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apri il file in formato pdf - nucleo comunista internazionalista

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Le consegne messe a punto al secondo congresso sulla politica dei comunisti nei paesi<br />

oppressi dall’imperialismo e sulla questione nazionale non fecero molta strada. Già <strong>in</strong> quella assise<br />

si fecero sentire le voci “s<strong>in</strong>istre” (realmente destre) dello sciov<strong>in</strong>ismo second<strong>in</strong>ternazionalista e con<br />

esse i segnali di una più che debole presa <strong>in</strong> carico da parte dei partiti occidentali, quando non i<br />

presagi dell’abbandono di quelle consegne di lì a breve.<br />

Gli stessi bolscevichi, che pure furono l’avanguardia e l’architrave della politica mondiale<br />

del comunismo <strong>in</strong>ternazionalista, <strong>in</strong>ciamparono s<strong>in</strong> dai primi passi. Nel rapporto con le nazionalità<br />

caucasiche e islamiche già oppresse dallo zarismo, Len<strong>in</strong> <strong>in</strong>gaggiò nel partito russo una battaglia di<br />

grande respiro per dare concreto seguito a quel programma e poter legare le masse di quei paesi alla<br />

Russia sovietica e alla rivoluzione, dovendo contrastare s<strong>in</strong> dall’<strong>in</strong>izio <strong>il</strong> riprodursi di atteggiamenti<br />

sciov<strong>in</strong>isti grande-russi nelle f<strong>il</strong>a bolsceviche.<br />

Quanto agli altri paesi d’Oriente, che nel generale risveglio asiatico <strong>in</strong>sorsero contro<br />

l’imperialismo, s<strong>in</strong> dall’<strong>in</strong>izio apparve diffic<strong>il</strong>issimo anteporre alle pur legittime necessità dello<br />

Stato russo la politica rivoluzionaria del partito <strong>in</strong>ternazionale e dei partiti comunisti locali secondo<br />

le l<strong>in</strong>ee tracciate. Sia nelle relazioni con la Repubblica sovietica del G<strong>il</strong>an (nord della Persia),<br />

proclamatasi tale nel giugno del ‘20 contro <strong>il</strong> potere centrale di Teheran e contro gli <strong>in</strong>glesi, sia<br />

soprattutto <strong>in</strong> quelle con <strong>il</strong> ben più esteso movimento nazionalista turco che prese le mosse nella<br />

primavera del ’19 sotto la leadership di Mustafa Kemal, non si andò oltre un generico sostegno alle<br />

direzioni del movimento quali esse fossero, rimanendosi ben al di qua di un attivo <strong>in</strong>terventismo<br />

proletario (non <strong>in</strong> senso corporativo ed economicista per quanto abbiamo detto) nella lotta<br />

nazional-rivoluzionaria.<br />

In particolare, non si compromise l’alleanza con Kemal (la Turchia, <strong>in</strong> guerra contro<br />

l’imperialismo <strong>in</strong>glese, francese e italiano, era allora l’unico alleato di Mosca <strong>in</strong> Asia) neanche<br />

quando Mustafa Suphi e una qu<strong>in</strong>dic<strong>in</strong>a di altri comunisti turchi furono assass<strong>in</strong>ati nel gennaio del<br />

1921 nella città turca di Trebisonda al conf<strong>in</strong>e con la Russia.<br />

Gli sv<strong>il</strong>uppi ulteriori andarono a passi rapidi verso <strong>il</strong> disastro.<br />

A partire dal caso della Georgia, <strong>il</strong> dodicesimo congresso del partito bolscevico (<strong>apri</strong>le ’23)<br />

fece più di un passo verso <strong>il</strong> completo ribaltamento delle consegne precedenti quanto a politica dei<br />

comunisti verso le nazionalità già oppresse dallo zarismo. Il tutto <strong>in</strong> nome di un più serrato e<br />

sbrigativo accentramento a Mosca delle repubbliche caucasiche e delle loro risorse, <strong>in</strong> funzione<br />

delle necessità economiche anteposte e contrapposte ai card<strong>in</strong>i essenziali dell’<strong>in</strong>ternazionalismo.<br />

Len<strong>in</strong> spese le sue ultime energie <strong>in</strong> questa battaglia lanciando un prezioso ponte verso<br />

<strong>il</strong> futuro che travalica l’onda di ritorno della debacle allora <strong>in</strong>combente e <strong>in</strong> corso.<br />

Come fu evidente qualche anno dopo nelle direttive dell’Internazionale ai comunisti c<strong>in</strong>esi,<br />

contrastate nella battaglia campale lanciata dall’Opposizione di Trotzkij, Z<strong>in</strong>ov’ev e altri durante gli<br />

eventi cruciali e disastrosi del ’26-’27.<br />

Il nuovo centro del partito, <strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea con la teorizzazione della costruzione del socialismo <strong>in</strong><br />

un solo paese, stab<strong>il</strong>ì che la visione della rivoluzione <strong>in</strong><strong>in</strong>terrotta, che già aveva <strong>il</strong>lum<strong>in</strong>ato la strada<br />

del proletariato rivoluzionario <strong>in</strong> tutti gli scontri cruciali dal 1848 al 1905 al 1917 e che era stata<br />

ribadita ed estesa all’<strong>in</strong>tero Oriente nelle tesi del secondo congresso e nei discorsi di Len<strong>in</strong>, questa<br />

visione non era <strong>in</strong>vece applicab<strong>il</strong>e alla C<strong>in</strong>a per la pretesa esistenza di fattori storici e di una<br />

struttura sociale “del tutto <strong>in</strong>editi”.<br />

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