ANTOLOGIA DI SCRITTI - Marxists Internet Archive
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La socialdemocrazia ha tuttora i comandi principali degli organismi sindacali e fa del suo meglio<br />
per disciplinare le lotte inevitabili nel binario di un pacifico svolgimento. Il padronato, disponendo<br />
senza remore di tutti i poteri, politici e amministrativi dello Stato, sfruttando l'assillante necessità di<br />
un salario che spinge verso l'industria ogni giorno più numerose reclute, accumula profitti<br />
sfruttando all'estremo il lavoro proletario.<br />
I conflitti sociali, già inaspriti per le conseguenze della stupida impresa coloniale, si allargano alle<br />
campagne dove i braccianti (contadini senza terra) sono spremuti a giornata e spesso ridotti alla<br />
fame o all'emigrazione schiavizzante.<br />
Lo sfogo politico nelle elezioni e i primi parziali e vani successi del P.S.I., la conquista di Comuni<br />
per oneste, illusorie esperienze amministrative, la diffusione delle cooperative di consumo e di<br />
lavoro, sono le concrete realizzazioni della socialdemocrazia. Ma se concorrono a scuotere dalla<br />
pigrizia e dalla rassegnazione forti aliquote di lavoratori, ben presto sono riconosciute come paraurti<br />
a beneficio del capitale. In questo clima gli elementi di sinistra accrescono la propria influenza,<br />
intensificano la propria attività, si coalizzano nei primi nuclei di tendenze organizzate.<br />
La Sinistra socialista è già forte in quasi tutta Italia quando si arriva, nel 1912, al congresso<br />
nazionale del P.S.I.; ma essa è ancora un agglomerato non ben definito di gruppi diversi. Il facile<br />
obiettivo della condanna di coloro che hanno accettato la guerra di Libia esaurisce una pressione<br />
rivoluzionaria passionale e non orientata da chiara critica marxista. Lo stesso Benito Mussolini,<br />
allora esponente del socialismo romagnolo, effervescente rivoluzionario alla Blanqui, può imporre<br />
la sua bollente presenza sorprendendo la prudente attesa dei Lazzari e dei Bacci, e la diffidenza dei<br />
Serrati e di molti giovani culturalmente più armati.<br />
Sono condannati i reprobi confessi (pochissimi); resta il problema della socialdemocrazia che non li<br />
ha protetti per non perdere ascendente sulla massa. La falange organizzata dei riformisti, forte dei<br />
Turati, Treves, Prampolini, Rigola ecc. è soltanto sfiorata dalla maggioranza rivoluzionaria. Solo<br />
Amadeo Bordiga aveva posto già allora, nell'ambito della Federazione Giovanile Socialista, il<br />
problema della destra nei suoi termini reali. Stupiva tutti con la sua polemica impetuosa, ricca di<br />
logica e di dottrina marxista. Pochi rappresentanti fra i presenti al congresso avevano condiviso il<br />
suo atteggiamento: Repossi e Abigaille Zanetta di Milano, Bruno Fortichiari, allora del giornale<br />
"Piacenza Nuova" di Piacenza, per citarne alcuni.<br />
Il congresso di Reggio Emilia si era limitato all'espulsione di Bissolati, Bonomi, Cabrini, Podrecca.<br />
Non era risolta la questione della frazione riformista.<br />
Bordiga dopo il Congresso, insisterà nella sua intransigenza scrivendo su "Avanguardia", ma<br />
punterà su un motivo secondo lui determinante e invece secondario: l'astensionismo in fatto di<br />
elezioni. I compagni a cui abbiamo accennato non potevano che arrestarsi davanti ad una<br />
pregiudiziale posta con estremo rigore.<br />
A Basilea, nel 1912, i partiti socialisti dei più importanti paesi d'Europa si radunano a congresso. In<br />
alcuni di essi prevalgono i socialdemocratici; in alcuni, come in Francia e in Italia, sono presenti<br />
non trascurabili forze che si collocano più a sinistra, anche se sono frenate dai grossi esponenti della<br />
tradizione riformista. L'Europa è inquieta. Gli imperialisti di vecchia data (inglesi e francesi alleati<br />
ai russi) si sentono minacciati da quelli di più recente sviluppo ma estremamente ingordi (i tedeschi,<br />
alleati agli austriaci). La Cina è un mercato conteso da tutti i potenti dell'Europa e vede in lizza<br />
anche U.S.A. e Giappone. C'è ancora tanto spazio nel mondo, ma gli imperialisti si urtano gomito a<br />
gomito. Preme alla loro base il terzo incomodo, cioè il proletariato, reso più numeroso e più<br />
irrequieto dallo stesso intensificarsi ed estendersi del dinamismo industriale. La non mai sazia<br />
brama di profitto del capitalismo è minacciata dalla crisi della superproduzione e dalla collera delle<br />
genti sfruttate.<br />
I partiti socialisti a Basilea sono concordi nel presentire il pericolo della guerra e s'impegnano a<br />
difendere la pace. La II Internazionale non sa che, avendo accantonato da tempo il marxismo,<br />
avendo preteso di "aggiornarlo" con intenti riformistici qua e là falsati da coloriture illusorie e<br />
ingannatrici, si è praticamente disarmata.<br />
La coscienza del pericolo incombente è piuttosto vaga nel P.S.I. La sua organizzazione è<br />
eminentemente elettoralistica. Non c'è problema più importante di una conquista di Comuni o di<br />
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