</strong>iversitario italiano, e veri avvii, come l’apertura dei corsi<br />

per i Diplomi <strong>un</strong>iversitari e le Scuole <strong>di</strong> specializzazione o a fini speciali.<br />

32. G. Boari, Relazione inaugurale del campus <strong>di</strong> Macchia Romana, Potenza 11 febbraio<br />

2000 (mimeo).<br />

33. Approvato dal Consiglio com<strong>un</strong>ale il 21 gennaio del 2003.<br />

34. Materializzato anche con l’apertura dell’anno accademico 1991/92 proprio a Matera il 7<br />

febbraio 1992, dove il Com<strong>un</strong>e aveva concesso in comodato l’ex Casa dello studente.<br />

19


Fig. 5 – La localizzazione delle strutture <strong>un</strong>iversitarie nell’area urbana <strong>di</strong> Matera: 1. Facoltà<br />

<strong>di</strong> Ingegneria ed Agraria; 2. Facoltà <strong>di</strong> Lettere e Filosofia; 3. Campo sportivo; 4.<br />

L’area dei Sassi (in tratteggio)<br />

In ogni <strong>caso</strong> si è connotata come sede <strong>di</strong> margine in <strong>un</strong> territorio <strong>di</strong>stante<br />

dell’Ateno Lucano, nonostante le poche e piccole se<strong>di</strong> siano tutte integrate nel<br />

tessuto citta<strong>di</strong>no, almeno fino a quando non sono stati aperti dei veri e propri<br />

corsi <strong>di</strong> laurea per iniziativa autonoma delle Facoltà, come vedremo in seguito.<br />

1.5. Consistenza del Polo <strong>di</strong> Potenza<br />

Il polo <strong>di</strong> Potenza è costituito da <strong>un</strong>a serie <strong>di</strong> plessi sparsi per la città. I tre<br />

plessi principali in uso nella sede <strong>un</strong>iversitaria <strong>di</strong> Potenza hanno <strong>un</strong>a superficie<br />

<strong>di</strong> circa mq 11.990 (plesso ex Enaoli, in comodato d’uso da parte <strong>della</strong> Regione<br />

<strong>Basilicata</strong>), <strong>di</strong> circa mq 63.746 (plesso <strong>di</strong> Macchia Romana, <strong>di</strong> proprietà) e <strong>di</strong><br />

mq circa 3.680 (plesso <strong>di</strong> via Acerenza, <strong>di</strong> proprietà); quest’ultimo fino a pochi<br />

anni fa era sede <strong>della</strong> Facoltà <strong>di</strong> Lettere e Filosofia <strong>di</strong> Potenza. Sono inoltre in<br />

uso dell’Ateneo in Potenza 76 aule, 21 laboratori <strong>di</strong>dattici tecnico-scientifici, 2<br />

laboratori <strong>di</strong>dattici informatici, 5 laboratori <strong>di</strong>dattici tecnico-linguistici o multime<strong>di</strong>ali,<br />

4 sale <strong>di</strong> lettura in biblioteca per gli studenti e altrettante sale <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o<br />

loro de<strong>di</strong>cate, per complessivi 500 posti <strong>di</strong>sponibili.<br />

20


Il plesso <strong>di</strong> Macchia Romana oltre ad ospitare le se<strong>di</strong> dei principali Dipartimenti<br />

e Facoltà, possiede altresì gli spazi più rilevanti per lo svolgimento dei<br />

compiti d’istituto. Gli spazi però, sono <strong>di</strong> continuo riorganizzati a causa dei<br />

ricorrenti interscambi fra le facoltà presenti, vista anche la possibilità <strong>di</strong> concentrazione<br />

in esso delle attività <strong>di</strong>dattiche e <strong>di</strong> ricerca più rilevanti e, quin<strong>di</strong>,<br />

progressivamente abbandonare tutte le se<strong>di</strong> me<strong>di</strong>o-piccole, ossia eliminare la<br />

polverizzazione delle se<strong>di</strong> <strong>un</strong>iversitarie, che comporta <strong>un</strong>a <strong>di</strong>somogenea capacità<br />

d’intervento su <strong>di</strong> esse e l’aumento notevole dei costi <strong>di</strong> gestione.<br />

Gli altri quattro plessi siti in Potenza, tutti <strong>di</strong> proprietà o in uso da parte<br />

dell’Ateneo, constano complessivamente <strong>di</strong> mq 8.480, <strong>di</strong> cui, però, utili mq solo<br />

6.970, ossia poco più <strong>della</strong> metà <strong>degli</strong> spazi in uso presso il plesso centrale ex<br />

Enaoli. Detti plessi, alc<strong>un</strong>i in uso altri no, non sono neppure omogenei quanto a<br />

superficie: il più piccolo (via Tansillo) è <strong>di</strong> soli mq 690; il più grande quello <strong>di</strong><br />

via <strong>della</strong> Tecnica (mq 3.050).<br />

Tab. 2 – Potenza e Matera la consistenza (2003 – 2004)<br />

Dati Miur Dati forniti dagli atenei<br />

Estensione territoriale in Ha - 35<br />

Superficie coperta in mq - 482.420<br />

Numero studenti iscritti 7.667 8.123 1<br />

Numero studenti in corso 4.989 6.028<br />

Numero studenti provenienti dalla stessa provincia 6.266 2 6.577 3<br />

Numero studenti provenienti dalla stessa regione 6.266 6.577 3<br />

Numero <strong>di</strong> facoltà 4 4<br />

Numero dei corsi <strong>di</strong> laurea 58 38 4<br />

Numero master <strong>di</strong> 1 e 2 livello 0 24<br />

Numero <strong>di</strong> posti <strong>di</strong> dottorato 16 16<br />

Estensione in Ha del territorio zonizzato per attività<br />

<strong>un</strong>iversitaria<br />

- 40<br />

1<br />

Il dato rileva tutti gli iscritti a qualsiasi titolo all’<strong>un</strong>iversità compresi i corsi <strong>di</strong> Dottorato e i corsi <strong>di</strong> Master<br />

2<br />

Qui sono stati considerati gli studenti provenienti dalle province <strong>di</strong> Potenza (4.420) e Matera (1.383)<br />

3<br />

(Potenza 4.980 - Matera 1.597)<br />

4<br />

Numero dei corsi <strong>di</strong> laurea: 23; Numero corsi <strong>di</strong> laurea specialistica: 15<br />

Elaborazione da Fonte MIUR – Ufficio <strong>di</strong> statistica. Indagine sull’istruzione <strong>un</strong>iversitaria<br />

1.6. Andamento <strong>degli</strong> iscritti e offerta formativa<br />

La scarsa infrastrutturazione del bacino <strong>di</strong> utenza dell’Ateneo con sede a Potenza<br />

si è riflesso sulla provenienza <strong>degli</strong> iscritti che sostanzialmente si “schiacciano”<br />

nell’hinterland più prossimo alla città (Fig. 6), e sullo stesso com<strong>un</strong>e ca-<br />

21


poluogo (Fig. 7) 35 . L’Ateneo, quin<strong>di</strong>, più che <strong>un</strong> servizio offerto all’intera com<strong>un</strong>ità<br />

regionale, tende ad essere <strong>un</strong> servizio raro ad uso prevalente <strong>della</strong> popolazione<br />

studentesca <strong>della</strong> città e dell’hinterland, <strong>di</strong>venendo così <strong>un</strong>a componente<br />

delle f<strong>un</strong>zioni urbane fra le altre, con scarsa attrattività per l’esterno. Il dato è<br />

confermato sia leggendo le provenienze <strong>degli</strong> iscritti all’ateneo rispetto ai com<strong>un</strong>i<br />

lucani (Fig. 9) – dove emerge <strong>un</strong>a forte correlazione con i principali assi viari<br />

