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09 - Il Comune che vorrei - La Theka

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Lesbi<strong>che</strong> e gay<br />

Una vita “fuori dal <strong>Comune</strong>?”<br />

di Giacomo Guccinelli, Responsabile Nazionale Rete Giovani Arcigay<br />

“Sei originario di una delle tante cittadine di provincia <strong>che</strong> an<strong>che</strong> nel<br />

nord Italia rendono difficile per i ragazzi gay e le ragazze lesbi<strong>che</strong> trovare<br />

contatti e amicizie…vuoi raccontarci la tua esperienza di adolescente?”<br />

Questa pressappoco è la domanda <strong>che</strong> mi fu posta a bruciapelo qual<strong>che</strong><br />

mese fa durante un’intervista.<br />

“Nei piccoli centri i gay non esistono!” Questo avrei voluto rispondere<br />

provocatoriamente al giornalista pensando appunto al mio passato di<br />

adolescente cresciuto in un paesone tra Liguria e Toscana. Certo una<br />

cittadina calma, bella, tranquilla e confortevole ma, ahimè, come tanti<br />

piccoli centri belli e confortevoli an<strong>che</strong> poco abituata e comprensibilmente<br />

restia al confronto con le differenze in generale, e, in modo<br />

particolare con le realtà gay, lesbica e trans.<br />

Ho scoperto la mia identità di ragazzo gay all’età di 21 anni: prima,<br />

quando non ero ancora all’Università, a scuola, era difficile <strong>che</strong> si sentisse<br />

parlare di gay se non in modo negativo. “Gay” o “lesbica” sono<br />

spesso insulti come altri e nemmeno i compagni, così i professori, si<br />

preoccupano troppo di capirne il significato. E’ una realtà altra, lontana,<br />

semplicemente non contemplata.<br />

“Allora ce l’hai la ragazzina?” Questo spesso ti chiedono amici e parenti<br />

in tutta tranquillità mentre tu cerchi di inventare una risposta. Spesso<br />

senti dire <strong>che</strong> “certe cose vanno fatte in privato” e non capisci come<br />

mai si debba censurare l’affettività <strong>che</strong> nel quotidiano la maggioranza<br />

delle persone manifesta liberamente: dal tenersi per mano, al parlare<br />

senza vergogna del proprio partner o della propria partner. Si punta il<br />

dito contro “l’ostentazione” quando non ci si accorge <strong>che</strong> spesso non<br />

è <strong>che</strong> una quotidianità a cui non siamo abituati. E assisti ogni giorno al<br />

“coming out” dei tuoi amici quando si lasciano scappare un apprezzamento<br />

su una bella ragazza o parlano del week end trascorso con la fidanzata<br />

e, mentre “da ragazzi” ti danno del<br />

finocchio perché non hai nulla da raccontare,<br />

tu aspetti il momento di innamorarti<br />

come tutti ma qualcosa sfugge sempre e<br />

pensi di essere solo.<br />

Questo, com’è capitato a me, ascolta spesso<br />

un adolescente in crescita, specialmente<br />

se si vive in piccoli centri, poco educati a<br />

confrontarsi con le differenze. Non sono<br />

solo i pestaggi a far male, spesso sono frasi<br />

dette in tutta tranquillità, spesso atteggiamenti<br />

<strong>che</strong> crediamo innocui, legati alla<br />

paura e all’ignoranza della parola “gay”.<br />

Tutto ciò spinge molti e molte adolescenti,<br />

a non accettarsi pienamente, a reprimere o<br />

esprimere la propria identità in modi spesso<br />

clandestini interiorizzando una percezione<br />

sbagliata di sé.<br />

“Io non mi innamorerò mai” questo è<br />

quanto mi sono ripetuto finché, a Pisa, mi<br />

sono innamorato del mio primo ragazzo!<br />

Ammetto <strong>che</strong> Pisa è una realtà privilegiata:<br />

città universitaria, multiculturale, piena di<br />

studenti e studentesse fuori sede, lontani<br />

<strong>La</strong> <strong>Theka</strong> Anno 2010 - N. 9<br />

dalle proprie realtà d’origine spesso opprimenti, proprio per questo<br />

agevolati in una più libera espressione delle proprie identità. L’Arcigay<br />

a Pisa è una realtà molto ben strutturata, di consolidata e pluriennale<br />

esperienza; associazione <strong>che</strong> mi ha saputo dare gli strumenti per capire<br />

