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EFFETTOTRE OTTOBRE 2011 N.RO 49
Giapponesi in fuga dall’Italia per le truffe subite. Molte le
truffe denunciate e ai disservizi lamentati, una estate in cui si è registrato un
forte calo, delle visite dei turisti giapponesi nel nostro Paese. Lo rivela il grande
quotidiano nipponico Asahi Shimbum. Innanzitutto bisogna dire che
effettivamente i turisti asiatici, in testa cinesi e giapponesi, sono quelli che in
Italia vengono troppo spesso presi come “polli da spennare”. Perché non hanno
alcuna confidenza né con l’euro, ne con la lingua. E’ quindi facile caricare il conto o
dare loro resti sbagliati facendola franca. Va sottolineato però che truffe come
quella di un ristorante romano, dove un pranzo è stato fatto pagare quasi 700
euro a una coppia di giapponesi, rappresentano casi limite e non tutti i conti sono
così salati. Il vero problema è la speculazione legata al turismo e da questo punto
di vista le critiche dal Giappone sono più che comprensibili. Far pagare una
bottiglietta d’acqua 2 euro, una coppetta gelato consumata al tavolo 10 euro, un
caffè espresso 4 euro, solo perché il locale è in centro o davanti a un monumento,
non è una truffa. Ma è un’esagerazione che alla fine non paga. Con questi listini è
naturale che i turisti, giapponesi o di altra nazionalità, preferiscano scegliere
mete più economiche, che sono diventate più competitive rispetto all’Italia. Non
sono quindi le truffe a tenere lontano i turisti, ma una politica dei prezzi
sbagliata e un servizio che in Italia sta perdendo troppo competitività. (via e-mail)
Carlo R. – Roma
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