09 - Il Comune che vorrei - La Theka
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Vorrei quella mucca<br />
di Andrea Pasa<br />
Adotta una mucca: un’iniziativa per far conoscere le montagne della<br />
Valsugana e del <strong>La</strong>gorai.<br />
E’ pensiero comune <strong>che</strong> vivere nelle nostre zone sia bello e salutare,<br />
ma tutto sommato limitante in quanto non vi sono molte opportunità<br />
di lavoro. Soprattutto in questo momento storico caratterizzato da<br />
una forte crisi strutturale di proporzioni internazionali <strong>che</strong> sta mettendo<br />
sempre più in discussione i vecchi concetti di sviluppo basati<br />
sulle grandi industrie. Vediamo sempre più persone senza un lavoro<br />
perché le grandi aziende, un tempo enormi bacini di assorbimento di<br />
manodopera e produttrici quindi di ric<strong>che</strong>zza, stanno abbandonando<br />
i nostri territori inseguendo progetti di delocalizzazione più convenienti<br />
se non addirittura chiudendo i battenti.<br />
Un piccolo esempio di risposta alla crisi può essere un progetto originale<br />
nato qual<strong>che</strong> anno fa in Valsugana <strong>che</strong> tende alla valorizzazione<br />
del territorio riscoprendo i valori e i lavori di un tempo mescolati però<br />
all’utilizzo dei nuovi strumenti tecnologici come internet.<br />
L’idea si propone di permettere l’adozione delle muc<strong>che</strong> in malga!<br />
Sentiamo quindi da <strong>Il</strong>aria Sordo, ideatrice dell’iniziativa, maggiori<br />
dettagli.<br />
In cosa consiste l’iniziativa e cosa bisogna fare per adottare una<br />
mucca?<br />
“Adotta una mucca è un’iniziativa <strong>che</strong> mira a far conoscere e valorizzare<br />
le malghe e i prodotti caseari della Valsugana e del <strong>La</strong>gorai.<br />
Dal depliant o dal sito dell’APT Valsugana www.valsugana.info è<br />
possibile scegliere una delle 140 muc<strong>che</strong> adottabili – ognuna dotata<br />
di foto e nome – e con un contributo di 60 euro procedere con<br />
l’adozione. Per ogni adozione 10 euro vengono destinati a progetti<br />
di beneficenza rivolti ai bambini, mentre 50 euro vanno alla malga<br />
per il mantenimento estivo della mucca adottata. Durante il periodo<br />
dell’alpeggio – indicativamente da metà giugno a metà settembre - la<br />
famiglia adottante ha diritto di andare in malga, esibire il certificato di<br />
adozione, e ritirare prodotti caseari per un valore di 50 euro”.<br />
Quando e come è nata l’idea di permettere l’adozione delle muc<strong>che</strong>?<br />
“L’idea è nata nel 2004 con la mia tesi di laurea: cercavo un’iniziativa<br />
nuova ed originale <strong>che</strong> potesse valorizzare il territorio in cui vivo e le<br />
sue infinite potenzialità, promuovendo un turismo a contatto con la<br />
natura e con le anti<strong>che</strong> tradizioni.<br />
Siamo partiti infatti con 9 malghe aderenti nel 2005 e un totale di 29<br />
adozioni per il primo anno e siamo arrivati a coinvolgere 14 malghe<br />
<strong>La</strong> <strong>Theka</strong> Anno 2010 - N. 9<br />
nel 2010 e a superare le 430 adozioni durante l’estate scorsa”.<br />
Qual è l’obiettivo del progetto?<br />
“Questo progetto vuole dare un sostegno concreto al lavoro di malghesi<br />
e pastori <strong>che</strong> durante l’estate con sacrificio ed impegno rimangono<br />
in malga per poter assicurare al loro bestiame di poter pascolare<br />
su prati verdi, anziché rimanere nelle stalle del fondovalle e nutrirsi<br />
di foraggio e mangimi. Rispetto ai primi anni le adozioni sono aumentate<br />
in modo consistente. <strong>Il</strong> progetto ha riscosso successo non solo tra<br />
i bambini ma an<strong>che</strong> tra gli adulti”.<br />