– sia analizzando la provenienza <strong>degli</strong> iscritti rispetto alle regioni contermini<br />

(Fig. 6).<br />

num ero iscritti<br />

8000<br />

7000<br />

6000<br />

5000<br />

4000<br />

3000<br />

2000<br />

1000<br />

0<br />

83/84<br />

84/85<br />

85/86<br />

86/87<br />

87/88<br />

88/89<br />

89/90<br />

90/91<br />

91/92<br />

92/93<br />

93/94<br />

94/95<br />

95/96<br />

96/97<br />

97/98<br />

98/99<br />

99/00<br />

00/01<br />

01/002<br />

02/003<br />

03/004<br />

Iscritti totali Ateneo Iscritti residenti a Poetenza Iscritti Hinterland <strong>di</strong> Pote<br />

Iscritti resti Provincia <strong>di</strong> Potenza Iscritti Provincia <strong>di</strong> Matera Iscritti Regione PUGLIA<br />

Iscritti Regione CAMPANIA Iscritti altre Regioni<br />

Fig. 6 – Iscritti totali nell’ateneo per principali aree <strong>di</strong> residenza<br />

Fonte: ns. elaborazione su dati Ufficio statistica dell’Università <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong><br />

35. In <strong>un</strong>a precedente ricerca riferita a.a. 1996/97 sugli iscritti totali all’Ateno queste sono<br />

risultate essere le provenienze: il 31,8% erano residenti nel solo com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> Potenza; mentre <strong>un</strong><br />

altro 37,5% nella restante provincia. Di contro, nella provincia <strong>di</strong> Matera erano residenti solo il<br />

12,7% del totale. Il resto era residente nelle regioni limitrofe: Campania 7,3%; Puglia 5,7%;<br />

Calabria 1%; 3,9% in altre parti d’Italia; ed appena 0,1%, cfr. il ns. «Il ruolo del capoluogo regionale»,<br />

cit., p. 183.<br />

22


Ad oltre venti anni dall’istituzione dell’Ateneo, i com<strong>un</strong>i dell’hinterland del<br />

capoluogo regionale hanno ancora <strong>un</strong> peso relativo molto alto, rispetto al totale<br />

delle provenienze <strong>degli</strong> studenti, per questo non sbagliamo affermando che, nonostante<br />

il richiamo alla regione geografica nel titolo dell’Università, la sua reale<br />

configurazione è quella <strong>di</strong> <strong>un</strong> ateneo “territorialmente ristretto” e legato<br />

all’accessibilità. In<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> questa con<strong>di</strong>zione il costante trend <strong>di</strong> provenienze<br />

dalla Campania, che pur offrendo <strong>un</strong> sistema <strong>un</strong>iversitario più consolidato e <strong>di</strong><br />

vecchissima tra<strong>di</strong>zione, genere <strong>un</strong>a domanda extra-regionale che si in<strong>di</strong>rizza<br />

verso la <strong>Basilicata</strong> proprio in ragione dell’accessibilità.<br />

E’ la presenza dell’<strong>un</strong>ico collegamento veloce, la strada statale Basentana, e<br />

i collegamenti stabili sia su ruota che su ferro – presenti in questa relazione –<br />

che estendono il bacino <strong>di</strong> utenza verso l’area del Vallo <strong>di</strong> Diano e la piana del<br />

Sele. La situazione tende a mo<strong>di</strong>ficarsi col tempo, ma si manifesta in maniera<br />

significativa negli anni Novanta quando comincia a <strong>di</strong>spiegarsi il “Polo <strong>un</strong>iversitario<br />

materano” – fino ad allora politicamente ostacolato 36 – secondo <strong>un</strong>a ipotesi<br />

<strong>di</strong> decentramento soft <strong>di</strong> <strong>un</strong>a parte dell’offerta formativa <strong>un</strong>iversitaria.<br />

numero iscritti<br />

2000<br />

1800<br />

1600<br />

1400<br />

1200<br />

1000<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

0<br />

83/84<br />

84/85<br />

85/86<br />

86/87<br />

87/88<br />

88/89<br />

89/90<br />

90/91<br />

91/92<br />

92/93<br />

23<br />

93/94<br />

94/95<br />

95/96<br />

96/97<br />

97/98<br />

98/99<br />

99/00<br />

00/01<br />

Fig. 7 – Andamento <strong>degli</strong> iscritti all’Ateneo residenti nel Com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> Potenza<br />

Fonte: ns. elaborazione su dati Ufficio statistico USB<br />

01/002<br />

02/003<br />

36. «L’esigenza, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> dotare Matera <strong>di</strong> alc<strong>un</strong>e strutture <strong>un</strong>iversitarie, accanto a quella<br />

<strong>di</strong> facilitare le com<strong>un</strong>icazioni con il capoluogo <strong>della</strong> regione, venne prospettata per la prima<br />

volta e con convinzione nel 1984 pur non trovando consonanza <strong>di</strong> intenti da <strong>un</strong>a parte cospicua<br />

<strong>della</strong> classe politica regionale che riba<strong>di</strong>va con forza il dettato <strong>della</strong> legge istitutiva che in<strong>di</strong>cava<br />

Potenza quale sede dell’Università lucana», C.D. Fonseca, L’Università <strong>degli</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong>:<br />

utopia e progetto, cit. p. 25. Dall’a.a. 1991/92 la città ospita la Scuola <strong>di</strong> Specializzazione<br />

in Archeologia; l’anno successivo i primi Diplomi Universitari: Produzioni animali e Produzioni<br />

vegetali (<strong>della</strong> Facoltà <strong>di</strong> Agraria) e Ingegneria dell’ambiente e delle risorse (<strong>della</strong> Facoltà<br />

<strong>di</strong> Ingegneria), cui si aggi<strong>un</strong>ge dall’a.a. 1995/96 quello <strong>di</strong> Gestione tecnica ed amministrativa in<br />

agricoltura (sempre <strong>della</strong> Facoltà <strong>di</strong> Agraria).<br />

03/004


numero Iscritti<br />

250<br />

200<br />

150<br />

100<br />

50<br />

0<br />

83/84<br />

85/86<br />

87/88<br />

89/90<br />

91/92<br />

Avigliano Baragiano Bella Brin<strong>di</strong>si <strong>di</strong> Montagna<br />

Filiano Picerno Pietragalla Pignola<br />

24<br />

93/94<br />

95/96<br />

Ruoti Satriano <strong>di</strong> Lucania Vaglio <strong>Basilicata</strong><br />

Fig. 8 – Andamento <strong>degli</strong> iscritti all’Ateneo residenti nei com<strong>un</strong>i dell’hinterland <strong>di</strong> Potenza<br />

Fonte: ns. elaborazione su dati Ufficio statistico USB<br />

Viabilità Principale<br />

Ferrovia<br />

Numero Iscritti<br />

4 - 221<br />

221 – 586<br />

586 - 1346<br />

1346 – 2874<br />

2874<br />

Fig. 9 – Peso dei com<strong>un</strong>i sugli iscritti all’Ateneo nel 2003/04 e principali assi viari<br />

