09 - Il Comune che vorrei - La Theka
09 - Il Comune che vorrei - La Theka
09 - Il Comune che vorrei - La Theka
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
L’Editoriale<br />
<strong>La</strong> <strong>Theka</strong> Anno 2010 - N. 9<br />
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra...<br />
di Debora Nicoletto<br />
Una fotografia in movimento <strong>che</strong> parte dal 1980 e racconta la piccola realtà fonzasina, ecco il numero natalizio<br />
de <strong>La</strong> <strong>Theka</strong>. Quattro sono i sindaci <strong>che</strong> si sono susseguiti in questi 30 anni, quattro sono le storie<br />
raccolte in questo numero <strong>che</strong> vuole essere un cofanetto dei ricordi, una rievocazione per molti, una prima<br />
lettura per altri. Fatti, avvenimenti, scelte, non scelte, scenari politici <strong>che</strong> si sono avvicendati in 30 anni<br />
in un’altalena di Democrazia Cristiana, Socialismo, Forza Italia, Lega Nord, Popolo della Libertà. Un pot<br />
pourri di partiti. Perché di partiti in Italia ce ne sono tanti. In fondo tanti pensieri, tanti partiti. Mi pare giusto.<br />
E noi paghiamo.<br />
Ben 177 partiti, compreso quello degli Impotenti, si sono presentati a queste ultime elezioni, mentre 170<br />
si erano presentati nel 2006. E’ giusto, dobbiamo razionalizzare e tagliare, così da una elezione all’altra<br />
sono aumentati di ben 7 unità.<br />
E noi paghiamo.<br />
Insomma la nostra democrazia è rappresentatività ed è giusto <strong>che</strong> ci siano molte persone <strong>che</strong> rappresentano<br />
un popolo. In fondo abbiamo solo 630 deputati alla Camera e 315 senatori in Senato. In Spagna,<br />
stiamo parlando di un paese europeo vicino a noi, in tutto sono 350. Ricordo <strong>che</strong> an<strong>che</strong> la Spagna è un<br />
paese democratico e rappresentativo.<br />
E noi paghiamo.<br />
Poco male, perché più siamo più partecipiamo. Infatti i nostri amati politici hanno un compito importante e<br />
unico: esserci nei tavoli di discussione, formulare le agende delle priorità, votare le leggi ascoltando tutte<br />
le parti sociali e i partiti. Ricordo <strong>che</strong>, direttamente dall’autorevole fonte della Camera, risulta <strong>che</strong> dall’inizio<br />
della legislatura, dal 29 aprile 2008 al novembre 2010, alle votazioni elettroni<strong>che</strong> presentate alla Camera<br />
non hanno partecipato per il 27,8% Futuro e Libertà per l’Italia, per il 26,1% Gruppo misto, per 20,8% l’Italia<br />
dei valori, per il 19,7% l’Unione di Centro, per il 14,7% il Partito Democratico, per il 12,1% il Popolo della<br />
Libertà, per il 6,5% la Lega Nord. I regolamenti non prevedono la registrazione del motivo dell’assenza al<br />
voto del parlamentare. E’ giusto, in fondo cosa succederebbe ad ogni lavoratore italiano se non si presentasse<br />
al lavoro, senza dare giustificazione, per circa 52 giorni pari al 20% delle ore da lavorare all’anno?<br />
E noi paghiamo.<br />
Però dobbiamo ammettere <strong>che</strong> il lavoro del politico è difficile, duro, faticoso. Non entriamo nel merito di<br />
tutti i benefit garantiti e della pensione assicurata dopo 35<br />
mesi in Parlamento, non siamo così meschini. Noi sappiamo<br />
<strong>che</strong> è gravoso gestire la cosa pubblica soprattutto<br />
quando alle spalle ci sono valori forti, quali la coerenza da<br />
mantenere e le idee da rispettare. E’ forse per questo <strong>che</strong><br />
dall’inizio della legislatura ad oggi, 24 senatori hanno cambiato<br />
gruppo di appartenenza al Senato e 71 loro colleghi<br />
deputati alla Camera hanno fatto lo stesso.<br />
E noi, <strong>che</strong> ancora paghiamo, siamo leggermente infastiditi<br />
da questo belare politico e pensiamo <strong>che</strong> se la politica è<br />
questa è meglio <strong>che</strong> questi politici imparino un mestiere.<br />
3<br />
L’Editoriale