<strong>Il</strong> fatto di ricevere i prodotti caseari della mucca adottata diventa<br />
quindi motivo per conoscere le vostre montagne?<br />
“Certamente, chi adotta una mucca ha diritto di ricevere un quantitativo<br />
di formaggi caseari a patto <strong>che</strong> si presenti di persona almeno<br />
una volta durante l’estate a trovare la sua mucca adottiva. Spesso<br />
l’adozione diventa quindi l’alibi per una gita in montagna, per una<br />
passeggiata sui pascoli o per trascorrere qual<strong>che</strong> ora all’aria aperta<br />
con tutta la famiglia. I formaggi e gli altri prodotti di malga <strong>che</strong> si ricevono<br />
esibendo l’attestato di adozione permettono di portarsi a casa i<br />
sapori e i profumi delle nostre montagne”.<br />
<strong>La</strong> crescita della qualità di vita della montagna ha avuto luogo grazie<br />
ad una forte coscienza comunitaria della popolazione montana.<br />
E’ ancora il punto di partenza per il lavoro ed il turismo del<br />
futuro?<br />
“<strong>Il</strong> legame con la montagna è sicuramente ancora forte nelle popolazioni<br />
montane, ecco perché lungo tutto il <strong>La</strong>gorai le malghe continuano<br />
ad esistere e a produrre formaggi di pregio. <strong>La</strong> montagna implica<br />
dei sacrifici, ma offre comunque occasioni di lavoro; nel nostro territorio<br />
abbiamo un esempio di scelta di vita particolare di due giovani,<br />
lui insegnante di chimica, lei maestra, <strong>che</strong> vivono in alta quota e si dedicano<br />
alla vita di malga”.<br />
Quali politi<strong>che</strong> o strategie possono essere intraprese per mantener<br />
vivo il tessuto economico-turistico dei nostri territori?<br />
“È indispensabile puntare su progetti <strong>che</strong> esaltano gli aspetti legati alla<br />
natura, e a preferire le costruzioni <strong>che</strong> si inseriscono armonicamente<br />
nel paesaggio.<br />
Nella nostra zona sta andando molto bene il progetto Vacanze in baita,<br />
<strong>che</strong> propone il pernottamento in antichi masi ristrutturati e immersi<br />
nel verde, <strong>che</strong> ben si prestano a vacanze rilassanti o romanti<strong>che</strong>.<br />
Altra iniziativa <strong>che</strong> da anni stiamo sostenendo è la valorizzazione dei<br />
prodotti km 0, quei prodotti cioè <strong>che</strong> non perdono fres<strong>che</strong>zza<br />
durante il trasporto, perché provenienti direttamente<br />
dalle nostre zone. Siamo particolarmente attenti<br />
a spingere <strong>che</strong> i prodotti locali vengano consumati prevalentemente<br />
nei luoghi di produzione e presso le strutture<br />
ricettive di zona”.<br />
Crede sia possibile la nascita di un’aggregazione fra<br />
vecchia e nuove generazioni per la creazione delle attività<br />
del futuro?<br />
“Partendo dall’esperienza delle generazioni passate si<br />
può sicuramente imparare a condurre una vita più genuina<br />
e dai ritmi più naturali, attraverso la rivalutazione e la<br />
promozione degli antichi mestieri.<br />
I lavori di malghesi e pastori sono attività <strong>che</strong> vengono<br />
portate avanti in famiglia di generazione in generazione,<br />
ma con un’ottica proiettata al futuro: le malghe di oggi si<br />
affidano infatti sempre più alla comunicazione in internet,<br />
attivando siti internet e riuscendo ad interagire con<br />
i clienti tramite le mail.<br />
Le diverse generazioni si incontrano poi nelle fattorie didatti<strong>che</strong>,<br />
dove gli anziani insegnano ai più giovani l’arte<br />
della caseificazione, la gestione del bestiame e delle stalle,<br />
la fienagione e il gusto di sedersi attorno a un focolare<br />
a chiacchierare”.<br />
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Economia e lavoro