Fonte: ns. elaborazione su dati Ufficio statistico USB<br />

97/98<br />

99/00<br />

01/002<br />

03/004


Ma si rafforza con più evidenza all’inizio del decennio seguente quando – anticipando<br />

localmente la riforma dei cicli <strong>un</strong>iversitari – è stata aperta per “clonazione”<br />

37 imperfetta (nel senso che si offrono almeno per i primi anni gli<br />

stessi corsi <strong>di</strong> laurea presenti a Potenza, senza istituire nuove facoltà o decentrare<br />

l’amministrazione, ma solo la <strong>di</strong>dattica) la sede <strong>un</strong>iversitaria <strong>di</strong> Matera<br />

(Tab. 4) che ha generato <strong>un</strong> forte aumento delle iscrizioni sia provenienti dalla<br />

provincia (Fig. 11) che dalla Puglia (Fig. 12).<br />

Un in<strong>di</strong>catore forte è l’andamento delle iscrizioni, che ha subito, specialmente<br />

negli ultimi anni, i riflessi, d<strong>un</strong>que, <strong>di</strong> due fattori principali:<br />

• l’apertura del nuovo polo <strong>di</strong> Matera<br />

• la mo<strong>di</strong>fica dell’offerta formativa, con l’anticipazione dei nuovi cicli formativi,<br />

e la presenza <strong>di</strong> <strong>un</strong> rapporto docenti/studenti particolarmente basso.<br />

Un piccolo segno interessante si manifesta già nel periodo 1993-1995, durante<br />

il quale l’attrazione dell’Università si estende verso due regioni limitrofe:<br />

Campania e Puglia e in misura minore anche la Calabria. Certo i dati quantitativi<br />

sono modesti rispetto al totale complessivo, ma significativi.<br />

Purtroppo il consolidamento del Polo <strong>di</strong> Matera, abbandonando la prima<br />

impostazione <strong>di</strong> decentramento soft per specializzazione ed aumento<br />

dell’offerta formativa 38 , e su iniziativa delle singole Facoltà (Ingegneria e Agraria<br />

in primis, e successivamente anche <strong>di</strong> Lettere) e non già dall’Ateneo, si<br />

sviluppa sull’idea <strong>di</strong> <strong>un</strong> potenziamento <strong>della</strong> sola offerta formativa <strong>di</strong>dattica<br />

verso <strong>un</strong> sub-ambito scarsamente collegato con la sede principale e da sempre<br />

territorio <strong>di</strong> riferimento per il sistema <strong>un</strong>iversitario pugliese, ma “speculativamente”<br />

nasce anche dalla cospicua presenza <strong>di</strong> docenti pendolari residenti<br />

proprio nell’interland barese che, nella nuova sede, avrebbero visto significativamente<br />

migliorare le proprie con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita.<br />

37. Il modello per cloni «avviene trasferendo strutture <strong>un</strong>iversitarie, app<strong>un</strong>to clonate, dalla<br />

sede madre ad <strong>un</strong>a sede decentrata facendo primariamente riferimento ad ipotesi <strong>di</strong> riequilibrio<br />

territoriale dei flussi dell’utenza formulate in base ad analisi delle provenienze e <strong>della</strong> composizione<br />

<strong>della</strong> popolazione studentesca. In questa tipologia le caratteristiche socio-economiche del<br />

luogo sono secondarie, mentre hanno più rilievo – nel migliore dei casi – quelle <strong>di</strong> accessibilità<br />

delle nuove localizzazioni», D. Fanfano, L’<strong>un</strong>iversità del territorio. Reti regionali per lo <strong>sviluppo</strong><br />

<strong>locale</strong>: il <strong>caso</strong> toscano, Alinea, Firenze 2001, p. 52.<br />

38. Fin dal 1985: «il progetto <strong>di</strong> <strong>un</strong> polo <strong>un</strong>iversitario materano si precisò con più niti<strong>di</strong><br />

contorni in rapporto alla identità <strong>della</strong> Città dei Sassi: si ipotizzò <strong>un</strong>a realtà <strong>un</strong>iversitaria mirata<br />

intorno a Facoltà e Corsi <strong>di</strong> laurea che, in sintonia con la specificità <strong>della</strong> filosofia istitutiva<br />

dell’Ateneo, privilegiavano i settori dei Beni Culturali e delle Scienze Ambientali non presenti<br />

né a Potenza, né a Bari», C.D. Fonseca, L’Università <strong>degli</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong>: utopia e progetto,<br />

cit. p. 25.<br />

25


Tab 3. - Immatricolati all’ateneo per regioni <strong>di</strong> provenienza<br />

Abruzzo<br />

<strong>Basilicata</strong><br />

Calabria<br />

Campania<br />

Friuli V. G.<br />

Lazio<br />

Liguria<br />

Lombar<strong>di</strong>a<br />

83/84 0 584 0 9 1 0 0 0 0 0 0 5 0 0 0 0 0 26<br />

84/85 0 708 0 16 1 0 0 0 0 0 0 9 0 0 0 0 0 31<br />

85/86 0 931 2 21 2 0 0 1 0 0 0 19 0 0 0 0 0 36<br />

86/87 0 1155 5 39 2 3 0 2 0 0 0 36 0 1 0 0 0 50<br />

87/88 0 1411 7 60 2 3 0 3 0 0 0 47 0 1 0 0 0 76<br />

88/89 0 1688 5 78 2 4 0 4 0 0 0 66 0 0 0 0 0 83<br />

89/90 0 1931 8 97 3 3 0 3 0 0 1 79 0 0 0 0 0 94<br />

90/91 0 1553 8 98 4 2 0 4 0 0 0 52 1 1 0 0 0 82<br />

91/92 0 2393 19 150 5 5 0 4 0 0 1 92 2 1 0 0 1 96<br />

92/93 0 2747 23 173 5 8 0 4 0 0 0 120 1 0 1 0 1 110<br />

93/94 1 3038 26 219 5 8 0 5 1 2 0 150 2 1 1 0 1 100<br />

94/95 1 3310 34 266 5 9 0 7 1 3 0 163 2 3 1 0 1 96<br />

95/96 3 3214 46 295 6 5 1 8 1 3 0 183 3 5 0 0 0 83<br />

96/97 2 3553 48 314 6 4 1 7 1 3 0 223 2 6 0 7 1 55<br />

97/98 2 3887 48 361 4 5 0 5 1 2 0 253 1 6 0 0 3 54<br />

98/99 2 4201 48 393 4 4 0 2 1 2 0 299 1 7 1 0 2 37<br />

99/00 2 4316 48 386 4 4 0 5 1 2 0 362 0 8 0 0 3 10<br />

00/01 2 4623 53 405 3 8 0 5 1 2 0 457 1 9 0 0 5 8<br />

01/02 2 5463 57 432 3 11 0 6 1 2 1 651 2 6 0 1 7 9<br />

02/03 2 6108 61 501 4 17 0 7 1 4 2 800 3 9 0 5 5 14<br />

03/04 3 6577 60 520 6 13 0 4 3 5 1 890 1 13 0 9 3 15<br />

numero iscritti<br />

7000<br />

6000<br />

5000<br />

4000<br />

3000<br />

2000<br />

1000<br />

0<br />

83/84<br />

84/85<br />

85/86<br />

86/87<br />

87/88<br />

88/89<br />

Fig 10 – Andamento <strong>degli</strong> studenti iscritti residenti in <strong>Basilicata</strong><br />

