L'Università degli studi della Basilicata: un caso di sviluppo locale

Proprio questo nuovo riposizionamento e ruolo dell’Università della Basilicata
è riconosciuto dal primo Rettore, Cosimo Damiano Fonseca, quando afferma
che lo slogan «una università per lo sviluppo» è il tratto caratteristico
del nuovo Ateneo. Slogan che ha portato a due segni positivi:
1. «intimo rapporto tra esigenze della comunità regionale e presenza
dell’Università. (...) le facoltà e i corsi di laurea istituiti (...) sono chiaramente
orientati allo sviluppo. (...) si può notare esattamente come
l’università si sposa in maniera strettissima alle indicazioni contenute del
piano regionale di sviluppo della Regione»
2. «nel modello, timidamente delineato nella legge istitutiva, tra intervento
degli enti territoriali e locali e autonomia dell’istituto universitario. (...)
Per la prima volta gli enti territoriali e locali vengono chiamati dal legislatore
a dare essi stessi vita all’università mediante un rapporto diretto e la
loro costituzione in consorzio» 9 .
Questa è stata un’innovazione – e anche un’anticipazione di quanto verrà
poi fatto nel corso degli anni Novanta – rispetto alla tradizione italiana fino ad
allora seguita: la legge sulla ricostruzione dei Comuni colpiti dal sisma accelerò
i tempi istitutivi (lo Statuto viene approvato nel giugno 1983 e il 23 novembre
dello stesso anno inizia il primo anno accademico, inaugurato
dall’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini) e genera un accordo di
programma tra Regione Basilicata, Enti territoriali locali, Associazioni di categoria
che facilitano l’avvio dell’esperienza 10 , ma purtroppo non il suo conso-
9. C. D. Fonseca, «Intervento», in Leonardi R. et al., Il caso Basilicata, Il Mulino Bologna
1987, pp. 126-7. Sul pensiero e l’operato di Cosimo Damiano Fonseca, membro del Comitato
ordinatore per la Facoltà di Lettere, dal novembre 1982 Presidente del Comitato Tecnico Amministrativo
e del Senato Accademico, e dall’anno successivo primo Rettore dell’Università,
carica che mantiene fino ad ottobre 1994; nonché per la ricostruzione di tutte la date e dei relativi
avvenimenti, rimandiamo al suo L’Università degli studi della Basilicata: utopia e progetto,
Congedo, Galatina 1994, che raccoglie tutte le informazioni utili per capire – ad esclusione
di quelle edilizie, declinate come semplici «intoppi amministrativi» e «vischiosità delle procedure»
(p. 18), e che invece rappresentano il vero nodo della Basilicata – il cammino
dell’Ateneo, comprese le relazioni rettorali di apertura degli anni accademici fino al 1993 e alcuni
tra i più importanti interventi del Rettore in occasione di seminari e incontri.
10. Come ricorda Antonio Lerra: «Al fine di accelerare i tempi del concreto avvio delle attività,
con lo specifico art. 45 della legge 219, si affidava all’Ente Regione, nonché agli enti
comprensoriali e locali, eventualmente costituiti in Consorzio, il compito di fornire alla neonata
Università strutture edilizie, attrezzature e servizi necessari, nell’evidente quadro di una logica
che, nel più complessivo contesto del dopo terremoto, faceva fortemente leva in un proficuo
rapporto di collaborazione interistiruzionale, nell’ambito, ovviamente, delle specifiche, reciproche,
funzioni». Ciò porta alla costituzione, nel dicembre 1982, della Società consortile per la
promozione e lo sviluppo dell’Università di Basilicata (dal 1986 Consorzio Universitario Lucano)
nel cui Consiglio di amministrazione siedono i principali enti istituzionali presenti in re-
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