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D O S S I E R<br />
14<br />
Caratteristi e stuntmen sono componenti essenziali di ogni tipo di pellicola cinematografica. Ed<br />
Ostia può in questo senso vantare una grossa tradizione. Il mito di “Nellone” Pazzafini nel ricordo<br />
della figlia Laura. Dai western trash all’ultimo film girato con Fellini. E poi Rick Boyd,<br />
l’antagonista ed il “cattivo”, che ha lavorato con i più grandi registi italiani ed internazionali,<br />
ma che ha iniziato la sua carriera con Totò. Infine Pino D’Aloja “er mostro”. Per tutti, però,<br />
“Troppo forte” e non solo per il film girato con Carlo Verdone<br />
I magnifici tre<br />
testo// Carola Chiarlitti<br />
Tre nomi, tre generazioni<br />
di cinema<br />
legate<br />
indissolubilmente<br />
al nostro territorio:<br />
Giovanni Pazzafini, Federico<br />
Boido e Giuseppe<br />
D’Aloja. Ma la storia li<br />
conosce rispettivamente<br />
come Nellone, Rick<br />
Boyd e Pino “er mostro<br />
der quadraro, Via dei<br />
Quintili”. Tre uomini che<br />
nella loro vita non solo<br />
hanno fatto cinema ma<br />
hanno fatto del cinema la<br />
loro vita. Tre uomini che a sentire<br />
le loro storie capisci che per<br />
descriverli ci vorrebbe un caratterista,<br />
un narratore, forse un<br />
film. Di Nellone, che ci ha lasciato<br />
nel 1996, oltre al materiale<br />
sconfinato sul web, abbiamo soprattutto<br />
i ricordi e le parole preziose<br />
della figlia Laura. Attore,<br />
caratterista e stuntman viene<br />
spesso associato al solo “western<br />
trash”, popolarissimo e molto in<br />
voga all’epoca, ma in realtà<br />
Nello fu un attore a tutto tondo,<br />
che spaziò sui generi più diversi,<br />
che collezionò un bagaglio di in-<br />
numerevoli produzioni accanto a<br />
grandi facce e grandi nomi, fra<br />
cui Fellini, il suo ultimo film. Fu<br />
girato ad Ostia l’ultimo film<br />
della carriera di Nellone, proprio<br />
là dove oggi troviamo Cineland,<br />
il nostro multisala, e la figlia<br />
Laura ricorda quei giorni, così<br />
come ricorda l’amicizia fra i due,<br />
come Nello scherzava con bonario<br />
affetto sul collega quando<br />
rientrando a casa la sera parlava<br />
di Federico come di uno “un po’<br />
rincoglionito”. Ma Laura ricorda<br />
anche il principio, gli esordi<br />
quando suo padre agli occhi<br />
Duilio Litorale<br />
degli amici spettatori era “quello<br />
che prendeva la sveja” e quando<br />
in sala, in occasione della prima<br />
visione del papà sul grande<br />
schermo, Laura bambina si è alzata<br />
di scatto dalla poltrona del<br />
Cucciolo (oggi Teatro Manfredi)<br />
e si è messa a inveire contro gli<br />
attori: “Tu a mi padre non je devi<br />
menà!”. Frammenti di vita che<br />
raccontano più di quanto qualunque<br />
pagina di Wikipedia possa<br />
raccontare. Eppure anche sul<br />
web continua a vivere il mito di<br />
Nellone, foto da tutte le parti del<br />
mondo vengono inviate a Laura<br />
sulla sua pagina Facebook che ritraggono<br />
il padre nelle diverse<br />
location, sui set dei tanti film girati.<br />
Per esempio fra questi Laura<br />
menziona “Django” western oggetto<br />
proprio quest’anno di un<br />
revival del regista americano<br />
Quentin Tarantino. “Ah Tarantino!<br />
Copia oggi cose che noi abbiamo<br />
fatto ieri con la povertà!”<br />
ci dice Rick Boyd mentre ci racconta<br />
come era diverso il cinema:<br />
“Noi italiani siamo degli<br />
artigiani”. O almeno lo eravamo<br />
perché oggi ci spiega l’amarezza<br />
di un cinema che non esiste più,<br />
FEBBRAIO2013