Fonte: ns. elaborazione su dati Ufficio statistico USB<br />

89/90<br />

90/91<br />

91/92<br />

26<br />

Marche<br />

92/93<br />

Molise<br />

93/94<br />

Piemonte<br />

94/95<br />

95/96<br />

Puglia<br />

96/97<br />

Sardegna<br />

97/98<br />

Sicilia<br />

98/99<br />

Toscana<br />

99/00<br />

00/01<br />

Umbria<br />

01/002<br />

Veneto<br />

02/003<br />

N. D.<br />

03/004


Potenziare l’offerta formativa su territori relativamente lontani non è <strong>un</strong>a<br />

novità, tutta l’esperienza <strong>della</strong> cosiddetta <strong>di</strong>stance learning <strong>un</strong>iversity (in Italia<br />

il Consorzio Nett<strong>un</strong>o è <strong>un</strong>a testimonianza), cioè dell’<strong>un</strong>iversità dematerializzata,<br />

è significativa in questo senso. Solo che nel <strong>caso</strong> del Polo <strong>di</strong> Matera si opta per<br />

“materializzare” la sola offerta <strong>di</strong>dattica in <strong>un</strong>a struttura polif<strong>un</strong>zionale, giustificando<br />

questa scelta con motivazioni <strong>di</strong> riequilibrio territoriale e com<strong>un</strong>que <strong>di</strong><br />

accesso e pari opport<strong>un</strong>ità per l’intera com<strong>un</strong>ità studentesca regionale.<br />

Non bisogna meravigliarsi <strong>di</strong> ciò, perché sotto il profilo <strong>della</strong> <strong>di</strong>pendenza<br />

«rimane ancora sostanzialmente inalterata la sud<strong>di</strong>visione “storica” <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong><br />

in due gran<strong>di</strong> aree <strong>di</strong> gravitazione: quella occidentale, orientata verso<br />

l’area metropolitana campana, e quella orientale gravitante sui sistemi urbani<br />

<strong>di</strong> Bari e Taranto. Le stesse città <strong>di</strong> Potenza e Matera, nonostante abbiano assorbito<br />

negli ultimi decenni gran parte <strong>degli</strong> incrementi regionali <strong>di</strong> occupazione<br />

nei cosiddetti settori “urbani” (trasporti e com<strong>un</strong>icazioni, servizi <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to<br />

e assicurazione, attività commerciali, pubblica amministrazione, ecc.) e<br />

pur contribuendo ad ampliare il ceto me<strong>di</strong>o, continuano a caratterizzarsi come<br />

luoghi <strong>di</strong> concentrazione dell’apparato amministrativo prevalentemente parassitario<br />

e <strong>di</strong> massimizzazione <strong>della</strong> ren<strong>di</strong>ta e<strong>di</strong>lizia, anziché come centri urbani<br />

al servizio <strong>della</strong> popolazione regionale» 39 .<br />

Tab. 4 – L’offerta formativa nel polo <strong>di</strong> Matera nell’a.a. 2001/02<br />

Facoltà Corsi <strong>di</strong> laurea<br />

Ingegneria<br />

Ingegneria Civile<br />

Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio<br />

Ingegneria E<strong>di</strong>le<br />

Ingegneria Meccanica<br />

Ingegneria delle Telecom<strong>un</strong>icazioni<br />

Lettere e filosofia Conservazione e Trasmissione delle Memorie Storiche<br />

Operatore dei Beni Culturali<br />

Agraria Tecnologie Agrarie<br />

Fonte: Manifesto <strong>degli</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> USB, a.a. 2001/02<br />

39. L. Cuoco, «<strong>Basilicata</strong>», in V. Cao Pinna, a cura <strong>di</strong>, Le regioni del Mezzogiorno, Il Mulino,<br />

Bologna 1979, p. 470. Nonostante siano trascorsi circa venticinque anni da questo giu<strong>di</strong>zio,<br />

la situazione attuale sostanzialmente permane. Giocano a questa permanenza sia la <strong>di</strong>fficoltà<br />

<strong>di</strong> collegamento tra le due città dovute all’orografia del territorio (110 km e circa 110 minuti<br />

<strong>di</strong> tempo necessario) sia l’assenza <strong>di</strong> relazioni economiche tra i due ambiti urbani e i rispettivi<br />

territori (evidenziati anche dalla carenza <strong>di</strong> collegamenti pubblici tra le due città: solo <strong>un</strong>a doppia<br />

corsa <strong>di</strong> pulman veloci e quattro corse <strong>di</strong> servizi ferroviari con <strong>un</strong> tempo <strong>di</strong> percorrenza minimo<br />

<strong>di</strong> 3 ore e massimo <strong>di</strong> quasi 5). Solo da due anni è attiva <strong>un</strong>a navetta <strong>un</strong>iversitaria tra i due<br />

poli <strong>di</strong> Potenza e Matera che impiega com<strong>un</strong>que 2 ore <strong>di</strong> viaggio.<br />

27


Il com<strong>un</strong>e <strong>di</strong> Matera (localizzato proprio sul confine regionale pugliese) ha<br />

<strong>un</strong> bacino <strong>di</strong> utenza anche extra-regionale, dovuto da <strong>un</strong> lato alla naturale area<br />

gravitazionale <strong>della</strong> città verso la Puglia, e dall’altro alla presenza <strong>di</strong> <strong>un</strong>’offerta<br />

formativa <strong>di</strong>versa da quella impartita nelle se<strong>di</strong> <strong>un</strong>iversitarie pugliesi.<br />

L’aumento delle provenienze dalla Puglia comincia a <strong>di</strong>ventare significativo<br />

proprio a valle <strong>di</strong> questa scelta, ed è legato all’apertura proprio del Polo <strong>di</strong> Matera.<br />

Il paradosso è com<strong>un</strong>que <strong>un</strong> altro. Matera è <strong>un</strong>o dei siti storico-culturali più<br />

conosciuti del meri<strong>di</strong>one d’Italia: l’area dei Sassi è tutelata dall’Unesco; le chiese<br />

rupestri sono salvaguardate dall’omonimo parco regionale; i siti archeologici<br />

del Metapontino e il relativo museo, la costa, il largo arenile e <strong>un</strong> ambiente in<br />

parte ancora intatto, fanno <strong>di</strong> quest’area la principale risorsa turistica <strong>della</strong> Regione.<br />

E’ <strong>un</strong>’area che ospita il cosiddetto <strong>di</strong>stretto del salotto – che seppur con<br />

qualche problema <strong>di</strong> riposizionamento nel mercato globale in questo ultimo anno<br />

è <strong>un</strong>a cospicua risorsa <strong>locale</strong> – e <strong>un</strong>a <strong>di</strong>screta presenza anche nel settore manifatturiero,<br />

principalmente meccanica e materie plastiche; oltre ad ospitare il<br />

polmone regionale dell’agricoltura specializzata a forte esportazione e la più<br />

grande azienda regionale <strong>di</strong> selezione <strong>di</strong> specie orticole.<br />

Nonostante ciò, nella scelta <strong>di</strong> aprire il Polo <strong>di</strong> Matera, il ruolo fondativo<br />

del territorio, come produttore <strong>di</strong> valore immateriale, rimane sullo sfondo ed<br />

in posizione assai marginale, prevalendo invece <strong>un</strong>a lettura più autoreferenziale<br />

e interna al sistema <strong>un</strong>iversitario: quella <strong>di</strong> aumentare l’offerta, clonandola<br />

in modo imperfetto, per estendere il bacino <strong>di</strong> utenza dell’Ateneo. Questa<br />

scelta non è stata adeguatamente accompagnata da <strong>un</strong>a attenta considerazione<br />

