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ANTOLOGIA DI SCRITTI - Marxists Internet Archive

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Questa particolare attrezzatura, che per tutta la durata dell'Ufficio I costituito dal primo Esecutivo<br />

del partito non ebbe mai a subire interventi polizieschi o fascisti, fu oggetto di un rapporto speciale<br />

del rappresentante in Italia della Terza Internazionale. A Mosca esisteva un reparto dell'I.C. adibito<br />

al lavoro extralegale. Lo componevano valorosi compagni esperti in lavoro cospirativo, lavoro<br />

compiuto negli anni del dominio zarista e nella fase kerenskiana. Essi riconobbero di particolare<br />

importanza la realizzazione di una tipografia come azienda legale ma a totale servizio del partito in<br />

una situazione di accanita vigilanza poliziesca e fascista. Richiesero frequenti informazioni sul<br />

lavoro dell'Ufficio I e uno schema dell'organizzazione extralegale in Italia. In seguito inviteranno il<br />

compagno Fortichiari a Mosca ad una riunione speciale riservata in occasione di un congresso della<br />

Terza Internazionale.<br />

E' noto che alla vigilia della fondazione del P.C.d'I. il movimento fascista già straripava. Il<br />

dopoguerra aveva acceso un fuoco di entusiasmo intorno al Partito socialista che si era opposto, in<br />

modo sia pure discutibile, alla guerra e che, con linguaggio contraddittorio ma con accenti<br />

demagogici, condannava i ceti capitalistici quali responsabili della strage e delle conseguenze<br />

catastrofiche per la grande maggioranza degli operai, dei contadini e degli stessi ceti medi. Ma il<br />

P.S.I. non era in grado di raccogliere l'enorme e confuso affluire di consensi e guidarlo nel mezzo di<br />

una crisi strutturale dello Stato.<br />

Inquinato al centro da burocrati incerti e balbettanti, bacato dal riformismo in gangli di grande<br />

importanza politica e sindacale, squalificato da conati eversivi demagogici e incongruenti, il P.S.I.<br />

perdeva mordente nelle agitazioni, deludeva le masse proletarie più combattive, lasciava alla deriva<br />

la piccola borghesia e il contadiname. Nella fase di estrema tensione culminata con l'occupazione<br />

delle fabbriche, il fallimento dell'imbelle attacco socialista, il sabotaggio della burocrazia sindacale<br />

socialdemocratica contribuirono obiettivamente alla ripresa della classe borghese, alla<br />

riorganizzazione delle sue difese, all'inizio dell'offensiva fascista.<br />

L'esempio luminoso della Rivoluzione d'Ottobre in Russia non poteva spostare il peso delle forze in<br />

conflitto anche perché era passato in Italia attraverso lo schermo deformante di simpatie reticenti e<br />

solidarietà contraddittorie del P.S.I. E il contrappeso della Frazione comunista non aveva nel<br />

frattempo assunto una sufficiente efficacia perché era partita con irrimediabile ritardo.<br />

In questa situazione le forze più ardite e potenti del capitalismo sollecitarono l'uso di uno strumento<br />

d'attacco reazionario valorizzando, arricchendo, sostenendo, guidando or meno or più apertamente<br />

le avanguardie nere di Mussolini. Il Partito comunista incominciava a Livorno il suo duro cammino,<br />

impegnato a costruire il suo telaio organizzativo sulle fondamenta recenti create dalla Frazione<br />

comunista e nel contempo ad aprirsi la via in mezzo ad ostacoli crescenti.<br />

La situazione vista da Milano, anche dopo la deludente conclusione della battaglia culminata<br />

nell'occupazione delle fabbriche, poteva sembrare non ancora compromessa. Nella città la massa<br />

operaia era compatta intorno alla sua Camera del Lavoro. Anche i Circoli rionali, le molte<br />

cooperative continuavano ad essere frequentati da masse di compagni e simpatizzanti. Le<br />

manifestazioni fasciste dovevano svolgersi nel centro e con la salvaguardia delle forze regie.<br />

Riunioni e comizi indetti dalla Camera del Lavoro e dalla Federazione socialista locale avevano<br />

luogo liberamente perché il fascismo non osava intervenire in forze. Era perfino lecito allo zelante<br />

prefetto Lusignoli, giolittiano, factiano, poi mussoliniano, assicurare a Roma che a Milano l'ordine<br />

regnava senza sussulti. Era l'aspetto superficiale di una situazione sotto la quale si faceva sempre<br />

più carica di tensioni l'inevitabile ripresa offensiva, più rabbiosa dopo lo scampato pericolo, del<br />

padronato più combattivo, offensiva già manifesta e in espansione in vaste zone del paese.<br />

Nella zona milanese gli esponenti del Partito Comunista d'Italia non solo concorrono ad assicurare e<br />

consolidare la base centrale del partito stesso perché possa iniziare e ampliare la sua attività<br />

direttiva e organizzativa al sicuro dagli ostacoli previsti da parte della polizia e del fascismo, ma<br />

sollecitano la raccolta dei compagni della Sinistra comunista nella federazione provinciale e nelle<br />

sezioni locali. Poiché la situazione evolve rapidamente verso complicazioni reazionarie non c'è<br />

tempo adeguato ad opera capillare di proselitismo e propaganda. Non ci si rinuncia, naturalmente, e<br />

anzi vi si impegnano gli elementi più giovani e dinamici. Ma si opera con particolare attenzione<br />

all'aumento di interventi e pressioni all'interno del movimento sindacale.<br />

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