L'Università degli studi della Basilicata: un caso di sviluppo locale
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2.1 Tipologia <strong>di</strong> <strong>un</strong>iversità<br />
Se dobbiamo usare le regole dell’architettura che declinano il tema per interpretare<br />
lo spazio urbano, almeno come questo si è venuto a configurare in Europa<br />
40 , l’e<strong>di</strong>ficio principale del polo citta<strong>di</strong>no, il cosiddetto «campus <strong>di</strong> Macchia<br />
Romana» (seppur mancanti ancora i lotti 4 e 5), è solo “ridondante” e soprattutto<br />
fuori scala rispetto al resto del contesto urbano, tanto che la sua localizzazione<br />
nell’incavo <strong>di</strong> <strong>un</strong>a conca – da questo p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista – non le rende assolutamente<br />
giustizia. La stessa tipologia dell’e<strong>di</strong>ficio ad andamento lineare a corpo,<br />
con innesti <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici laterali, tetto piatto e corridoio pensile coperto, rendono<br />
l’intera struttura del tutto estranea al contesto urbano e all’altimetria me<strong>di</strong>a (900<br />
metri slm) <strong>della</strong> città: talmente estraneo che non ha generato ness<strong>un</strong>a relazione<br />
con il tessuto urbano, nemmeno <strong>di</strong> conflittualità palese o <strong>di</strong> antinomia, semplicemente<br />
è altro dal contesto.<br />
Lo spazio destinato alla sede <strong>un</strong>iversitaria, poi, non è né rappresentativo né<br />
f<strong>un</strong>zionale 41 , è <strong>un</strong>o spazio <strong>di</strong> risulta (compresso tra ospedale, cimitero, e caserma<br />
militare), che tale sarebbe rimasto nell’agorà dello scacchiere urbano se non vi<br />
fosse stata localizzata la sede <strong>un</strong>iversitaria. Proprio questa sua marginalità non<br />
pone particolari problemi nell’in<strong>di</strong>viduare la categoria da usare tra quelle proposte<br />
da F. Indovina nel 1997 42 : Potenza è <strong>un</strong>a Città con <strong>un</strong>a Università. Le due istituzioni<br />
ancora oggi mantengono, nell’organizzazione urbana, nelle relazioni f<strong>un</strong>zionali,<br />
nel reciproco “ascolto” completa autonomia. Sono due entità separate che<br />
con<strong>di</strong>vidono solo i rispettivi utenti: gli studenti e il corpo docente non residente.<br />
Lo stesso uso del sostantivo “campus” 43 per il polo <strong>di</strong> macchia Romana è <strong>un</strong><br />
vero e proprio eufemismo, salvo non si intenda con questo <strong>un</strong>a “<strong>un</strong>iversità recintata”,<br />
perché il Polo <strong>di</strong> Macchia Romana oltre ad ospitare le strutture <strong>un</strong>iver-<br />
40. Che sono: la ridondanza <strong>degli</strong> e<strong>di</strong>fici; la grandezza canonica; il posto privilegiato del<br />
tema collettivo rispetto alla massa delle case in<strong>di</strong>viduali; e la <strong>di</strong>sposizione reciproca dei temi<br />
collettivi, Cfr. M. Romano, L’estetica <strong>della</strong> città europea, Einau<strong>di</strong>, Torino 1993, pp. 106-116.<br />
41. Come propone L. Quadroni in «Strutture <strong>un</strong>iversitarie e città <strong>di</strong> domani», De Nomine,<br />
nn. 33/36, 1971. Citato in R. Rovigatti, «Università e processi <strong>di</strong> trasformazione urbana: il <strong>caso</strong><br />
<strong>di</strong> Pescara», Archivio <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> urbani e regionali, nn. 60-61, 1997-98.<br />
42. Città <strong>un</strong>iversitaria; città-<strong>un</strong>iversità; città con <strong>un</strong>iversità; campus <strong>un</strong>iversitario, ecc. in F.<br />
Indovina, «Sinergia tra com<strong>un</strong>ità e <strong>un</strong>iversità», Archivio <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> urbani e regionali, nn. 60-61,<br />
1997-1998, pp. 97-99.<br />
43. La parola è legata al tipo <strong>di</strong> struttura fisica e organizzativa dell’esperienza <strong>un</strong>iversitaria<br />
anglosassone e in special modo <strong>di</strong> quella stat<strong>un</strong>itense ed ha come fine quella <strong>di</strong> costituire <strong>un</strong>a<br />
com<strong>un</strong>ità <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o e <strong>di</strong> vita, sia per docenti che per studenti, in <strong>un</strong> “ambiente fisico protetto”<br />
dove facilitazioni e rapporti <strong>di</strong>retti e continui dovrebbero produrre meccanismi <strong>di</strong> “emulazione”<br />
e/o <strong>di</strong> contaminazione, cfr. R.P. Dober, Campus Design, J. Wiley & sons, New York 1992; e S.<br />
Muthesius, The Postwar University: utopians campus and college, New Haven, London 2000.<br />
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