<strong>di</strong> tutti i fattori logistici e urbanistici che entrano in gioco quando si struttura –<br />

seppur dalla sola offerta <strong>di</strong>dattica – <strong>un</strong> polo formativo <strong>di</strong> livello <strong>un</strong>iversitario.<br />

Scarsa presenza <strong>di</strong> personale docente – poco stabile sul piano <strong>della</strong> permanenza<br />

e <strong>della</strong> continuità <strong>di</strong>dattica – scarsissima dotazione <strong>di</strong> spazi, assenza <strong>di</strong> servizi<br />

alla <strong>di</strong>dattica – la più clamorosa è l’assenza <strong>di</strong> <strong>un</strong>a succursale <strong>della</strong> biblioteca<br />

<strong>di</strong> ateneo – assenza <strong>di</strong> veri laboratori per la ricerca, fanno del Polo <strong>di</strong> Matera<br />

<strong>un</strong> semplice “sevizio” <strong>di</strong> offerta formativa – anche dal p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista <strong>di</strong>dattico<br />

– parzialmente dematerializzata, a fronte del successo che ha determinato<br />

nell’aumento delle iscrizioni all’Università <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong>.<br />

Alla fine, anche nel <strong>caso</strong> materano, è stato riba<strong>di</strong>to il consueto modello italiano<br />

“corretto” negli anni Novanta (quello cosiddetto <strong>della</strong> “gemmazione”)<br />

dell’offerta per clonazione ad <strong>un</strong> livello più basso rispetto alla sede clonante,<br />

ed in ogni <strong>caso</strong> poggiante su <strong>un</strong>a struttura urbana significativa per peso e ruolo<br />

in <strong>un</strong> definito contesto territoriale.<br />

Negli ultimi quattro anni, l’Ateneo lucano vive <strong>un</strong> suo favorevole momento<br />

<strong>di</strong> crescita. Gli immatricolati nell’anno accademico 2003/2004 sono stati<br />

1.670 contro gli 849 dell’anno accademico 2000/2001.<br />

28


numero Iscritti<br />

1800<br />

1600<br />

1400<br />

1200<br />

1000<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

0<br />

83/84<br />

85/86<br />

87/88<br />

89/90<br />

Fig. 11 – Andamento <strong>degli</strong> iscritti all’Ateneo residenti nella provincia <strong>di</strong> Matera<br />

Fonte: ns. elaborazione su dati Ufficio statistico USB<br />

numero Iscritti<br />

1000<br />

800<br />

600<br />

400<br />

200<br />

0<br />

83/84<br />

84/85<br />

85/86<br />

86/87<br />

87/88<br />

88/89<br />

89/90<br />

90/91<br />

Fig. 12 – Andamento <strong>degli</strong> iscritti all’Ateneo residenti nella Regione Puglia<br />

Fonte: ns. elaborazione su dati Ufficio statistico USB<br />

91/92<br />

91/92<br />

92/93<br />

Che tipo <strong>di</strong> “domanda <strong>di</strong> <strong>un</strong>iversità” viene generata dalla <strong>Basilicata</strong>? Ci<br />

aiuta in questo la rilevazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e<br />

<strong>della</strong> Ricerca. Come si vede nella figura 13, il 68% <strong>della</strong> domanda formativa<br />

<strong>di</strong> livello <strong>un</strong>iversitario proveniente dalla <strong>Basilicata</strong> è in<strong>di</strong>rizzata verso <strong>un</strong> ristretto<br />

gruppo <strong>di</strong> Facoltà:<br />

29<br />

93/94<br />

93/94<br />

94/95<br />

95/96<br />

95/96<br />

96/97<br />

97/98<br />

97/98<br />

98/99<br />

99/00<br />

99/00<br />

00/01<br />

01/002<br />

01/002<br />

02/003<br />

03/004<br />

03/004


• Lettere e Filosofia (17%)<br />

• Giurisprudenza (16%)<br />

• Ingegneria (14%)<br />

• Economia (13%)<br />

• Scienze matematiche, fisiche e naturali (8%).<br />

Di queste, ben tre sono presenti nell’Ateneo Lucano. Comparando i Corsi <strong>di</strong><br />

Laurea presenti e la <strong>di</strong>stribuzione delle iscrizioni al sistema <strong>un</strong>iversitario nazionale<br />

dei residenti in <strong>Basilicata</strong>, emerge <strong>un</strong>a debole attrattività interna delle<br />

Facoltà presenti in sede per gli stessi residenti in regione, che solo negli ultimi<br />

tre anni ha raggi<strong>un</strong>to il 30%. Da questo in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> relativa “debolezza” si<br />

<strong>di</strong>stingue la sola Facoltà <strong>di</strong> Agraria che attrae l’87% <strong>degli</strong> iscritti totali al sistema<br />

<strong>un</strong>iversitario nazionale residenti in <strong>Basilicata</strong>. Certo entrano in gioco<br />

nella scelta <strong>della</strong> sede <strong>un</strong>iversitaria <strong>un</strong>a molteplicità <strong>di</strong> fattori: sociali, economici,<br />

culturali, <strong>di</strong> “attesa pres<strong>un</strong>ta” e quant’altro ancora. Resta il fatto che<br />

l’Ateneo – con l’esclusione <strong>della</strong> Facoltà <strong>di</strong> Agraria – non riesce a trattenere o<br />

a manifestare interesse per <strong>un</strong>a quota significativa <strong>di</strong> popolazione studentesca.<br />

Scienze <strong>della</strong><br />

Formazione<br />

3%<br />

Psicologia<br />

2%<br />

Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia<br />

5%<br />

Lingua e Letteratura<br />

Straniere<br />

2%<br />

Scienze Matematiche<br />

Fisiche e Naturali<br />

8%<br />

Lettere e Filosofia<br />

17%<br />

Sociologia<br />

Scienze Politiche 1%<br />

4%<br />

Interfacoltà<br />

1%<br />

30<br />

Agraria<br />

5%<br />

Ingegneria<br />

14%<br />

Architettura<br />

3%<br />

Economia<br />

13%<br />

Farmacia<br />

2%<br />

Giurisprudenza<br />

16%<br />

Fig. 13 – Distribuzione <strong>degli</strong> iscritti residenti in <strong>Basilicata</strong> nelle facoltà italiane, 2001/02<br />

L’offerta formativa <strong>di</strong> primo impianto era organizzata su quattro Facoltà<br />

(Agraria, Ingegneria, Scienze, Lettere) con quattor<strong>di</strong>ci corsi <strong>di</strong> laurea. Nel<br />

corso <strong>degli</strong> anni l’offerta formativa è significativamente aumentata, con <strong>un</strong>a<br />

velocizzazione a partire dal 2000 per l’anticipazione in loco <strong>della</strong> riforma dei<br />

cicli formativi. Oggi l’offerta complessiva, pur strutturata sempre in quattro<br />

Facoltà, ha visto <strong>un</strong> aumento dei corsi <strong>di</strong> laurea, che sono 23, mentre quelli <strong>di</strong><br />

laurea specialistica 15, i <strong>di</strong>plomi <strong>un</strong>iversitari 8 e le scuole a fini speciali 3<br />

(Tab. 5). Quasi tutto <strong>di</strong>stribuito su due se<strong>di</strong>: quella <strong>di</strong> Potenza e quella <strong>di</strong> Matera.


