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...dal mondo della scuola<br />
la Scienza e la Tecnica<br />
nell’evoluzione del rapporto Uomo-Natura<br />
testo// Silvia Rossetto<br />
il titolo del secondo<br />
seminario di<br />
E’questo<br />
approfondimento del<br />
concorso di filosofia per i Licei<br />
del XIII Municipio, nell’anno<br />
scolastico 2012/2013, tenuto il 24<br />
gennaio u.s. nell’aula magna del<br />
Liceo Democrito di Casal Palocco.<br />
Relatori Gianluca Cavino<br />
e la nostra giornalista Silvia<br />
Grassi.<br />
Giunto ormai alla terza edizione,<br />
il concorso si propone quest’anno<br />
di far cimentare gli allievi sul<br />
tema, L’uomo tra scienza e tecnica:<br />
quale futuro?<br />
Secondo i due relatori, le domande<br />
sul futuro sono domande<br />
sulle scelte e sui percorsi da compiere,<br />
per cui è necessario conoscere<br />
la propria storia e porsi<br />
criticamente in rapporto al presente.<br />
La visione meccanicistica e deterministica<br />
della realtà, che si è<br />
imposta con lo sviluppo della<br />
scienza nell’età dell’Illuminismo,<br />
ha contribuito a creare alcune<br />
convinzioni, che incidono profondamente<br />
sul nostro rapporto<br />
con la Natura.<br />
Innanzi tutto la convinzione che<br />
essa sia qualcosa di cui si possono<br />
svelare i segreti, comprendere<br />
le leggi che la governano e<br />
quindi, attraverso la tecnica, manipolare<br />
i processi. Accanto a<br />
questa anche l’idea che la Natura<br />
sia un enorme ed inesauribile serbatoio<br />
di risorse a cui attingere<br />
indefinitamente e che comunque<br />
resta sempre uguale a se stesso.<br />
Infine l’idea che il progresso,<br />
grazie alla scienza e alla tecnica,<br />
sia un processo indefinito di crescita<br />
e di benessere, che ha in sé<br />
anche gli strumenti per correg-<br />
gere e superare eventuali danni<br />
che esso stesso ha provocato.<br />
In questa visione la Natura perde<br />
ovviamente quanto di sacro e di<br />
divino manteneva nelle culture<br />
del passato, diventando facile<br />
preda di strumentalizzazioni e asservimento<br />
alle leggi dell’economia<br />
e del profitto. Gli uomini e le<br />
donne dell’antichità, infatti - sottolineano<br />
Gianluca Cavino e Silvia<br />
Grassi - si muovevano<br />
idealmente tra la consapevolezza<br />
di essere parte della Natura in un<br />
unico universo e il senso del rispetto<br />
sacro e religioso per essa.<br />
Erano consapevoli che esisteva<br />
un’unità in cui ogni elemento e<br />
ogni momento della vita del singolo<br />
rientrava in un tutto armonico;<br />
l’uomo pur intervenendo<br />
sulla Natura non poteva farlo che<br />
all’interno di un ordine in cui si<br />
realizzava la legge divina. Questo<br />
senso di appartenenza oggi –<br />
evidenziano i relatori- sopravvive<br />
in noi solo come sentimento romantico.<br />
Si riconosce talvolta la<br />
forza e la perfezione della Natura,<br />
ma con la consapevolezza<br />
che quel mondo di bellezza e armonia<br />
è per noi ormai precluso.<br />
Oltre a ciò essa ha perso per<br />
sempre per l’uomo ogni senso di<br />
sacralità. Nei miti delle popolazioni<br />
antiche e primitive, infatti<br />
quasi universalmente si nota<br />
come gli elementi della natura<br />
venissero identificati con divinità<br />
primordiali, come la terra e l’aria,<br />
o con doni divini, come ad esempio<br />
il fuoco e l’acqua.<br />
Anche l’indagine filosofica –<br />
proseguono- nell’età antica e medievale<br />
riservava alla Natura un<br />
posto privilegiato. Per i filosofi<br />
presocratici era proprio negli elementi<br />
come l’acqua o l’aria che<br />
si trovava il principio della realtà.<br />
Ma anche le filosofie più complesse,<br />
come quella di Platone e<br />
di Aristotele, consegnavano alla<br />
Natura un fine superiore; per i<br />
più importanti filosofi cristiani,<br />
essa era, addirittura, immagine<br />
di Dio.<br />
E’ alle soglie dell’età moderna,<br />
con l’alchimia, che il rapporto sacrale<br />
comincia ad incrinarsi. La<br />
Natura diventa un oggetto da indagare,<br />
che ha leggi proprie e segreti<br />
custoditi da svelare così da<br />
poterla manipolare. Convinzione<br />
questa che la scienza confermerà<br />
Da sinistra : il prof. Di<br />
Siena, il prof. Campagna,<br />
il dott. Fiaschi, la Dirigente<br />
Scolastica del Labriola,<br />
prof. Benincasa, la dirigente<br />
del Democrito prof.<br />
Bisegna, Silvia Grassi, la<br />
prof. Rigatuso, Gianluca<br />
Cavino<br />
in pieno, fino a far prevalere nell’età<br />
illuministica, una visione<br />
materialistica della realtà, regolata<br />
da rapporti di causa ed effetto,<br />
tutta da utilizzare e da<br />
sfruttare.<br />
Forte di questa convinzione e<br />
dello sviluppo della tecnologia,<br />
l’uomo si è sempre più allontanato<br />
dalla Natura, così come la<br />
filosofia della natura si è totalmente<br />
separata dalla scienza<br />
della natura. Ma - concludono i<br />
due relatori - oggi appare evidente<br />
la necessità di risaldare<br />
queste alleanze spezzate. Su questa<br />
linea si muove appunto l’Ecologia,<br />
che diventa il momento in<br />
cui la scienza e la tecnica ripensano<br />
a se stesse, ai loro obiettivi<br />
e ai loro strumenti e possono indicare<br />
all’uomo una nuova prospettiva<br />
per il futuro.<br />
FEBBRAIO2013 Duilio Litorale<br />
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