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ANTOLOGIA DI SCRITTI - Marxists Internet Archive

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dottrina di Bordiga senza però uscire dai limiti della loro responsabilità per il movimento giovanile.<br />

D'altra parte Cassinelli è tutt'altro che bordighista.<br />

Un'intesa di massima, piuttosto approssimativa, è raggiunta con D'Amato e Lemmi i quali contano<br />

su un certo seguito. Essi pure sono convinti della necessità di liberare il partito dall'ingombro<br />

paralizzante della destra e riconoscono l'urgenza di gettare le basi per un minimo di organizzazione<br />

all'interno del partito stesso onde orientarlo verso quel fine. Nel settembre del 1918 c'era stato a<br />

Roma un congresso nazionale al quale avevano presenziato. Più che un congresso era stato un<br />

incontro fatto alla bell'e meglio, dato lo stato di guerra e i controlli governativi. Molti dirigenti<br />

erano allora in carcere o confinati. Milano era rappresentata da Luigi Repossi. Egli fece un aspro<br />

discorso di critica e deplorazione contro la destra riformista. Parlò nello stesso senso anche Boero di<br />

Torino, in quel tempo non ancora astensionista. Proprio quel congresso confermava la necessità di<br />

un lavoro organizzato su scala nazionale se si voleva, com'era evidentemente necessario,<br />

contrapporsi ad una corrente fortemente associata intorno a un nucleo autorevole per capacità e<br />

tradizione. Appunto richiamandosi a questa esperienza Fortichiari si faceva interprete della corrente<br />

di sinistra milanese presso i compagni di Roma e sollecitava l'impostazione di un lavoro comune.<br />

Ritornato a Milano, Fortichiari riprendeva il suo posto alla Segreteria della federazione provinciale<br />

e della sezione della città. Con lui si ricostituiva il gruppo della corrente di sinistra e si ritessevano i<br />

rapporti con quanti nella provincia e nella zona lombarda erano stati consenzienti nell'atteggiamento<br />

da tenere nel P.S.I.<br />

L'esperienza vissuta durante la guerra confermava la necessità e l'urgenza di eliminare la tara del<br />

riformismo e di superare lo stadio di unitarismo ad ogni costo rappresentato dai lazzariani.<br />

Il fallimento clamoroso della Seconda Internazionale, lo sviluppo della rivoluzione russa dopo la<br />

decisa sterzata impressa dai bolscevichi diretti da Lenin e la dichiarazione di questi a favore di una<br />

nuova Internazionale veramente fondata sulla base del Manifesto del Partito comunista di Marx ed<br />

Engels, erano spinte determinanti per la corrente di sinistra. In un articolo sull'"Avanti!"<br />

Fortichiari sosteneva che l'unità ad ogni costo del P.S.I. poteva essere un ostacolo a soluzioni<br />

imposte nell'interesse preminente del proletariato e che tale ostacolo doveva essere superato. In una<br />

seduta del Consiglio direttivo della federazione, ricostituito col ritorno di alcuni componenti dal<br />

carcere e dal confino, unanime era stata la riaffermazione dell'urgenza di porre davanti al partito la<br />

questione della direttiva marxista per troppo tempo trascurata e travisata. Le esperienze del<br />

fallimento della Seconda Internazionale, dei ripetuti scontri con la classe capitalistica di masse<br />

proletarie non guidate o mal guidate, o tradite nel corso di una guerra della quale esse erano state<br />

strumento e vittime, incitavano l'avanguardia socialista a nuove responsabilità.<br />

Il riformismo aveva praticamente dominato o condizionato il partito con la politica<br />

parlamentaristica, e i massimi organi sindacali si erano specializzati nel contenimento degli slanci<br />

combattivi dei lavoratori. Si doveva raccogliere l'appello partito dalla Russia, la cui eloquenza<br />

superava le frontiere e le cortine fumogene diffuse dalla borghesia e dal riformismo pseudosocialista.<br />

La sinistra milanese del P.S.I. sentiva la necessità di svolgere nel seno del partito stesso<br />

un'opera eccedente i normali termini disciplinari, travalicando anche i limiti geografici della propria<br />

giurisdizione.<br />

Ai primi del 1919 si cercano contatti diretti con esponenti di sinistra a Torino. Data l'importanza<br />

della città per la sua eccezionale concentrazione operaia, l'obiettivo di stabilire una intesa con quei<br />

compagni era logico. I primi contatti con Rabezzana e Angelo Tasca ebbero esito favorevole anche<br />

perché nel periodo delle lotte contro gli interventisti, e poi nel corso del 1917, già con essi c'era<br />

stata collaborazione. Non si era ancora formata una corrente organizzata, ma la maggioranza degli<br />

iscritti al partito respingeva le incerte e ambigue direttive di Roma. Bordiga aveva adepti<br />

nell'ambiente operaio, e Gramsci con Terracini, Tasca e Togliatti, fondava "L'Ordine Nuovo". In<br />

una posizione critica nei confronti della Direzione del P.S.I. erano tutti concordi. Però, salvo Boero,<br />

astensionista, che si farà attivo sostenitore del "Soviet" bordighiano, nessuno accettava l'ipotesi di<br />

mettere a repentaglio, se necessario, l'unità del partito.<br />

Un'ondata di malcontento si è avuta a Milano e provincia pochi mesi dopo l'armistizio. L'euforia<br />

della "vittoria" non aveva ingannato le grandi masse operaie. La realtà del prezzo pagato era più<br />

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