Tab. 5 – L’offerta formativa dell’Ateneo <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong>, a.a. 2004/05<br />

Facoltà <strong>di</strong> Agraria<br />

Corsi <strong>di</strong> Laurea Corsi <strong>di</strong> Laurea Specialistica<br />

Tecnologie Agrarie Scienze e Tecnologie Agrarie<br />

Scienze Forestali e Ambientali Scienze Forestali ed Ambientali<br />

Tecnologie Alimentari Scienze e Tecnologie delle Produzioni Animali<br />

Tecnologie delle Produzioni Animali<br />

Viticoltura ed Enologia<br />

Scienze e Tecnologie Alimentari<br />

Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria<br />

Corsi <strong>di</strong> Laurea Corsi <strong>di</strong> laurea specialistica<br />

a ciclo <strong>un</strong>ico<br />

Ingegneria Civile<br />

Ingegneria<br />

Architettura<br />

E<strong>di</strong>le-<br />

31<br />

Corsi <strong>di</strong> Laurea<br />

Specialistica<br />

Ingegneria Civile<br />

Ingegneria E<strong>di</strong>le Ingegneria Meccanica<br />

Ingegneria per l’Ambiente e<br />

Ingegneria per l’Ambiente e<br />

il Territorio<br />

Ingegneria Meccanica<br />

Ingegneria delle Telecom<strong>un</strong>icazioni<br />

il Territorio<br />

Facoltà <strong>di</strong> Lettere e Filosofia<br />

Corsi <strong>di</strong> Laurea Corsi <strong>di</strong> laurea quadrien-<br />

Lettere<br />

Curricula:dell’ età classica,<br />

dell’ età moderna, filosofica<br />

Lingue e Culture Moderne<br />

Europee<br />

Scienze <strong>della</strong> Com<strong>un</strong>icazione<br />

Operatore dei Beni Culturali<br />

nale<br />

Scienze <strong>della</strong> Formazione<br />

Primaria<br />

Corsi <strong>di</strong> Laurea<br />

Specialistica<br />

Teoria e Filosofia <strong>della</strong> Com<strong>un</strong>icazione<br />

Nuove Tecnologie per la<br />

Storia e i Beni Culturali<br />

Facoltà <strong>di</strong> Scienze, MM. FF. NN.<br />

Corsi <strong>di</strong> Laurea Corsi <strong>di</strong> Laurea Specialistica<br />

Chimica Prospezione e Monitoraggio Geoambientale<br />

Matematica Scienze Chimiche<br />

Scienze Geologiche Matematica<br />

Biotecnologie Biotecnologie Molecolari<br />

Informatica Biotecnologie Vegetali<br />

Informatica<br />

Fonte: Manifesto <strong>degli</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> USB, a.a. 2004/05


2.1 Tipologia <strong>di</strong> <strong>un</strong>iversità<br />

Se dobbiamo usare le regole dell’architettura che declinano il tema per interpretare<br />

lo spazio urbano, almeno come questo si è venuto a configurare in Europa<br />

40 , l’e<strong>di</strong>ficio principale del polo citta<strong>di</strong>no, il cosiddetto «campus <strong>di</strong> Macchia<br />

Romana» (seppur mancanti ancora i lotti 4 e 5), è solo “ridondante” e soprattutto<br />

fuori scala rispetto al resto del contesto urbano, tanto che la sua localizzazione<br />

nell’incavo <strong>di</strong> <strong>un</strong>a conca – da questo p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista – non le rende assolutamente<br />

giustizia. La stessa tipologia dell’e<strong>di</strong>ficio ad andamento lineare a corpo,<br />

con innesti <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici laterali, tetto piatto e corridoio pensile coperto, rendono<br />

l’intera struttura del tutto estranea al contesto urbano e all’altimetria me<strong>di</strong>a (900<br />

metri slm) <strong>della</strong> città: talmente estraneo che non ha generato ness<strong>un</strong>a relazione<br />

con il tessuto urbano, nemmeno <strong>di</strong> conflittualità palese o <strong>di</strong> antinomia, semplicemente<br />

è altro dal contesto.<br />

Lo spazio destinato alla sede <strong>un</strong>iversitaria, poi, non è né rappresentativo né<br />

f<strong>un</strong>zionale 41 , è <strong>un</strong>o spazio <strong>di</strong> risulta (compresso tra ospedale, cimitero, e caserma<br />

militare), che tale sarebbe rimasto nell’agorà dello scacchiere urbano se non vi<br />

fosse stata localizzata la sede <strong>un</strong>iversitaria. Proprio questa sua marginalità non<br />

pone particolari problemi nell’in<strong>di</strong>viduare la categoria da usare tra quelle proposte<br />

da F. Indovina nel 1997 42 : Potenza è <strong>un</strong>a Città con <strong>un</strong>a Università. Le due istituzioni<br />

ancora oggi mantengono, nell’organizzazione urbana, nelle relazioni f<strong>un</strong>zionali,<br />

nel reciproco “ascolto” completa autonomia. Sono due entità separate che<br />

con<strong>di</strong>vidono solo i rispettivi utenti: gli studenti e il corpo docente non residente.<br />

Lo stesso uso del sostantivo “campus” 43 per il polo <strong>di</strong> macchia Romana è <strong>un</strong><br />

vero e proprio eufemismo, salvo non si intenda con questo <strong>un</strong>a “<strong>un</strong>iversità recintata”,<br />

perché il Polo <strong>di</strong> Macchia Romana oltre ad ospitare le strutture <strong>un</strong>iver-<br />

40. Che sono: la ridondanza <strong>degli</strong> e<strong>di</strong>fici; la grandezza canonica; il posto privilegiato del<br />

tema collettivo rispetto alla massa delle case in<strong>di</strong>viduali; e la <strong>di</strong>sposizione reciproca dei temi<br />

collettivi, Cfr. M. Romano, L’estetica <strong>della</strong> città europea, Einau<strong>di</strong>, Torino 1993, pp. 106-116.<br />

41. Come propone L. Quadroni in «Strutture <strong>un</strong>iversitarie e città <strong>di</strong> domani», De Nomine,<br />

nn. 33/36, 1971. Citato in R. Rovigatti, «Università e processi <strong>di</strong> trasformazione urbana: il <strong>caso</strong><br />

<strong>di</strong> Pescara», Archivio <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> urbani e regionali, nn. 60-61, 1997-98.<br />

42. Città <strong>un</strong>iversitaria; città-<strong>un</strong>iversità; città con <strong>un</strong>iversità; campus <strong>un</strong>iversitario, ecc. in F.<br />

Indovina, «Sinergia tra com<strong>un</strong>ità e <strong>un</strong>iversità», Archivio <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> urbani e regionali, nn. 60-61,<br />

1997-1998, pp. 97-99.<br />

43. La parola è legata al tipo <strong>di</strong> struttura fisica e organizzativa dell’esperienza <strong>un</strong>iversitaria<br />

anglosassone e in special modo <strong>di</strong> quella stat<strong>un</strong>itense ed ha come fine quella <strong>di</strong> costituire <strong>un</strong>a<br />

com<strong>un</strong>ità <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o e <strong>di</strong> vita, sia per docenti che per studenti, in <strong>un</strong> “ambiente fisico protetto”<br />

dove facilitazioni e rapporti <strong>di</strong>retti e continui dovrebbero produrre meccanismi <strong>di</strong> “emulazione”<br />

e/o <strong>di</strong> contaminazione, cfr. R.P. Dober, Campus Design, J. Wiley & sons, New York 1992; e S.<br />

Muthesius, The Postwar University: utopians campus and college, New Haven, London 2000.<br />

