scarica il pdf della rivista - Essere Comunisti
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lavoro. In questo senso c’è uno scarto persino con l’impianto<br />
del ‘93, dimostratosi senz’altro velleitario, ma che<br />
concettualmente se non altro aveva <strong>il</strong> merito di collocare<br />
la produttività anche dal lato delle responsab<strong>il</strong>ità imprenditoriali.<br />
Quale risultato conseguirebbe un contratto nazionale<br />
che dall’attuale sistema dei due bienni passasse a vigenza<br />
salariale e normativa triennale, con un sistema previsionale<br />
dell’inflazione chiamato in altro modo, ma destinato<br />
a funzionare né più né meno come <strong>il</strong> sistema dell’inflazione<br />
programmata e senza recuperi automatici e<br />
ravvicinati nel tempo delle perdite del potere di acquisto?<br />
Nella migliore delle ipotesi, quello di foss<strong>il</strong>izzare <strong>il</strong><br />
salario dei contratti nazionali al livello a cui sono finora<br />
giunti. Il sindacato rinuncerebbe a uno strumento fondamentale<br />
per migliorare collettivamente la condizione<br />
dei lavoratori italiani e la stessa autonomia contrattuale<br />
dei sindacati nazionali di categoria verrebbe fortemente<br />
pregiudicata.<br />
Talvolta pare proprio che ci sia del genio nel perseguire<br />
l’autolesionismo sindacale. Come è possib<strong>il</strong>e prendere<br />
atto dei processi nella produzione, nei servizi e nel diritto<br />
del lavoro, che producono sempre più divisioni tra i<br />
lavoratori e proporre <strong>il</strong> sostanziale svuotamento dell’unico<br />
strumento oggi a disposizione per tentare di riunificarli,<br />
che è appunto <strong>il</strong> contratto nazionale? Pensiamo ad<br />
esempio ai lavoratori dell’artigianato: <strong>il</strong> continuo arretramento<br />
delle loro condizioni salariali e normative non<br />
dovrebbe forse consigliarci di allargare l’area dei contratti<br />
nazionali dell’industria fino a comprenderli? Si prospetta<br />
invece un sindacato di mercato che ha <strong>il</strong> compito<br />
di aderire alle già molto marcate differenze di trattamento<br />
dei lavoratori e, anzi, di aumentarle ben oltre l’esperienza<br />
delle gabbie salariali, invece che perseguire<br />
l’obiettivo di superarle.<br />
È stato anche prospettato <strong>il</strong> toccasana <strong>della</strong> detassazione<br />
per rendere effettiva l’agib<strong>il</strong>ità del secondo livello. Più<br />
realisticamente, in mano alle imprese questo strumento,<br />
legato alla assoluta variab<strong>il</strong>ità degli obiettivi e dei risultati<br />
aziendali, renderebbe inevitab<strong>il</strong>mente più diffic<strong>il</strong>e la rivendicazione<br />
e l’ottenimento di salario certo e creerebbe<br />
ingiustizie tra lavoratori di aziende che possono attingere<br />
alla fiscalità generale e lavoratori di altre aziende che<br />
non possono farlo e anche tra lavoratori di una medesima<br />
azienda, poiché l’effetto sul salario di risultato eventualmente<br />
contrattato non è progressivo.<br />
Il dibattito politico e sindacale sulla questione fiscale,<br />
che dovrebbe essere tale solo per i lavoratori dipendenti,<br />
ha assunto un r<strong>il</strong>ievo inusitato. Ciò sottintende una ulteriore<br />
ritirata del pubblico, dello Stato nelle sue diverse<br />
articolazioni, dalla gestione dei servizi; e ci dice una<br />
volta di più che tutto dev’essere mercato. Tutto meno <strong>il</strong><br />
lavoro. Salari e stipendi, in perfetta sintonia con le richieste<br />
delle associazioni padronali e con la politica dei<br />
governi e <strong>della</strong> Banca centrale dell’Unione Europea, de-<br />
vono essere invece attentamente controllati e moderati.<br />
Dovremmo prendere finalmente coscienza allora che non<br />
esistono fughe possib<strong>il</strong>i nelle ingegnerie contrattuali. Il<br />
contratto nazionale è decisivo persino ai fini del peso e del<br />
ruolo politico del sindacato in Italia, la contrattazione di<br />
secondo livello è importante: occorre agire su entrambi i<br />
livelli per riconquistare potere contrattuale. Nuove sedi di<br />
contrattazione, pure menzionate nell’intesa Cg<strong>il</strong>, Cisl, U<strong>il</strong>,<br />
come ad esempio quelle di f<strong>il</strong>iera o di sito, sono necessarie<br />
per unire i lavoratori, ma bisogna sapere che non ci verranno<br />
regalate. Come per tutto <strong>il</strong> resto in materia di contrattazione<br />
dovranno essere conquistate con <strong>il</strong> conflitto e<br />
con la partecipazione dei lavoratori.<br />
Cruciale perciò è <strong>il</strong> tema <strong>della</strong> democrazia sindacale. La<br />
mediazione tra le tre confederazioni, mentre porta al superamento<br />
<strong>della</strong> posizione Cg<strong>il</strong> sull’esigenza di una regolamentazione<br />
legislativa, consente la consultazione generale<br />
dei lavoratori – e non solo degli iscritti – ma presenta<br />
un grave limite. Quello che <strong>il</strong> rapporto con i lavoratori<br />
debba sempre e comunque partire dal preliminare accordo<br />
di merito di Cg<strong>il</strong>, Cisl e U<strong>il</strong>. È un’idea plebiscitaria <strong>della</strong><br />
democrazia quella che si afferma quando si ritiene che i<br />
lavoratori non possano partecipare in prima persona alla<br />
definizione delle politiche sindacali, pronunciandosi se necessario<br />
su scelte diverse e anche alternative.