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207-233-Cap6-Def.fm Pagina 216 giovedì 15 gennaio 2009 16:30 6 ITINERARI TEMATICI NELLA GIURISPRUDENZA DEI GIUDICI DI PACE 216 Tra le prime sentenze post Sezioni Unite, si menziona quella del Giudice di pace di Pozzuoli, 17 novembre 2008 26 nella cui motivazione particolare attenzione è prestata alle allegazioni probatorie: {{ È provato documentalmente, per testimonianza e per non reso interrogatorio formale, che l’attrice nel viaggio di andata Napoli-Rodi subiva un ritardo di ben ventotto ore a causa della mancanza di posti sul volo (..) È, altresì, provato che, durante l’attesa per il volo successivo l’attrice non ha avuto una benché minima assistenza e/o informazione e nessun rimborso. }} Si ribadisce infine, relativamente alla risarcibilità dei pregiudizi lamentati, che: {{ il ritardo del volo aereo non può avere comportato all’attrice una “lesione” tale da essere risarcita nel c.d. “danno esistenziale”. Diversamente, ogni “pregiudizio” che dovesse capitare alla persona umana, dovrebbe essere risarcito. Ogni perdita, anche se non incida sulle capacità di produrre reddito (danno patrimoniale), o sull’integrità psicofisica (danno biologico), o non costituisca patema d’animo (danno morale), diventerebbe pienamente risarcibile. La funzione riparatoria si ha soltanto nei casi in cui si verta in tema di diritti costituzionalmente garantiti o in presenza di beni che ricevano una specifica protezione costituzionale. }} 6.1.6 Maltempo tra impossibilità sopravvenuta della prestazione e responsabilità Ulteriore profilo di responsabilità delle compagnie aeree concerne il ritardo/mancato imbarco del passeggero non derivante da sovra-prenotazione. Anche questo tema si lega inevitabilmente al danno da vacanza rovinata (supra, cap. 4), sebbene la presente analisi si soffermi in particolare sul danno cagionato non tanto dal tour operator per l’inadempimento del contratto di viaggio, quanto piuttosto sui pregiudizi arrecati dalle compagnie aeree in ragione del mero contratto di trasporto. Recentemente la S.C. ha affrontato la problematica, stabilendo in una pronuncia la possibilità di vincere la presunzione di responsabilità del vettore, di cui all’art. 1681 c.c., in caso di avverse condizioni meteorologiche 27; in un’altra 28 ha ritenuto non diligente ai sensi dell’art. 1176, 2° comma, c.c. la condotta del vettore che abbia intrapreso il viaggio nonostante le previsioni meteorologiche rendessero incerto il rientro pomeridiano, giacché, sebbene le stesse si fossero manifestate con una eccezionale violenza, il mezzo non sarebbe stato in grado di affrontarlo, condannandolo così al risarcimento dei danni ai passeggeri costretti ad un pernottamento di fortuna 29. 26 In www.filodiritto.it. 27 Cass., 27 ottobre 2004, n. 20787, in Guida al diritto, 2004, 47, 65. 28 Cass., 15 febbraio 2007, n. 3462, in Giust. civ. mass., 2007, 6. 29 In motivazione si legge che la condotta del vettore è censurata per il mancato accordo con un’altra società dei traghetti che avrebbe consentito ai passeggeri il rientro in serata sul continente, evitando così
207-233-Cap6-Def.fm Pagina 217 giovedì 15 gennaio 2009 16:30 217 IL DANNO DA INADEMPIMENTO CONTRATTUALE NELLA GIURISPRUDENZA DEI GIUDICI DI PACE 6 Dalla giurisprudenza di legittimità si può ben dedurre una propensione a considerare diligente la condotta del vettore che rinunci all’esecuzione del trasporto in caso di maltempo, ma emerge un’analoga attenzione ai principi di lealtà e buona fede, che si concretizzano nel rapporto con i passeggeri nella corretta e tempestiva informazione circa gli avvenimenti relativi al viaggio. Passando in rassegna le vertenze sottoposte alla giurisprudenza di prossimità 30 , si nota come un cospicuo numero di pronunce si riferisca alla mancata o ritardata partenza dei voli durante le vacanze di Natale, periodo dell’anno in cui l’aeroporto di Malpensa spesso non è risultato capace di gestire la situazione di emergenza creata dalle nevicate abbattutesi sul territorio. In alcune sentenze 31 , complice la risonanza mediatica dell’inefficienza dell’aeroporto milanese, i Giudici di pace hanno esonerato il vettore dalla responsabilità della mancata partenza del volo, attribuendola invece alla società di gestione dell’aeroporto per aver «sgombrato le piste dalla neve con notevole e colpevole ritardo» e in quanto «le aree di sbrinamento dei velivoli non sono risultate tutte funzionanti». Come in Cassazione, anche in primo grado, le avverse condizioni meteorologiche se da un lato forniscono prova liberatoria al vettore (in quanto si considera diligente il comportamento di colui che decida di non affrontare un volo quando le condizioni atmosferiche non lo consentano), dall’altro non escludono che la mancata esecuzione della prestazione di assistenza e di informazioni ai passeggeri, costretti ad attendere in aeroporto, configuri altresì un inadempimento. Il venir meno della possibilità di eseguire la prestazione principale (il volo) non elimina infatti gli obblighi di lealtà e correttezza che il vettore si è assunto nei confronti del passeggero. In tal senso il Giudice di pace di Catania, 15 gennaio 2007 (in www.dejure.giuffre.it) pur esonerando il vettore dalla responsabilità per la cancellazione del volo, dovuta al danneggiamento del manto della pista di atterraggio per il maltempo, da ricondursi a causa di forza maggiore, gli attribuisce la responsabilità per non aver prestato agli attori idonea assistenza materiale e logistica e per non averli informati: {{ se non a tarda notte, della cancellazione del volo, attraverso una comunicazione, e solo questo è stato il servizio che hanno avuto (...). Non sono stati informati se e quando sarebbe stato organizzato un nuovo volo per il ritorno in patria. }} il pernottamento di fortuna sull’isola. Tale comportamento si può ricondurre più correttamente alla violazione dell’obbligo di buona fede oggettiva o correttezza, quale generale principio di solidarietà sociale, che impone al soggetto di mantenere nei rapporti della vita di relazione un comportamento leale – specificantesi in obblighi di informazione e di avviso – e volto alla salvaguardia dell’utilità altrui, nei limiti dell’apprezzabile sacrificio. Giudice di pace di Milano, 3 settembre 1998, disponibile su www.diritto.it; 30 Giudice di pace di Milano, 10 aprile 2002, disponibile sul sito www.aduc.it; Giudice di pace di Milano, 8 maggio 2002, in Dir. turismo, 2006, 266; Giudice di pace di Milano, 23 luglio 2002, Il Giudice di pace, 2003, 131. Giudice di pace di Milano, 10 aprile 2002, cit. 31
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