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207-233-Cap6-Def.fm Pagina 224 giovedì 15 gennaio 2009 16:30 6 ITINERARI TEMATICI NELLA GIURISPRUDENZA DEI GIUDICI DI PACE 224 Una recente pronuncia del Giudice di pace di Rossano, 7 febbraio 2008 58 ha condannato la compagnia telefonica a indennizzare l’utente per l’erronea indicazione dello stesso nell’elenco telefonico (per due anni consecutivi il numero non era stato indicato quale linea di uno studio legale) per un importo pari a due mensilità per ogni anno, come risulta ricavabile dal contratto; sono stati inoltre assegnati all’utente € 200,00 59 per inadempimento contrattuale, proprio per non aver corrisposto, o quanto meno offerto per tempo, l’indennizzo suddetto, somma che in mancanza di criteri certi, e senza per questo dar luogo ad un giudizio equitativo, viene determinata ex art. 1226 c.c. 59 {{ }} Nella sentenza del Giudice di pace di Pavia, 15 dicembre 200660 sono state risarcite più voci di danno in occasione del distacco della linea telefonica dovuta al mancato pagamento dei canoni relativi ad un nuovo piano telefonico attivato senza il consenso del cliente61. Innanzitutto, avuto riguardo dello stato di inquietudine procurato all’attore, si è ritenuto equo valutare in € 250,00 il danno derivante dalla privazione della rete telefonica, comprensivo del rimborso per spese relative alla corrispondenza; successivamente sono stati liquidati € 250,00 per il tempo che l’attore è stato costretto a dedicare alla questione; infine, a titolo di rimborso spese, € 150,00 per l’attivazione di una nuova utenza telefonica, come da fattura prodotta. Per la terza voce di danno, nulla quaestio, dubbi sorgono in ragione delle prime due: la valutazione è avvenuta in via equitativa e i danni sono stati considerati in re ipsa. Per evitare di ristorare più volte il danno derivato dalla stessa lesione, sarebbe parso più opportuno applicare, anche a questa fattispecie, gli indennizzi automatici presenti nel contratto di utenza telefonica62 . 6.2.4 Mancata consegna del plico postale La giurisprudenza di prossimità in più occasioni ha affrontato cause aventi ad oggetto il mancato recapito di un plico postale: nella maggior parte delle quali, tra le richieste di parte attrice, risulta il risarcimento del danno da perdita di chance (per la cui trattazione si rinvia al Capitolo precedente). 58 Disponibile su www.ricercagiuridica.com. 59 Per una vertenza simile, il Giudice di pace di Teano, 20 febbraio 2007, in www.giudicedipace.it, ha rigettato la domanda di risarcimento dei danni per mancata allegazione probatoria. 60 La sentenza è disponibile sul sito www.ilcaso.it. 61 Il Giudice di pace di Barre, 5 giugno 2007, disponibile su www.giudicedipace.it ha statuito che «è vietata la fornitura di beni e servizi non richiesti al consumatore, in mancanza di una sua previa ordinazione, nel caso in cui essa comporta una richiesta di pagamento», liquidando € 300,00 per «la necessità di doversi difendere da modalità comportamentali aggressive poste in opere da soggetto economico molto forte, che ledono la sfera dei diritti di libertà economica». 62 Nella fattispecie, la disciplina degli indennizzi automatici sarebbe stata contenuta negli artt. 26 e ss. delle Condizioni Generali del contratto di utenza telefonica con Telecom, disponibile su www.187.it.
