Una modernizzazione economico-territoriale da transito ferroviario
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«1° periodo: costruzione di un tratto rettilineo di scogliera e molo, sopraflutto, per metri 220, banchina<br />
lunga metri 60 alla radice di detto molo, con fon<strong>da</strong>le di metri 4; sistemazione della spiaggia adiacente alla<br />
banchina fra i torrenti Fiumarella e S. Francesco, con un piazzale, rampa con binario discendente al<br />
piazzale della stazione ferroviaria soprastante; stra<strong>da</strong> d’accesso larga metri 10; argine contenitore della<br />
Fiumarella e sistemazione del tratto estremo dell’alveo.<br />
2° periodo: costruzione di un secondo molo (sottoflutto); prolungamento del primo e banchine lungo detto<br />
prolungamento. Gli estremi dei due moli si riavvicineranno in modo <strong>da</strong> formare la bocca di porto aperta a<br />
N.W. in corrispondenza del settore di traversìa meno temibile» 26 .<br />
I lavori sono appaltati con sollecitudine, ma subito emergono problemi di realizzazione per errori<br />
tecnici di progettazione e per errori di valutazione sull’erosione prodotta <strong>da</strong>lla violenza delle correnti<br />
in quel tratto di mare. Interramenti e <strong>da</strong>nneggiamenti alle opere murarie costringono frequenti stop ai<br />
lavori, fino alla decisione di rivedere integralmente il primo piano regolatore con uno nuovo affi<strong>da</strong>to<br />
all’Ispettore superiore del Genio civile di Salerno, comm. Domenico Lo Gatto. Questi redige un nuovo<br />
piano regolatore del porto, approvato <strong>da</strong>l Consiglio superiore dei lavori pubblici il 22 giugno del<br />
1911 27 . La realizzazione delle opere sono affi<strong>da</strong>te all’Impresa ing. Davide Achille Iesi di Roma (che<br />
aveva già l’incarico di costruire il nuovo porto di Vasto) ed in breve tempo sono «costruiti ml. 212 del<br />
molo nord e ml. 178 del molo sud col sistema a scogliera con massi del volume di mc. 12 in<br />
calcestruzzo di calce e pozzolana» 28 . Ma anche questi nuovi lavori incappano nella violenza dei mari<br />
molto lunghi che si abbattono sulla costa e finiscono per essere sospesi. Le continue mareggiate<br />
insabbiano ogni volta anche i binari posi in opera nel cantiere per il trasporto dei massi delle dighe,<br />
tanto <strong>da</strong> generare anche una vertenza legale con l’impresa appaltante. Così, sii prede in seria<br />
considerazione l’ipotesi di abbandonare tutto, <strong>da</strong>ndo incarico ad un nuovo Ispettore superiore del<br />
Genio civile, il comm. Cesare Verdinois, di riferire sull’opportunità di continuare i lavori o<br />
quantomeno di suggerire le modifiche <strong>da</strong> apportare ai criteri del piano regolatore generale<br />
precedentemente approvato 29 .<br />
L’opera non viene abbandonata, ma si pensa di migliorarne il progetto. La modifica più rilevante,<br />
proposta <strong>da</strong>l nuovo ispettore è quella di ridurre la lunghezza dei moli, piegando subito il molo nord con<br />
an<strong>da</strong>mento quasi parallelo alla spiaggia e piegando, contestualmente, anche quello a sud in modo <strong>da</strong><br />
avere la bocca di porto rivolta a mezzogiorno. Questa modifica obbliga ad una riapprovazione del<br />
progetto nonché ad una ridefinizione del preventivo <strong>economico</strong>. I lavori, così, vengono sospesi, anche<br />
perché la fine del primo conflitto mondiale stava intanto spostando gli interessi nazionali su altre<br />
priorità, prima fra tutte il lavoro ai reduci e combattenti rientrati vittoriosi in patria. Così le priorità<br />
economiche statali vengono dirottate nelle aree interne dove più forte era la mancanza di lavoro.<br />
Si ritorna a parlare di porto solo alla metà degli anni ’20, quando viene istituito il Provveditorato alle<br />
opere pubbliche della Calabria che:<br />
«seguendo i criteri dell’Ispettore comm. Verdinois, fece redigere in <strong>da</strong>ta 23 agosto 1926 un progetto<br />
comprendente il nuovo piano regolatore del porto e la prosecuzione intanto del molo nord per un altro<br />
tratto di circa ml. 100.<br />
Nel piano regolatore venne previsto il prolungamento del molo nord per ml. 279,20, di cui ml. 71,20 in<br />
curva e ml. 208 in rettilineo con an<strong>da</strong>mento quasi parallelo alla spiaggia, e il prolungamento del molo sud<br />
per ml. 188,80, di cui ml. 61,80 in curva e ml. 127 in rettilineo con an<strong>da</strong>mento tale <strong>da</strong> risultare, come è<br />
stato detto, la bocca rivolta a sud e della larghezza di ml. 90.<br />
I moli vennero previsti in scogliera formata con massi artificiali in calcestruzzo cementizio, del volume di<br />
mc. 12 e, in rapporto a un tirante medio di acqua di m. 8,50 venne stabilito, per detti moli, una larghezza<br />
alla base di metri 41,25 e in sommità, a livello medio del mare, di metri 20 con scarpa di 1,5x1,00 verso<br />
mare e 1x1 verso l’interno.<br />
I lavori del primo lotto, e cioè quelli suaccennati di prolungamento del molo nord per un tratto di ml. 100,<br />
di cui ml. 71,20 in curva <strong>da</strong> costruirsi a sezione completa, esclusione fatta per la soprastruttura e muro di<br />
guardia, la cui esecuzione era <strong>da</strong> riman<strong>da</strong>rsi a dopo che la scogliera avesse esibito il dovuto assestamento,<br />
risultarono dell’importo di £. 3.700.000 e furono appaltati all’impresa “Soc. E. Parrini e C.” di Roma<br />
mediante contratto del 4 aprile 1927.<br />
I lavori furono consegnati il 3 maggio 1927 e finora l’impresa oltre ad avere eseguiti i lavori, anch’essi<br />
previsti nel progetto esecutivo, di deviazione del torrente S. Domenico e le opere accessorie per la difesa<br />
della ferrovia, ha costruito quasi tutti i massi occorrenti per la costruzione dell’anzidetto tratto di molo.<br />
Era stata anche iniziata la loro gettata per la formazione della scogliera, però venne subito sospesa in<br />
considerazione degli effetti <strong>da</strong>nnosi prodotti <strong>da</strong>lle forti mareggiate avvenute durante l’inverno.<br />
Giuseppe De Luca - 4