e per parlare con facilità e consapevolezza di identità e cultura<br />

omosessuale.<br />

Per me essere un gay visibile, da anni an<strong>che</strong> nel mio paese d’origine,<br />

si è rivelata una grande fortuna. Di me lo sanno tutti: mia madre e mio<br />

padre, <strong>che</strong>, tra le altre cose, ogni anno condividono con me la bellissima<br />

esperienza del Pride, la nonna, il nonno, zii, amici, cugini, insomma,<br />

un po’ tutti. <strong>La</strong> mia speranza è <strong>che</strong> in futuro siano in molti i giovani<br />

<strong>che</strong> possano dirlo banalmente a chiunque trovandosi a chiacchierare<br />

del più e del meno. Scoprire serenamente questa componente, <strong>che</strong> è<br />

una delle tante <strong>che</strong> concorrono alla formazione della mia identità, ha<br />

in parte modificato e arricchito il modo di relazionarmi con gli altri e<br />

di conoscere me stesso, rendendomi più aperto e disponibile al confronto<br />

con ogni tipo di differenza; il poter parlare liberamente e con<br />

serenità del mio universo affettivo mi permette di vivere rapporti molto<br />

rilassati con chi mi circonda; questo ovviamente ha un valore an<strong>che</strong><br />

politico: c’è tanto bisogno di parlare con consapevolezza di queste temati<strong>che</strong>,<br />

quando la maggior parte dei media contribuisce a diffondere<br />

disinformazione rafforzando stereotipi e pregiudizi.<br />

Nessuno decide di essere gay o lesbica, possiamo scegliere però la via<br />

della conoscenza e del confronto con chi percepiamo differente da<br />

noi: se ci informassimo solo un po’ oltre a quanto ci è costantemente<br />

detto, se solo ascoltassimo le persone oltre il pregiudizio, lo stereotipo<br />

e la paura di ciò <strong>che</strong> spesso temiamo di essere, e imparassimo tutte<br />

e tutti a considerare le persone nelle loro differenze un’ inesauribile<br />

fonte di arricchimento, contribuiremo sicuramente alla creazione di<br />

una società più sicura e inclusiva dove ogni<br />

differenze goda di piena cittadinanza.<br />

Probabilmente tutti voi conoscerete Arcigay,<br />

almeno per nome. Se cercate uno<br />

spazio alternativo dove possiate esprimere<br />

con serenità la vostra identità nelle sue<br />

più differenti declinazioni e contemporaneamente<br />

dare forza al vostro slancio<br />

nel costruire una società più accogliente,<br />

inclusiva e più attenta al rispetto delle persone<br />

e dei loro diritti, credo <strong>che</strong> il comitato<br />

Arcigay più vicino sia lo spazio <strong>che</strong> fa per<br />

voi. Per me è stata ed è tuttora un’esperienza<br />

davvero ottima! È an<strong>che</strong> grazie agli<br />

strumenti <strong>che</strong> Arcigay mi ha saputo fornire<br />

se oggi posso essere orgoglioso di manifestare<br />

pienamente e senza paura la mia<br />

identità.<br />

Per qualsiasi informazione non esitate a<br />

contattarmi a: giovani@arcigay.it<br />

“Before you echo Amen in your home or<br />

place of worship, think and remember. A<br />

child is listening.” Mary Griffith.<br />

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Uno sguardo oltreconfine

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