207-233-Cap6-Def.fm Pagina 225 giovedì 15 gennaio 2009 16:30 225 IL DANNO DA INADEMPIMENTO CONTRATTUALE NELLA GIURISPRUDENZA DEI GIUDICI DI PACE 6 Tra le prime sentenze che affermano la responsabilità del gestore dei servizi postali per disservizi si menziona quella pronunciata dal Giudice di pace di Taranto 63 , con cui è stata risolta la vertenza avente ad oggetto il ritardato recapito (due mesi e mezzo) di un plico spedito per posta celere, in conseguenza del quale il mittente era stato escluso da un corso di perfezionamento presso l’Università. La società gestrice del servizio è stata condannata a restituire le spese di spedizione del pacco (€ 11,67) oltre ad € 774,68 a titolo di risarcimento «per la mancata partecipazione al corso» in ragione del fatto che: {{ tale somma è il giusto risarcimento che si può dare ad un giovane che, non per colpa sua, ha perso un’occasione di migliorare, con l’acquisizione di punteggi, l’inserimento in graduatoria per l’attività di insegnamento delle discipline previste anche se temporanea. }} Il Tupt D.P.R. 29 marzo 1973, n. 156 prevedeva al suo articolo 6 l’esonero da qualsiasi responsabilità da inadempimento per i servizi postali, bancoposta e telecomunicazioni fuori dai casi espressamente previsti dalla legge. Simili privilegi in ordine all’imputabilità dell’inadempimento sono stati erosi progressivamente dalla giurisprudenza costituzionale 64, sulla base della trasformazione della natura del rapporto tra gestore ed utente da autoritaria a contrattuale; mentre la previsione di limiti indennitari alla responsabilità dell’ente sono sempre sopravvissuti al vaglio costituzionale 65 . In armonia con il quadro presentato si poneva la sentenza della S.C. 4619/1998 66, Giudice di pace di Taranto, 5 maggio 1999, in Il Giudice di pace, 2000, 235 con nota di F. FERRARI. 63 Corte Cost., 17 marzo 1988 n. 303 (in Giur. cost., 1988, 125) ha dichiarato l’illegittimità costituzio- 64 nale dell’art. 6 Tupt, nella parte in cui dispone che l’Ente poste italiane non è tenuto al risarcimento dei danni, oltre all’indennità di cui l’art. 28, in caso di perdita, o manomissione di raccomandate con le quali siano stati spediti vaglia cambiari emessi in commutazione di debiti dello Stato; parimenti la Corte Cost., 28 febbraio 1992 n. 74 (in Giur. cost., 1992, 398) o ha dichiarato illegittimo nella parte in cui non eccettua dalla limitazione di responsabilità dell’Amm.ne delle Poste per i danni derivati da perdita totale di corrispondenze raccomandate il caso di sottrazione dolosa del loro contenuto ad opera di dipendenti dell’Amm.ne medesima; infine la Corte Cost. 30 dicembre 1997 n. 463, ne ha dichiarato l’illegittimità nella parte in cui dispone che l’Ente non è tenuto al risarcimento dei danni in caso di colpevole ritardo nella rinnovazione di assegno postale localizzato, smarrito, distrutto o sottratto durante la trasmissione all’ufficio di pagamento designato dal traente. La limitazione della responsabilità al sistema indennitario permane fino alla Corte Cost. 17 giugno 65 2002 n. 254 (in Giur. cost., 2002, 1853) che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 6, nella parte in cui dispone che l’Ente poste ed i concessionari del servizio telegrafico non incontrano alcuna responsabilità per il mancato recapito del telegramma. Cass., 7 maggio 1998, n. 4619 (in Danno e Resp., 1998, 674 con nota di: G. BELLANTUONO e in Resp. 66 civ. e prev., 1998, 1395 con nota di M. LIO): «Il privato vincitore di concorso destinatario di corrispondenza contenente la richiesta di invio della necessaria documentazione per il perfezionamento della pratica di assunzione, nel lamentare la mancata ricezione della relativa raccomandata (e la conseguente decadenza dall’impiego), è legittimato a chiedere la condanna dell’amministrazione delle poste al risarcimento del danno derivatogli da tale, mancato recapito esclusivamente entro i limiti di cui agli artt. 6, 28, 48 e 93 del D.P.R. n. 156 del 1973, a mente dei quali l’obbligo del risarcimento del danno da parte della predetta amministrazione è ammesso (art. 28) non oltre un’indennità pari a dieci volte il diritto fisso di raccomandazione. Anche se il rapporto tra amministrazione postale ed utenti si estrinseca, ormai, in atti dal carattere non più autori-
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