21.05.2013 Views

ano VII - numero 67 INSERTO DELLA RIVISTA ... - Comunità Italiana

ano VII - numero 67 INSERTO DELLA RIVISTA ... - Comunità Italiana

ano VII - numero 67 INSERTO DELLA RIVISTA ... - Comunità Italiana

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Poesia, non-poesia, antipoesia<br />

del’900 itali<strong>ano</strong> è<br />

innazittuto opera di uno<br />

storico della letteratura,<br />

ma anche di un critico,<br />

capace di arrischiare giudizi,<br />

valutazioni personali<br />

su autori contemporanei<br />

attraverso un pazientissimo<br />

lavoro di schede<br />

e profili. L’indagine complessiva<br />

è condotta con<br />

grande lucidità. Ne risulta<br />

un p<strong>ano</strong>rama della<br />

poesia contemporanea,<br />

come dice lo stesso autore<br />

“tra cronaca, storia<br />

e controstoria”, dalle “vie<br />

maestre alle vie secondarie”<br />

e credo che meerito<br />

non indifferente venga<br />

ad Esposito dal suo impegno<br />

rivolto a far luce su<br />

queste ultime.<br />

Per quel che riguarda<br />

invece gli scritti dedicati<br />

all’Abruzzo, che sono altrettanto<br />

<strong>numero</strong>si, si possono<br />

citare: Mario Pomilio<br />

narratore e critico militante<br />

(Roma, Edizioni dell’Urbe,<br />

1978), Ignazio Silone. La<br />

vita, le opere, il pensiero<br />

(Roma, Edizioni dell’Urbe,<br />

1980), Lettura di Ignazio<br />

Silone (Roma, Edizioni<br />

dell’Urbe, 1985), Donna<br />

e poesia oggi in Abruzzo<br />

(Roma, Edizioni dell’Urbe,<br />

1986), Per un altro D’Annunzio<br />

(Roma, Edizioni<br />

dell’Urbe, 1988), Attualità<br />

di Silone (Roma, Edizioni<br />

dell’Urbe, 1989), Vita e<br />

pensiero di Ignazio Silone<br />

(Cerchio, Polla, 1993), il<br />

saggio sulla poesia di Vito<br />

Moretti Segni di scrittura<br />

(Roma, Bulzoni, 1994), Vita<br />

e pensiero di Ennio Flai<strong>ano</strong><br />

(Cerchio, Polla, 1996), Silone<br />

vent’anni dopo (L’Aquila,<br />

Amministrazione Provinciale,<br />

1998), Ignazio<br />

Silone ovvero un “caso” infinito”<br />

(Pescina, Centro Studi<br />

Siloniani, 2000), Poetica<br />

e poesia di Cesare Pavese<br />

(Foggia, Bastogi, 2001),<br />

Questioni siloniane (Avezz<strong>ano</strong>,<br />

Edizioni Marsica Domani,<br />

2003).<br />

Merita un’attenzione<br />

particolare la fondamentale<br />

rassegna di poeti che hanno<br />

scritto in itali<strong>ano</strong>, in latino<br />

ed in dialetto, intitolata Parnaso<br />

d’Abruzzo (1980). Così<br />

come l’autore avverte già<br />

dalla prime pagine:<br />

[...] l’opera vuol essere innanzitutto<br />

una “rassegna”<br />

di quanto l’Abruzzo ha<br />

prodotto, dall’unità d’Italia<br />

ai nostri giorni, nel campo<br />

della poesia. Ma c’è da aggiungere<br />

subito, ed è questa<br />

la sua maggiore novità,<br />

che per la prima volta l’indagine<br />

si estende dalla lirica<br />

alla satira e all’epigramma,<br />

in un triplice versante<br />

linguistico: itali<strong>ano</strong>, latino<br />

e dialetto.<br />

È un “materiale” raccolto,<br />

dunque, che offre<br />

un’immagine completa del<br />

p<strong>ano</strong>rama della produzione<br />

abruzzese.<br />

Un altro aspetto della<br />

critica di Vittori<strong>ano</strong> Esposito,<br />

come si può verificare<br />

nelle pubblicazioni più recenti,<br />

è l’attenzione dedicata<br />

ad Ignazio Silone. Una<br />

figura molto ma, allo stesso<br />

tempo, poco conosciuta,<br />

già al centro di “casi”; due,<br />

secondo Esposito, il primo<br />

quando è vittima del silenzio<br />

della critica italiana e il<br />

secondo quando la famosa<br />

polemica scatenata da Biocca<br />

e Canali lo accusa di essere<br />

stata una spia fascista.<br />

Su quest’ultima polemica,<br />

vari libri sono stati pubbli-<br />

cati e tanti intellettuali e studiosi<br />

sono intervenuti: dallo<br />

stesso Vittori<strong>ano</strong> Esposito, a<br />

Giuseppe Tamburr<strong>ano</strong>, a Indro<br />

Montanelli, a Norberto<br />

Bobbio.<br />

La lettura e l’analisi puntuale<br />

delle opere siloniane,<br />

sia dal punto di vista storico<br />

