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“Segnali di proliferazione e apoptosi sono sotto controllo genetico ...

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come per esempio <strong>di</strong>minuzione dell’espressione degli enzimi <strong>di</strong> fase I attivatori<br />

e aumento dell’espressione degli enzimi <strong>di</strong> fase II coniuganti. Nei ratti, le<br />

cellule iniziate pos<strong>sono</strong> essere identificate in sta<strong>di</strong> molto precoci attraverso<br />

colorazione immunoistochimica della proteina glutatione S-transfeRasi 7-7<br />

(GST7-7). La maggior parte delle lesioni preneoplastiche e neoplastiche<br />

epatiche va incontro ad una <strong>di</strong>minuizione della crescita e infine regre<strong>di</strong>sce (fase<br />

<strong>di</strong> rimodellamento o reversione fenotipica). Durante la fase <strong>di</strong> promozione,<br />

pos<strong>sono</strong> comparire mutazioni genetiche aggiuntive che portano le lesioni<br />

preneoplastiche ad una crescita autonoma, capace <strong>di</strong> evolvere durante la fase <strong>di</strong><br />

progressione verso la malignità. Per una più efficace prevenzione ed un<br />

migliore trattamento del cancro epatico, gli stu<strong>di</strong> e gli approcci terapeutici<br />

devono mirare a contrastare gli effetti delle mutazioni genetiche che <strong>sono</strong><br />

responsabili della comparsa delle lesioni preneoplastiche e della loro<br />

progressione. Questo approccio naturalmente implica l’identificazione dei geni<br />

coinvolti (24).<br />

Questo stu<strong>di</strong>o può essere compiuto utilizzando modelli <strong>di</strong><br />

epatocancerogenesi chimica su ro<strong>di</strong>tori, come ad esempio me<strong>di</strong>ante il modello<br />

<strong>di</strong> Solt e Farber (25). L'uso <strong>di</strong> modelli sperimentali su ro<strong>di</strong>tori può essere utile<br />

nell'identificazione dei geni che potrebbero essere bersaglio della terapia<br />

genica, nei primi sta<strong>di</strong> dell'epatocancerogenesi. Nei modelli sperimentali, gli<br />

epatociti iniziati pos<strong>sono</strong> essere identificati in ratti o topi trattati con<br />

cancerogeni chimici come la <strong>di</strong>etilnitrosammina (DENA) in quanto le singole<br />

cellule esprimono, ad esempio, la forma placentare della proteina glutatione<br />

transferasi 7-7 (GST7-7), come detto in precedenza.<br />

Marcella Sini.<br />

Titolo della tesi:Segnali <strong>di</strong> <strong>proliferazione</strong> e <strong>apoptosi</strong> <strong>sono</strong> <strong>sotto</strong> <strong>controllo</strong> <strong>genetico</strong> durante la<br />

cancerogenesi epatica <strong>di</strong> ratto.<br />

Tesi <strong>di</strong> dottorato in Epidemiologia Molecolare dei Tumori.<br />

Università degli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Sassari<br />

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