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Febbraio - Publidea 95

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...dal mondo della scuola<br />

la Scienza e la Tecnica<br />

nell’evoluzione del rapporto Uomo-Natura<br />

testo// Silvia Rossetto<br />

il titolo del secondo<br />

seminario di<br />

E’questo<br />

approfondimento del<br />

concorso di filosofia per i Licei<br />

del XIII Municipio, nell’anno<br />

scolastico 2012/2013, tenuto il 24<br />

gennaio u.s. nell’aula magna del<br />

Liceo Democrito di Casal Palocco.<br />

Relatori Gianluca Cavino<br />

e la nostra giornalista Silvia<br />

Grassi.<br />

Giunto ormai alla terza edizione,<br />

il concorso si propone quest’anno<br />

di far cimentare gli allievi sul<br />

tema, L’uomo tra scienza e tecnica:<br />

quale futuro?<br />

Secondo i due relatori, le domande<br />

sul futuro sono domande<br />

sulle scelte e sui percorsi da compiere,<br />

per cui è necessario conoscere<br />

la propria storia e porsi<br />

criticamente in rapporto al presente.<br />

La visione meccanicistica e deterministica<br />

della realtà, che si è<br />

imposta con lo sviluppo della<br />

scienza nell’età dell’Illuminismo,<br />

ha contribuito a creare alcune<br />

convinzioni, che incidono profondamente<br />

sul nostro rapporto<br />

con la Natura.<br />

Innanzi tutto la convinzione che<br />

essa sia qualcosa di cui si possono<br />

svelare i segreti, comprendere<br />

le leggi che la governano e<br />

quindi, attraverso la tecnica, manipolare<br />

i processi. Accanto a<br />

questa anche l’idea che la Natura<br />

sia un enorme ed inesauribile serbatoio<br />

di risorse a cui attingere<br />

indefinitamente e che comunque<br />

resta sempre uguale a se stesso.<br />

Infine l’idea che il progresso,<br />

grazie alla scienza e alla tecnica,<br />

sia un processo indefinito di crescita<br />

e di benessere, che ha in sé<br />

anche gli strumenti per correg-<br />

gere e superare eventuali danni<br />

che esso stesso ha provocato.<br />

In questa visione la Natura perde<br />

ovviamente quanto di sacro e di<br />

divino manteneva nelle culture<br />

del passato, diventando facile<br />

preda di strumentalizzazioni e asservimento<br />

alle leggi dell’economia<br />

e del profitto. Gli uomini e le<br />

donne dell’antichità, infatti - sottolineano<br />

Gianluca Cavino e Silvia<br />

Grassi - si muovevano<br />

idealmente tra la consapevolezza<br />

di essere parte della Natura in un<br />

unico universo e il senso del rispetto<br />

sacro e religioso per essa.<br />

Erano consapevoli che esisteva<br />

un’unità in cui ogni elemento e<br />

ogni momento della vita del singolo<br />

rientrava in un tutto armonico;<br />

l’uomo pur intervenendo<br />

sulla Natura non poteva farlo che<br />

all’interno di un ordine in cui si<br />

realizzava la legge divina. Questo<br />

senso di appartenenza oggi –<br />

evidenziano i relatori- sopravvive<br />

in noi solo come sentimento romantico.<br />

Si riconosce talvolta la<br />

forza e la perfezione della Natura,<br />

ma con la consapevolezza<br />

che quel mondo di bellezza e armonia<br />

è per noi ormai precluso.<br />

Oltre a ciò essa ha perso per<br />

sempre per l’uomo ogni senso di<br />

sacralità. Nei miti delle popolazioni<br />

antiche e primitive, infatti<br />

quasi universalmente si nota<br />

come gli elementi della natura<br />

venissero identificati con divinità<br />

primordiali, come la terra e l’aria,<br />

o con doni divini, come ad esempio<br />

il fuoco e l’acqua.<br />

Anche l’indagine filosofica –<br />

proseguono- nell’età antica e medievale<br />

riservava alla Natura un<br />

posto privilegiato. Per i filosofi<br />

presocratici era proprio negli elementi<br />

come l’acqua o l’aria che<br />

si trovava il principio della realtà.<br />

Ma anche le filosofie più complesse,<br />

come quella di Platone e<br />

di Aristotele, consegnavano alla<br />

Natura un fine superiore; per i<br />

più importanti filosofi cristiani,<br />

essa era, addirittura, immagine<br />

di Dio.<br />

E’ alle soglie dell’età moderna,<br />

con l’alchimia, che il rapporto sacrale<br />

comincia ad incrinarsi. La<br />

Natura diventa un oggetto da indagare,<br />

che ha leggi proprie e segreti<br />

custoditi da svelare così da<br />

poterla manipolare. Convinzione<br />

questa che la scienza confermerà<br />

Da sinistra : il prof. Di<br />

Siena, il prof. Campagna,<br />

il dott. Fiaschi, la Dirigente<br />

Scolastica del Labriola,<br />

prof. Benincasa, la dirigente<br />

del Democrito prof.<br />

Bisegna, Silvia Grassi, la<br />

prof. Rigatuso, Gianluca<br />

Cavino<br />

in pieno, fino a far prevalere nell’età<br />

illuministica, una visione<br />

materialistica della realtà, regolata<br />

da rapporti di causa ed effetto,<br />

tutta da utilizzare e da<br />

sfruttare.<br />

Forte di questa convinzione e<br />

dello sviluppo della tecnologia,<br />

l’uomo si è sempre più allontanato<br />

dalla Natura, così come la<br />

filosofia della natura si è totalmente<br />

separata dalla scienza<br />

della natura. Ma - concludono i<br />

due relatori - oggi appare evidente<br />

la necessità di risaldare<br />

queste alleanze spezzate. Su questa<br />

linea si muove appunto l’Ecologia,<br />

che diventa il momento in<br />

cui la scienza e la tecnica ripensano<br />

a se stesse, ai loro obiettivi<br />

e ai loro strumenti e possono indicare<br />

all’uomo una nuova prospettiva<br />

per il futuro.<br />

FEBBRAIO2013 Duilio Litorale<br />

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