32


sitarie non ha servizi né per i docenti, né per gli studenti, se si esclude <strong>un</strong> piccolo<br />

bar (dal 2000), <strong>un</strong>a mensa (dal 2001) <strong>di</strong>mensionata per soli 100 posti (ed aperta<br />

solo per il pranzo), e la biblioteca del polo Tecnico-Scientifico (ricavata<br />

per ora in <strong>un</strong> seminterrato) con circa 50 postazioni <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o, nonché il centro<br />

Tennis del Cus con relativa piccola palestra. Per “campus” dobbiamo quin<strong>di</strong> intendere<br />

luogo isolato, perché l’area è, <strong>di</strong> fatto, scarsamente collegata con la città,<br />

solo alc<strong>un</strong>e corse <strong>di</strong> <strong>un</strong>a linea urbana <strong>di</strong> autobus, ness<strong>un</strong> collegamento extraregionale,<br />

se si esclude la piccola stazione che porta lo stesso nome del Campus<br />

sulla linea ferroviaria Potenza-Foggia, dove fermano solo i treni locali.<br />

Dimostrazione <strong>di</strong> questo isolamento è l’incapacità da parte <strong>della</strong> struttura <strong>di</strong><br />

attrarre, se non in modo assai modesto, quelle economie gregarie al contorno<br />

fatte <strong>di</strong> piccoli esercizi che offrono servizi (fotocopie, <strong>di</strong>spense, bar, tavola calda,<br />

ecc.) a studenti e docenti. E’ questo, attualmente, il grande limite e la “solitu<strong>di</strong>ne”<br />

urbana del Campus <strong>di</strong> Macchia Romana. Certo il progetto definitivo<br />

(quando sarà completato 44 ) in parte risolve il problema dell’accessibilità con <strong>un</strong><br />

collegamento pedonale, parzialmente meccanizzato, con accesso alla via Cavour<br />

e alla città storica, certamente non si potrà migliorare l’accessibilità stradale,<br />

ormai obbligata a transitare all’interno dell’area ospedaliera.<br />

Forse questo è la spia del <strong>di</strong>sinteresse dell’Amministrazione com<strong>un</strong>ale citta<strong>di</strong>na<br />

e al contempo l’agire separato che contrad<strong>di</strong>stingue ancora l’Ateneo.<br />

2.2. Ruolo effettivo dell’Università come leva per lo <strong>sviluppo</strong><br />

Un <strong>caso</strong> a sé, nel panorama <strong>locale</strong> dell’Università <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong>, è rappresentato<br />

dalla Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria che negli ultimi anni ha fortemente intensificato<br />

i rapporti <strong>di</strong> collaborazione con il mondo dell’impresa ed anche<br />

con quello delle istituzioni pubbliche impegnate nel processo <strong>di</strong> “aziendaliz-<br />

44. Possibilità resa alquanto concreta dalla firma il 9 giugno 2005 dell’Accordo <strong>di</strong> Programma<br />

Quadro tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero dell’Istruzione,<br />

dell’Università e <strong>della</strong> Ricerca, la Regione <strong>Basilicata</strong> e l’Università <strong>degli</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong>,<br />

finalizzato al potenziamento dei poli <strong>un</strong>iversitari <strong>di</strong> Potenza e Matera attraverso il completamento<br />

delle infrastrutture e <strong>della</strong> dotazione <strong>di</strong> spazi e strutture adeguati alla crescente domanda<br />

<strong>di</strong> formazione <strong>un</strong>iversitaria <strong>locale</strong>. Il costo <strong>degli</strong> interventi finanziati è <strong>di</strong> 24,4 milioni <strong>di</strong> euro,<br />

assicurati completamente dalle risorse ripartite dal Cipe con delibera n. 20 del 2004. I progetti<br />

finanziati nell’APQ, il primo ad essere sottoscritto nel settore dell’e<strong>di</strong>lizia scolastica, sono due.<br />

A Potenza verrà completato il polo scientifico dell’area <strong>di</strong> Macchia Romana e verrà realizzato il<br />

polo umanistico nell’ex-Enaoli. A Matera, grazie al recupero <strong>di</strong> <strong>un</strong> pa<strong>di</strong>glione dell’ex nosocomio,<br />

sarà realizzato <strong>un</strong> nuovo Campus <strong>un</strong>iversitario dotato <strong>di</strong> biblioteche, laboratori scientifici,<br />

linguistici e informatici, nuovi arre<strong>di</strong> urbani e spazi attrezzati per gli studenti.<br />

33


zazione”. Le iniziative <strong>di</strong> collaborazione, volte fondamentalmente a fornire<br />

<strong>un</strong>a risposta <strong>di</strong> natura scientifica alle specifiche esigenze locali, nonché a trasferire<br />

i risultati <strong>della</strong> ricerca accademica ai sistemi organizzativi locali così<br />

da migliorare la loro competitività, possono essere ricondotte a due principali<br />

tipologie <strong>di</strong> iniziative: quelle delle singole aree scientifico-<strong>di</strong>sciplinari operanti<br />

nella Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria e quelle <strong>di</strong> sistema promosse e gestite <strong>di</strong>rettamente<br />

dalla Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria.<br />

Alla prima tipologia – attività svolte dalle singole aree scientifico<strong>di</strong>sciplinari<br />

– appartengono tutti quei progetti <strong>di</strong> ricerca e più in generale tutte<br />

quelle attività <strong>di</strong> collaborazione che i docenti afferenti alle <strong>di</strong>verse aree scientifico-<strong>di</strong>sciplinari<br />

<strong>della</strong> Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria hanno attivato e gestito. A tal<br />

proposito va fatto presente che nella Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria operano 25 laboratori<br />

<strong>di</strong> ricerca e <strong>di</strong> <strong>di</strong>dattica per <strong>un</strong> totale <strong>di</strong> 11.560 mq. A questi si aggi<strong>un</strong>gono<br />

5 laboratori pesanti <strong>di</strong> ricerca per <strong>un</strong> totale <strong>di</strong> 7.055 mq. Ed infine 1 Centro <strong>di</strong><br />

Ricerca Inter<strong>un</strong>iversitario per il Monitoraggio Ambientale – Polo <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong><br />

presso il DIFA. Ciasc<strong>un</strong> laboratorio <strong>di</strong> ricerca raccoglie e coor<strong>di</strong>na il contributo<br />

<strong>di</strong> <strong>un</strong>a o più aree scientifico-<strong>di</strong>sciplinari costituendo l’interfaccia operativa<br />

con il mondo dei sistemi organizzativi e <strong>della</strong> produzione. L’attività <strong>di</strong><br />

ciasc<strong>un</strong> Laboratorio è monitorata dai Dipartimenti <strong>di</strong> afferenza.<br />

Alla seconda tipologia – attività <strong>di</strong> sistema <strong>della</strong> Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria –<br />

appartengono tutte quelle iniziative promosse e coor<strong>di</strong>nate <strong>di</strong>rettamente dalla<br />

Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria. A tal proposito va fatto presente che negli ultimi anni<br />

anche a fronte del mutamento del contesto normativo che <strong>di</strong>sciplina il f<strong>un</strong>zionamento<br />

<strong>degli</strong> Atenei, la Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria ha promosso due principali iniziative:<br />

la costituzione <strong>di</strong> <strong>un</strong> Comitato <strong>di</strong> In<strong>di</strong>rizzo e l’istituzione <strong>di</strong> <strong>un</strong>o sportello<br />

