TERRY BROOKS - Liberi di Leggere

dimenticata fino al giorno in cui Horris l'aveva riscoperta. Horris era perfettamente
consapevole dell'importanza della storia e ammirava e desiderava
ardentemente le cose di importanza storica... soprattutto nei casi in cui
l'oggi e il domani potevano essere uniti a suo personale vantaggio. E Skat
Mandu gli aveva permesso di combinare le due cose, trasformando il valore
storico di quella casa e della terra che la circondava in un bel pacchettino
regalo che era stato posto ai suoi piedi, un pacchetto che non aspettava
altro se non di essere aperto.
Ma ormai anche Skat Mandu faceva parte della storia.
Horris si fermò nuovamente, davanti alla porta d'ingresso, ribollendo di
rabbia. Tutto per colpa di Biggar. Avrebbe perso tutto questo per colpa di
Biggar e della sua maledetta boccaccia. Era assurdo. I cinquanta acri che
comprendevano il rifugio, il maniero stesso, la casa degli ospiti, la Sala
delle Assemblee, i campi da tennis, le stalle, i cavalli, i lavoranti, le automobili,
l'aereo privato, i conti in banca, tutto quanto. Non sarebbe stato in
grado di salvare nulla di tutto ciò, poiché era stato registrato tutto a nome
della fondazione, la Fondazione Skat Mandu, assolutamente impermeabile
alle tasse, e gli mancava il tempo materiale per salvare alcunché. I soci fiduciari
avrebbero provveduto assai rapidamente a bloccare ogni assetto,
non appena avessero scoperto quanto era accaduto. Certo, rimanevano
sempre i soldi nei conti svizzeri, ma questi non sarebbero mai bastati a
compensare per la perdita di un simile impero.
Ci sono altri pesci nel mare, ripeté silenziosamente a se stesso Ma perché
mai avrebbe dovuto andare di nuovo a pescare, per l'amor di Dio?
Diede un calcione alla sedia a dondolo accanto alla porta, proiettandola
nel vuoto e sperando con tutto il cuore di poter fare la stessa cosa con Biggar.
Le grida provenienti dall'Assemblea tornarono a farsi sentire, sempre più
forti, e si udì un chiarissimo e inconfondibile: "Andiamo a prenderlo!".
Horris smise di pensare a ciò che avrebbe potuto essere stato e si infilò rapidamente
in casa.
Non aveva ancora attraversato la porta quando udì un battito d'ali alle
sue spalle. Tentò di sbattere la porta, ma Biggar risultò troppo veloce per
lui. Sfrecciò attraverso l'ingresso a massima velocità, con le ali che sbattevano
selvaggiamente, lasciando cadere qualche piuma mentre si appollaiava
con un fischio sommesso sulla ringhiera delle scale che conducevano al
primo piano.