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CAMERATA 11<br />
Una strana combinazione del fato ha portato a<br />
convivere in questo luogo gli esseri piu psicologicamente<br />
instabili del corso. in dai primi giorni<br />
nasceva in loro un notevole affiatamento accresciuto<br />
dal fatto di appartenere tutti ad una<br />
razza in via di estinzione: IL CONTROCARRO<br />
(homo controcarrensis). Caratteristica principale<br />
della camerata era l’abbigliamento con cui<br />
veniva colta durante le ispezioni a sorpresa da<br />
parte degli Ufficiali di turno (il più vestito di solito<br />
indossava le mutande e le ciabatte: «orrendi»).<br />
Memorabile resterà nella storia della II Compagnia<br />
la maniglia della porta d’entrata che rendeva<br />
l’accesso alla camerata praticamente impossibile<br />
a chi non ne conoscesse il segreto.<br />
Seguendo la filosofia del «non far mai oggi quello<br />
che potresti fare domani» i nostri eroi giungevano<br />
inesorabilmente all’ultimo quarto d’ora prima<br />
del contrappello senza ancora avere iniziato le<br />
pulizie. La frase più ricorrente era infatti «turarsi<br />
insieme», o meglio «Non tirarsi insieme». Quasi<br />
sicuramente la forte amicizia, nota tra gli elementi<br />
della camerata durante i periodi piu duri<br />
del corso (150 giorni), resterà perennemente<br />
impressa nella loro memoria.<br />
ROMEO MAURIZIO<br />
(Chiudi la porta se no ti infrasco)<br />
A causa della posizione del suo letto era soggetto<br />
agli sguardi indiscreti dei passanti, ciò lo<br />
portava a ripetere la fatidica frase infinite volte<br />
al giorno. Di lui ricorderemo: la sveglia che inesorabilmente<br />
suonava dai 20 ai 30 minuti prima<br />
del dovuto (festivi compresi), le reazioni incontrollate<br />
ai disturbi notturni, il fanatismo per i «Nomadi»<br />
e il suo schifo per le pulizie della camerata<br />
giustificato con la frase «Visto che mi dite che<br />
non pulisco mai... non pulisco!!!».<br />
Residente a 50 metri dalla caserma fu l’unico a<br />
raggiungerla in meno di un minuto. Amante delle<br />
guardie festive e dei servizi durante le licenze,<br />
riuscì, come la maggior parte della camerata,<br />
a piazzarsi oltre la centesima posizione (no<br />
comment). Questa sua carenza negli studi è stata<br />
sempre compensata da una grande forza fisica<br />
ed un costante impegno.<br />
- 30 -<br />
BRIGNOLI MAURO (Lo sceriffo)<br />
Bergamasco di origine controllata, si distinse fin<br />
dai primi giorni per l’enorme cappello da texano<br />
sotto il quale era possibile trovare qualunque<br />
cosa, dallo yogurt all’attrezzino multiplo, dalle<br />
mele alla spazzatura. Non da meno era il suo<br />
armadio, per accedere al quale c’era bisogno di<br />
una cartina topografica.<br />
Non si sa per quale strano motivo riuscì ad ottenere<br />
un numero vergognoso di permessini: gira<br />
voce che sia riuscito ad ottenere piu permessini<br />
di quante fossero le domeniche del corso. Di lui<br />
ricorderemo sempre: i ritardi alle adunate, la disorganizzazione<br />
cronica, l’uso indiscriminato del<br />
walk-man e la leggendaria impunibilità nonostante<br />
le numerose azioni da consegna di rigore.<br />
OGLIATO SIMONE<br />
(Dio booon!!! Madooona!!)<br />
amoso per il suo cattivo rapporto con le preposizioni<br />
articolate (che lo portava a pronunciare<br />
frasi del tipo: «andate sull’Ufficiale di Picchetto»),<br />
continuamente deriso per le origini Sestoalreghenensi,<br />
perseguitato dagli inconvenienti<br />
dell’ultimo minuto il nostro eroe fu l’unico a riuscire<br />
a farsi punire per aver indossato l’elmetto<br />
al contrario. A causa delle sue gambe spoglie di<br />
una qualsiasi peluria, alimentava spesso gli appetiti<br />
sessuali dei suoi compagni; riuscì comunque<br />
a rimanere illibato fino alla fine del corso.<br />
Assiduamente impegnato nella vita di camerata,<br />
fu per tutti noi un punto di riferimento per<br />
tutto ciò che riguardava l’arte di arrangiarsi (?!!).<br />
DESSILANI STEANO<br />
(2 esse e 1 elle, Il Minatore)<br />
Unico baffo del plotone controcarri, raggiunse<br />
grazie alla sua posizione in classifica la carica<br />
di capo ed allievo di plotone e da quel momento<br />
fu per tutti noi della camerata «la fine». in dai<br />
primi giorni si distinse per la sua spiccata tendenza<br />
a banfare e per la sua capacità a tirarsi<br />
insieme in tempi record (si narra, a tale riguardo,<br />
che una mattina riuscì a fare il cubo, a rasarsi,<br />
vestirsi, fare colazione e pulire i bagni in<br />
8’ 12” 59 centesimi netti). Originario di Masseranga<br />
(e un paese e non, come potrebbe pensare<br />
qualcuno, una pietanza tipica dello Sri-<br />
Lanka) ebbe la mente annebbiata dalle innumerevoli<br />
fatiche del corso e forse per questo si ancorò<br />
all’idea fissa di rimanere alla SMALP.