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apri il file in formato pdf - nucleo comunista internazionalista

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‘20, per poi passare di lì a breve all’assass<strong>in</strong>io dei comunisti, a mettere nell’<strong>il</strong>legalità <strong>il</strong> movimento<br />

operaio, a ridurre al m<strong>in</strong>imo la riforma agraria.<br />

Secondo Z<strong>in</strong>ov’ev <strong>il</strong> movimento democratico-borghese e nazionale può sv<strong>il</strong>upparsi <strong>in</strong><br />

diverse direzioni. Laddove <strong>il</strong> proletariato è troppo debole e non riesce a prenderne la testa, esso<br />

prosegue sotto la direzione della borghesia e va a f<strong>in</strong>ire nella reazione borghese, cessa di essere un<br />

movimento nazional-rivoluzionario, non è più una componente della rivoluzione socialista<br />

mondiale cui potersi alleare. Per quanto i movimenti di liberazione nazionale degli anni ’20<br />

avessero contribuito nel loro complesso a scuotere le fondamenta dell’imperialismo, essi, secondo<br />

Z<strong>in</strong>ov’ev, <strong>in</strong> quanto rimasti sotto la direzione della borghesia, non erano andati avanti verso la<br />

rivoluzione socialista, ma <strong>in</strong>dietro, a svolgere un ruolo antiproletario, divenendo <strong>in</strong> alcuni casi<br />

strumenti dell’imperialismo.<br />

L’obiezione di Roy fu accolta. Nelle tesi redatte da Len<strong>in</strong> rimasero le consegne di appoggio<br />

e di alleanza, ma quasi dappertutto l’espressione “movimento democratico-borghese” fu sostituita<br />

con l’espressione “movimento rivoluzionario nazionale”. Furono, <strong>in</strong>oltre, approvate, <strong>in</strong>sieme e<br />

all’unanimità, le tesi supplementari presentate da Roy, anch’esse opportunamente riformulate.<br />

“Il senso di questo emendamento è che noi, <strong>in</strong> quanto comunisti dovremo sostenere e<br />

sosterremo i movimenti borghesi di liberazione nei paesi coloniali solo quando tali movimenti<br />

siano effettivamente rivoluzionari, solo quando i loro rappresentanti non ci impediscano di educare<br />

e organizzare <strong>in</strong> senso rivoluzionario i contad<strong>in</strong>i e le grandi masse degli sfruttati. In assenza di tali<br />

condizioni anche nei paesi arretrati i comunisti devono lottare contro la borghesia riformistica, alla<br />

quale appartengono anche gli eroi della Seconda Internazionale” e “i partiti riformisti” che “già<br />

esistono nei paesi coloniali e qualche volta i loro esponenti si chiamano socialdemocratici e<br />

socialisti”.<br />

Per una più ampia visione dei temi, abbiamo riprodotto <strong>in</strong> allegato la documentazione<br />

m<strong>in</strong>ima essenziale di questo dibattito: <strong>in</strong> particolare le tesi <strong>in</strong>iziali e quelle supplementari del<br />

secondo congresso dell’Internazionale e <strong>il</strong> rapporto della commissione sulle questioni nazionale e<br />

coloniale, aggiungendo di nostro solo <strong>il</strong> grassetto dei passaggi sui quali richiamiamo l’attenzione.<br />

Nella primavera del 1927, nel corso della battaglia dell’Opposizione di s<strong>in</strong>istra contro le<br />

direttive disfattiste e suicide impartite dall’Internazionale ai comunisti e ai proletari c<strong>in</strong>esi, Z<strong>in</strong>ov’ev<br />

riprese <strong>il</strong> f<strong>il</strong>o di quella discussione. Nel tentativo di risollevare la bandiera del socialismo e del ruolo<br />

d’avanguardia del proletariato e del partito <strong>comunista</strong> nella rivoluzione c<strong>in</strong>ese, Z<strong>in</strong>ov’ev sostenne<br />

che era ben possib<strong>il</strong>e uno “sv<strong>il</strong>uppo non capitalistico (socialista) della C<strong>in</strong>a”: contro chi, voltando le<br />

spalle al marxismo, abbaiava che <strong>il</strong> contenuto democratico-borghese della rivoluzione <strong>in</strong> C<strong>in</strong>a ne<br />

consegnava <strong>in</strong>evitab<strong>il</strong>mente la leadership alla borghesia e al Kuom<strong>in</strong>tang, Z<strong>in</strong>ov’ev replica che<br />

questo contenuto non è affatto scontato, e, richiamandosi alle tesi del secondo congresso<br />

dell’Internazionale, ribadisce la possib<strong>il</strong>ità e la prospettiva, a date condizioni, di uno sv<strong>il</strong>uppo non<br />

capitalistico dei paesi arretrati e della C<strong>in</strong>a, e -<strong>in</strong> funzione di esse- la possib<strong>il</strong>ità e la necessità di una<br />

direzione proletaria della rivoluzione.<br />

In questa battaglia Z<strong>in</strong>ov’ev cita ampiamente gli <strong>in</strong>terventi di Len<strong>in</strong> al secondo congresso,<br />

ma <strong>il</strong> suo ragionamento ci sembra <strong>in</strong>ficiato da qualche semplificazione.<br />

Len<strong>in</strong>, nell’accogliere l’ “emendamento” Roy, prendeva atto e <strong>in</strong>tegrava nell’impianto<br />

orig<strong>in</strong>ario delle tesi un aspetto -ulteriore e non meno importante- non sufficientemente considerato<br />

nella stesura <strong>in</strong>iziale. La quale si basava sulla battaglia fondamentale contro la Seconda<br />

Internazionale e nello stesso Partito Comunista Mondiale perché <strong>il</strong> proletariato e i partiti europei<br />

assumessero la consegna decisiva di appoggiare <strong>in</strong>condizionatamente la lotta dei popoli oppressi<br />

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