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EFFETTOTRE OTTOBRE 2011 N.RO 49
le dinamiche e i riflessi delle ultime leggi finanziarie, da delegato Co.Ce.R., sento
doveroso esprimere alcune riflessioni.
Un obiettivo delle Rappresentanza militare, ma anche quello dei rispettivi
ministri e Stati Maggiori, è stato quello di sancire la particolarità del lavoro
svolto attraverso una norma detta della “specificità”. Norma che è stata scritta
in modo molto vago e che, nei fatti, si sta ritorcendo contro.
Negli ultimi 150 anni i militari non si sono mai sottratti, dal fare anche loro la
propria parte. Oggi i risultati che si stanno ottenendo, sono quelli di essere
specifici nell’essere penalizzati. Lo scorso anno, si è stati privati delle risorse del
riordino delle carriere (oltre 770 milioni di euro, circa 1.500 a testa) e vi è stato
il blocco dei contratti per 3 anni. Agli inizi di quest’anno ci siamo dovuti “auto
tassare” con il decreto legge apposito, per istituire una sorta di “una tantum” al
fine di mantenere l’organizzazione efficiente. Infatti, ad esempio, fare in modo
che venga conservato il principio che chi ha più responsabilità o una maggiore
anzianità percepisca uno stipendio superiore, serve per dare chiarezza a ruoli e
funzioni di una organizzazione come quella militare che deve essere chiara ed
efficiente ed al servizio della nazione. La stessa chiarezza non la si sta dando ai
militari, per ciò che concerne il loro futuro. Raramente le parti sociali del
comparto difesa e sicurezza, nonostante le richieste, vengono ascoltate in
parlamento e convocate a palazzo Chigi per la presentazione delle manovre
finanziarie. Il Parlamento, sembra essere il luogo della ratifica dei decreti legge
votati sulla fiducia. Il Consiglio dei ministri sembra limitato a circa 3 ministri e la
sua sede più autorevole per l’assunzione delle decisioni, pare essersi trasferita
da palazzo Chigi ad Arcore.
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