sia da quello critico-letterario,<br />

ha permesso a Vittori<strong>ano</strong><br />

Esposito di comporre,<br />

pian pi<strong>ano</strong>, una complessa<br />

costellazione che (ri)discute<br />

le opere narrative di Ignazio<br />

Silone. A questo proposito,<br />

si possono segnalare i<br />

già citati Lettura di Ignazio<br />

Silone (1985) e Ignazio Silone<br />

ovvero un “caso”infinito<br />

(2000). Nell’avvertenza<br />

contenuta nella prima opera,<br />

Vittori<strong>ano</strong> Esposito parla<br />

al lettore di come ha conosciuto<br />

Silone e si è avvicinato<br />

alla sua opera. I dodici<br />

capitoli, sommati alle appendici<br />

che tratt<strong>ano</strong> anche<br />

dei punti di vista dei critici,<br />

sono inoltre delle pagine importanti<br />

sulla fortuna critica<br />

siloniana. Un libro essenziale<br />

per qualsialsi studioso,<br />

uno strumento che raccoglie<br />

un ventaglio di informazioni<br />

varie sulla produzione e ripercussione<br />

delle opere dello<br />

scrittore abruzzese. Nel<br />

suo secondo lavoro monografico<br />

su Silone, Esposito<br />

ripercorre attraverso una lettura<br />

aggiornata la travagliata<br />

vicenda siloniana, un “caso<br />

infinito” appunto, culminata<br />

nel dibattito spia/non spia,<br />

che ha occupato per mesi<br />

le pagine dei più importanti<br />

quotidiani italiani.<br />

Tutti questi sono degli<br />

scritti che testimoni<strong>ano</strong> il percorso<br />

intrapreso da Vittori<strong>ano</strong><br />

Esposito, vincitore di alcuni<br />

premi di critica letteraria, e<br />

conferm<strong>ano</strong> il suo ricco e polifonico<br />

universo.<br />

Gennaro<br />

Manna e<br />

la terra<br />

d’AbruzzoAldo Onorati<br />

Su “Atti del Convegno<br />

Internazionale di studio<br />

‘Gennaro Manna’<br />

1991”, Sandro Sticca scrive:<br />

“ Manna costituisce una indelebile,<br />

memorabile e complessa<br />

analisi dell’esistenza e<br />

della condizione umana che<br />

si rivela non soltanto nella<br />

dettagliata esposizione della<br />

crisi della generazione del<br />

dopoguerra, ma nella profonda<br />

ed illuminata scansione<br />

ed esaltazione del temperamento,<br />

della coscienza e dei<br />

valori spirituali della sua terra<br />

natia: l’Abruzzo”.<br />

L’autore è nato nel 1922<br />

a Tocco Casauria (Pescara);<br />

è morto a Roma nel 1990. A<br />

Roma si era laureato in Giurisprudenza.<br />

Dal 1950, infatti,<br />

ha abitato nella Capitale, ove<br />

ha lavorato e conosciuto i migliori<br />

nomi della Letteratura.<br />

Già nel 1959 pubblica il<br />

primo libro, Le terrazze, ove<br />

la presenza del mondo contadino<br />

dà adito ai critici di<br />

pensare che il narratore sia<br />

legato ai temi del neorealismo,<br />

mentre Manna appartiene<br />

fin dagli inizi alla sfera<br />

dello scandaglio interiore<br />

dei personaggi, legando la<br />

narrazione all’essenza della<br />

sua origine ( scriverà, infatti,<br />

: “Il mio cuore batte /<br />

campagnolo / dov’è germogliato<br />

/ chiamando gli olivi<br />

per nome” ). E’ del 1962 Un<br />

uomo senza cappello (Rizzoli),<br />

romanzo che delinea una<br />

scaltrezza tecnica di narratore<br />

attento ai particolari, non<br />

solo quelli del paesaggio, ma<br />

dei protagonisti, pur senza<br />

indebolire gli effetti visivi,<br />

tanto che i critici hanno insistito<br />

sulla filmicità dei suoi<br />

testi, vibrati con una sintassi<br />

sicura, netta, addizionale,<br />

tesa a trasmettere al lettore<br />

una partecipazione al sentire,<br />

che diviene un tramite<br />

di auscultazione dei complessi<br />

fermenti della vita e<br />

del mondo. Tale particolarità<br />

non si perde mai nelle pagine<br />

di Manna, anzi si rafforza<br />

laddove torna il mondo contadino<br />

( L’aquila impagliata,<br />

Rizzoli,1968), complicato<br />

da un atteggiamento gnoseologico<br />

di chiara presa, che<br />

qualcuno ha riportato alla<br />

lezione verghiana: una famiglia<br />

che muta, fino al declino,<br />

nell’osmosi tentatrice<br />

e negativa con l’ambiente<br />

26 27

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!