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Febbraio - Publidea 95

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D O S S I E R<br />

14<br />

Caratteristi e stuntmen sono componenti essenziali di ogni tipo di pellicola cinematografica. Ed<br />

Ostia può in questo senso vantare una grossa tradizione. Il mito di “Nellone” Pazzafini nel ricordo<br />

della figlia Laura. Dai western trash all’ultimo film girato con Fellini. E poi Rick Boyd,<br />

l’antagonista ed il “cattivo”, che ha lavorato con i più grandi registi italiani ed internazionali,<br />

ma che ha iniziato la sua carriera con Totò. Infine Pino D’Aloja “er mostro”. Per tutti, però,<br />

“Troppo forte” e non solo per il film girato con Carlo Verdone<br />

I magnifici tre<br />

testo// Carola Chiarlitti<br />

Tre nomi, tre generazioni<br />

di cinema<br />

legate<br />

indissolubilmente<br />

al nostro territorio:<br />

Giovanni Pazzafini, Federico<br />

Boido e Giuseppe<br />

D’Aloja. Ma la storia li<br />

conosce rispettivamente<br />

come Nellone, Rick<br />

Boyd e Pino “er mostro<br />

der quadraro, Via dei<br />

Quintili”. Tre uomini che<br />

nella loro vita non solo<br />

hanno fatto cinema ma<br />

hanno fatto del cinema la<br />

loro vita. Tre uomini che a sentire<br />

le loro storie capisci che per<br />

descriverli ci vorrebbe un caratterista,<br />

un narratore, forse un<br />

film. Di Nellone, che ci ha lasciato<br />

nel 1996, oltre al materiale<br />

sconfinato sul web, abbiamo soprattutto<br />

i ricordi e le parole preziose<br />

della figlia Laura. Attore,<br />

caratterista e stuntman viene<br />

spesso associato al solo “western<br />

trash”, popolarissimo e molto in<br />

voga all’epoca, ma in realtà<br />

Nello fu un attore a tutto tondo,<br />

che spaziò sui generi più diversi,<br />

che collezionò un bagaglio di in-<br />

numerevoli produzioni accanto a<br />

grandi facce e grandi nomi, fra<br />

cui Fellini, il suo ultimo film. Fu<br />

girato ad Ostia l’ultimo film<br />

della carriera di Nellone, proprio<br />

là dove oggi troviamo Cineland,<br />

il nostro multisala, e la figlia<br />

Laura ricorda quei giorni, così<br />

come ricorda l’amicizia fra i due,<br />

come Nello scherzava con bonario<br />

affetto sul collega quando<br />

rientrando a casa la sera parlava<br />

di Federico come di uno “un po’<br />

rincoglionito”. Ma Laura ricorda<br />

anche il principio, gli esordi<br />

quando suo padre agli occhi<br />

Duilio Litorale<br />

degli amici spettatori era “quello<br />

che prendeva la sveja” e quando<br />

in sala, in occasione della prima<br />

visione del papà sul grande<br />

schermo, Laura bambina si è alzata<br />

di scatto dalla poltrona del<br />

Cucciolo (oggi Teatro Manfredi)<br />

e si è messa a inveire contro gli<br />

attori: “Tu a mi padre non je devi<br />

menà!”. Frammenti di vita che<br />

raccontano più di quanto qualunque<br />

pagina di Wikipedia possa<br />

raccontare. Eppure anche sul<br />

web continua a vivere il mito di<br />

Nellone, foto da tutte le parti del<br />

mondo vengono inviate a Laura<br />

sulla sua pagina Facebook che ritraggono<br />

il padre nelle diverse<br />

location, sui set dei tanti film girati.<br />

Per esempio fra questi Laura<br />

menziona “Django” western oggetto<br />

proprio quest’anno di un<br />

revival del regista americano<br />

Quentin Tarantino. “Ah Tarantino!<br />

Copia oggi cose che noi abbiamo<br />

fatto ieri con la povertà!”<br />

ci dice Rick Boyd mentre ci racconta<br />

come era diverso il cinema:<br />

“Noi italiani siamo degli<br />

artigiani”. O almeno lo eravamo<br />

perché oggi ci spiega l’amarezza<br />

di un cinema che non esiste più,<br />

FEBBRAIO2013

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