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apri il file in formato pdf - nucleo comunista internazionalista

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Come debba correttamente <strong>in</strong>tendersi <strong>il</strong> “salto del capitalismo” nelle ipotesi date lo<br />

chiariamo subito, perché, se <strong>in</strong>teso al rovescio, <strong>il</strong> salto che si prospetta e si compie è semplicemente<br />

fuori dalla realtà -e dal marxismo- verso un idealismo <strong>in</strong>consistente e dannoso.<br />

Nelle condizioni dette <strong>il</strong> capitalismo vi verrebbe saltato come potere della borghesia e<br />

gestione oppressiva dei suoi apparati spazzati via dal potere dei soviet e dunque come<br />

cancellazione del suo <strong>in</strong>ferno di sfruttamento (è forse poco?); non anche come possib<strong>il</strong>ità<br />

immediata di evitare la divisione del lavoro, <strong>il</strong> diritto eguale e quant’altro connota nella sostanza<br />

rapporti sociali tuttora borghesi pur sotto la direzione e <strong>il</strong> potere dittatoriale del proletariato.<br />

Se dall’artel’ si mette <strong>in</strong> moto una rivoluzione che scuota l’Europa alla rivoluzione e che di<br />

rimando torni all’artel’, allora <strong>in</strong> queste condizioni diviene possib<strong>il</strong>e non ripercorre ogni stadio<br />

successivo che dall’artel’ porti al comunismo.<br />

Questo <strong>il</strong> senso corretto dell’ipotesi nostra, che non ha nulla a che vedere con presunti<br />

eurocentrismi imputab<strong>il</strong>i al marxismo, perché <strong>in</strong>vece riguarda due capisaldi essenziali della nostra<br />

dottr<strong>in</strong>a, che non vanno smarriti: 1) piaccia o no, non c’è socialismo se non su capitalistiche basi;<br />

2) non c’è socialismo per isole separate e la vicenda delle più arretrate e solidaristiche comunità<br />

umane ancora esistenti è strettamente legata allo scontro di classe nella più avanzata delle<br />

metropoli.<br />

Un conto è ragionare su queste nostre basi, per conquistarne sempre più a fondo la<br />

comprensione, altro è passare a una visione quasi messianica che contempla nei paesi arretrati la<br />

possib<strong>il</strong>ità di un passaggio immediato o, peggio, di un “salto al comunismo superiore”, come tale<br />

sconosciuto (e anzi disconosciuto) dal marxismo e dal novero delle possib<strong>il</strong>ità reali.<br />

I comunisti sognano e rivendicano i propri sogni. In essi fondono le più profonde<br />

aspirazioni dell’umanità lavoratrice non con la fantasia e l’idealismo, ma con la realtà del futuro<br />

quale è possib<strong>il</strong>e e necessario ergere sulle basi del complessivo corso storico e del presente dati.<br />

Per la Russia arretrata Len<strong>in</strong> chiarì a ogni passo che <strong>il</strong> capitalismo proprio per niente vi<br />

poteva essere saltato. Ma anche nell’ipotesi estrema della rivoluzione vittoriosa <strong>in</strong> un paese<br />

avanzato e f<strong>in</strong>anche di una transizione “pura” e <strong>in</strong> vitro, si sconterebbe per non breve tratto <strong>il</strong><br />

perdurare di corpose tracce borghesi pur senza <strong>il</strong> potere <strong>in</strong> atto della borghesia. Cosa di diverso<br />

non ci dice la nostra teoria dello Stato magistralmente riassunta da Len<strong>in</strong> <strong>in</strong> ”Stato e rivoluzione”?<br />

In tal senso la questione del salto del capitalismo non può dirsi ancor oggi del tutto<br />

superata nel quadro unitario e differenziato della rivoluzione proletaria mondiale. E’ senz’altro<br />

data la possib<strong>il</strong>ità di accorciare <strong>il</strong> ciclo delle fatiche nei paesi arretrati, dove persistono tuttora<br />

forme di solidarietà tribale (<strong>in</strong> senso positivo) e di fraternizzazione comunitaria, che noi vediamo<br />

(le abbiamo viste ad esempio nella lotta delle masse proletarie e povere <strong>in</strong> Argent<strong>in</strong>a) e<br />

valorizziamo, non <strong>in</strong> se stesse ma come elementi che, saldati e <strong>in</strong>nestati al moto proletario<br />

mondiale, possono abbreviare <strong>il</strong> percorso. Nulla concediamo <strong>in</strong>vece alla micidiale <strong>il</strong>lusione di un<br />

presunto stare al di qua del capitalismo, di avere già bello e pronto <strong>in</strong> loco “<strong>il</strong> nostro comunismo”<br />

ovvero un ipotetico trampol<strong>in</strong>o per salti magici. La nostra è una concezione realistica e come tale<br />

vogliamo viverla e praticarla.<br />

Realismo nostro che riconosciamo e apprezziamo nel testo di Mantovani, che, con<br />

riferimento al tema centrale della rivoluzione proletaria nei paesi islamici del Medio Oriente e<br />

dell’Asia, esplicita una posizione nella sostanza non dissim<strong>il</strong>e da quella da noi assunta e<br />

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