Facoltà-Impresa. Il Comitato <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo in coerenza con quanto previsto<br />

del DM 509/99 rappresenta tutte le parti interessate ai corsi <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o attivati<br />

dalla Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria ed è volto ad integrare i corsi <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>della</strong> Facoltà<br />

con il tessuto socio-economico-istituzionale favorendo momenti <strong>di</strong> incontro<br />

e <strong>di</strong>scussione, nonché forme <strong>di</strong> collaborazione. Invece lo sportello Facoltà-<br />

Impresa rappresenta <strong>un</strong>a risposta alla necessità <strong>di</strong> integrare il mondo accademico<br />

ed in particolare <strong>della</strong> ricerca scientifica con quello dell’impresa. A tale<br />

scopo sono state stipulate delle Convenzioni Quadro con le associazioni <strong>degli</strong><br />

industriali <strong>di</strong> Potenza e Matera.<br />

Oltre al rapporto <strong>di</strong> collaborazione con le Associazioni <strong>degli</strong> industriali <strong>di</strong><br />

Matera e Potenza, la Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria ha stretto rapporti <strong>di</strong> collaborazione<br />

attraverso la stipula <strong>di</strong> convenzioni quadro con il Parco Scientifico e Tecnologico<br />

<strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong>, Basentech S.p.A., con il Consorzio Industriale <strong>di</strong> Matera<br />

e Potenza, con la Tecnoparco S.p.A., con la sede <strong>di</strong> Matera dell’ASI (Agenzia<br />

Spaziale Italiana) e con i centri <strong>di</strong> ricerca locali.<br />

34


2.3. Scenari, tendenze e prospettive <strong>di</strong> <strong>sviluppo</strong><br />

Attualmente è in corso <strong>un</strong> profondo <strong>di</strong>battito sul consolidamento<br />

dell’Università <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong> e <strong>di</strong> <strong>un</strong> suo eventuale potenziamento, anche<br />

nell’offerta formativa, proprio per rispondere al continuo trend <strong>di</strong> iscrizione<br />

che in circa venti anni dall’istituzione ha <strong>di</strong> fatto superato la <strong>di</strong>mensione massima<br />

<strong>di</strong> progetto, che era <strong>di</strong> 5.000 iscritti, oltrepassando la soglia delle 8.000<br />

iscrizioni (Fig. 6).<br />

Il <strong>di</strong>battito sembra in<strong>di</strong>rizzarsi verso l’apertura <strong>di</strong> tre nuove Facoltà: Veterinaria,<br />

Farmacia, Economia 45 , ed in attesa vi è anche l’opzione <strong>della</strong> Facoltà<br />

<strong>di</strong> Architettura, come evoluzione del Corso <strong>di</strong> laurea in Ingegneria E<strong>di</strong>le-<br />

Architettura a ciclo quinquennale da aprire nel Polo <strong>di</strong> Matera 46 . Secondo i dati<br />

in nostro possesso, e considerando la propensione <strong>della</strong> domanda intera<br />

(numero <strong>degli</strong> iscritti alle Facoltà <strong>un</strong>iversitarie italiane residenti in <strong>Basilicata</strong>,<br />

Fig. 13), solo la Facoltà <strong>di</strong> Economia sembra avere <strong>un</strong>a potenzialità <strong>di</strong> successo<br />

consistente. Ma il p<strong>un</strong>to è <strong>un</strong> altro: può <strong>un</strong> ambito regionale scarsamente<br />

abitato e con bacini <strong>di</strong> utenza molto ristretti reggere <strong>un</strong>a domanda <strong>di</strong> formazione<br />

<strong>un</strong>iversitaria che necessita cospicui investimenti e solide strutture <strong>di</strong> ricerca<br />

se non consolida quelli esistenti? O meglio per <strong>di</strong>rla con A. Bagnasco,<br />

possiamo ancora accettare l’idea «<strong>di</strong>ffusa fra le élites locali (…) che senza<br />

qualche tipo <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amento <strong>un</strong>iversitario, per così <strong>di</strong>re “manchi qualcosa” <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>spensabile al nostro tempo»? 47<br />

Il nodo è legato, in parte, all’attuale organizzazione legislativa delle <strong>un</strong>iversità<br />

italiane, che non innesta <strong>un</strong>a concorrenza <strong>di</strong> natura formativa, cioè <strong>di</strong><br />

produzione e <strong>di</strong> trasmissione <strong>di</strong> conoscenza (trovandoci in presenza dello stesso<br />

valore legale del titolo), mentre sembra favorire <strong>un</strong> processo <strong>di</strong> “cannibalizzazione”<br />

dei bacini <strong>di</strong> utenza – specialmente da parte delle Università a più<br />

antica tra<strong>di</strong>zione o più solida presenza – anche con forme <strong>di</strong> varia pubblicità<br />

(compresa l’offerta delle lauree ad honorem); ma, in larga parte, è legato allo<br />

spazio regionale, alle strutture <strong>un</strong>iversitarie presenti e alla quantità <strong>di</strong> “materiale<br />

umano” <strong>di</strong>sponibile. Se in <strong>un</strong>o spazio regionale esistono <strong>di</strong>verse Università<br />

e centri <strong>di</strong> ricerca pubblici e privati robusti o <strong>di</strong> più antica tra<strong>di</strong>zione e storia,<br />

la risposta più plausibile ed auspicabile è quella <strong>di</strong> forme <strong>di</strong> networking tra<br />

questi centri <strong>della</strong> conoscenza e il mondo socio-produttivo, proprio per creare<br />

masse critiche significative e sinergie robuste. Ma in quelle regioni più picco-<br />

45. Cfr. «Ateneo, triplo fiocco rosa», Il Quoti<strong>di</strong>ano, 24 giugno 2004.<br />

46. Delibera del Consiglio <strong>di</strong> Facoltà <strong>di</strong> Ingegneria n. 8 del 30 giugno 2004.<br />

47. A. Bagnasco, «Città in cerca <strong>di</strong> <strong>un</strong>iversità. Le <strong>un</strong>iversità regionali e il para<strong>di</strong>gma dello<br />

<strong>sviluppo</strong> <strong>locale</strong>», Stato e mercato, n. 3, 2004, p. 457.<br />

35


le, dove la presenza <strong>un</strong>iversitaria è “polare”, come la <strong>Basilicata</strong>, forme <strong>di</strong> governance<br />

interregionale (che vede l’alleanza tra <strong>un</strong>iversità, centri <strong>di</strong> ricerca,<br />

apparato industriale, e sistema politico regionale) dovrebbe essere la strategia<br />

obbligata da seguire. Questo presuppone non solo la capacità <strong>di</strong> costruire agende<br />

<strong>di</strong> interessi convergenti, quanto la capacità <strong>di</strong> mettersi in sistema con<br />

offerte formative <strong>di</strong>fferenziate o complementari.<br />

In questa prospettiva solo <strong>un</strong>a alleanza tra l’Università <strong>della</strong> <strong>Basilicata</strong> e le<br />

se<strong>di</strong> al contorno <strong>della</strong> Regione – che si trovano “ai margini” dei rispettivi poli<br />

<strong>un</strong>iversitari regionali o sono <strong>di</strong> recente formazione – come quelle <strong>di</strong> Salerno,<br />

<strong>di</strong> Foggia e <strong>di</strong> Taranto, può costituire quella massa critica <strong>di</strong> offerta per progettare<br />

e attuare offerte formative capaci <strong>di</strong> reggere competitività anche <strong>di</strong> livello<br />

internazionale.<br />

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