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L'Agrotecnico Oggi dicembre 04 - Collegio Nazionale degli Agrotecnici

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AMOUR” »<br />

media qualitativa del prodotto, così<br />

come il grande rosso: il “Roero” che, a<br />

mio modesto parere, in certe sue<br />

espressioni nulla ha da invidiare ai più<br />

prestigiosi Barolo e Barbaresco, a conferma<br />

della versatilità che il vitigno<br />

Nebbiolo può esprimere a seconda del<br />

territorio.<br />

Poi ci sono la Barbera, la Favorita, vini<br />

che assumono differenti sfumature<br />

dovute alle diverse esposizioni delle<br />

vigne, quelle vigne straordinarie che<br />

rendono questa terra uno dei siti più<br />

belli di tutta la regione Piemonte.<br />

Rimanendo in tema enologico devo<br />

dire che spesso mi capita, parlando<br />

con i colleghi, di dovere esprimere giudizi<br />

sui vini del Roero e la cosa mi<br />

mette sempre in difficoltà perché, pur<br />

non negando mai, di amare in modo<br />

particolare qualche produttore rispetto<br />

ad altri, ritengo che non sia facile giudicare,<br />

quando ci si trova di fronte a<br />

tanti bravi operatori del settore. Per<br />

carità, anche qui ci sono produttori con<br />

una marcia in più e altri con le ridotte,<br />

ma riconosco a tutti, la grande volontà<br />

di crescere ancora e il profondo<br />

amore per la propria terra. Se è la<br />

gente comune a chiedermi dei consigli<br />

mi limito a dire che ognuno deve avere<br />

Vino e nocciole. Prodotti tipici del Roero.<br />

Interno di una cantina roerina.<br />

come guida il proprio palato rispettando<br />

il proprio portafogli. Quello che<br />

viene scritto, chiunque ne sia l’autore,<br />

è solo e sempre il parere di un altro<br />

uomo; sarebbe come non ammettere<br />

che anche i preti bevono, mangiano e<br />

almeno una volta al giorno fanno la…..<br />

Vini e prodotti tipici a parte, della cui<br />

bontà ne siamo a conoscenza, ringrazio<br />

il destino che mi ha fatto incontrare<br />

questo territorio con i suoi pregi e<br />

suoi difetti, le sue bellezze e le sue controversie,<br />

la sua diffidenza e la sua amicizia<br />

sincera.<br />

Qui, dove ora rigogliose respirano le<br />

vigne, dove torri e castelli testimoniano<br />

un passato nobile sapientemente<br />

miscelato al lavoro contadino, dove le<br />

gente affronta il terzo millennio mantenendo<br />

saldamente le proprie tradizioni,<br />

milioni di anni fa ondeggiava il mare.<br />

Ne confermano l’esistenza i numerosi<br />

fossili ritrovati proprio durante gli scavi<br />

delle tante cantine, quelle cantine che<br />

oltre al vino, sono servite un tempo,<br />

per conservare altri alimenti.<br />

Se vi capita di venire da queste parti, e<br />

ve lo consiglio di tutto cuore, chiedete<br />

a qualcuno di farvi visitare un “Crotin”<br />

(termine locale che significa cantina<br />

e che si pronuncia crutin) ne resterete<br />

estasiati, così come se avrete l’occasione<br />

di passeggiare tra i filari di questi<br />

bricchi, non sarà difficile imbattervi in<br />

qualche classico “Ciabòt” (tipica piccola<br />

costruzione in muratura destinata<br />

al ricovero <strong>degli</strong> attrezzi e non<br />

solo) e, se vi verrà da pensare che<br />

ognuna di queste strutture abbia una<br />

storia da raccontarvi in sordina, sappiate<br />

già da ora che non vi sbagliate.<br />

In realtà infatti quella del Roero è una<br />

storia antica, fatta di famiglie nobili e<br />

Tipico volto di donna anziana roerina.<br />

anonimi contadini, ricca di leggende e<br />

di “Masche” (altro termine locale che<br />

significa streghe) che giustamente<br />

lascio raccontare agli storici e agli<br />

anziani.<br />

La storia che mi interessa è la mia, di<br />

questi vent’anni trascorsi tra viaggi di<br />

lavoro e la quiete di un paesaggio dal<br />

verde smeraldo delle colline e dal fresco<br />

profumo di frutta, un Roero così<br />

difficile da comprendere quanto facile<br />

da amare.<br />

Un grazie sincero va a Valerio per<br />

avere cresciuto una brava ragazza che<br />

è diventata una buona compagna di<br />

vita e per avermi insegnato, senza mai<br />

parlare troppo, da buon roerino, quanto<br />

siano dolci le giornate semplici e<br />

oneste, oneste come questa terra e<br />

questa gente che ho imparato a conoscere<br />

e ad apprezzare giorno dopo<br />

giorno. Poche e popolari parole per<br />

dirti ancora una volta: “ciao Valerio”.<br />

Fabrizio Salce<br />

Dicembre 20<strong>04</strong><br />

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