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Untitled - Comune di Reggio Emilia

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La vera storia comincia…<br />

conosciuto solo dagli addetti ai lavori o da chi è coinvolto personalmente. Un mondo tutto da ri-scoprire perché molti bimbi hanno nonni molto<br />

giovani, o nonni lontani o mai conosciuti. Lì, alcuni bambini hanno trovato i nonni che non hanno.<br />

I personaggi sono oltre 350… I bambini e i nonni si incontrano davvero per due anni, in cinque scuole e in cinque strutture. Una storia fatta <strong>di</strong> Abbiamo scoperto che le strutture per anziani non sono un corpo estraneo, mon<strong>di</strong> isolati, ma luoghi <strong>di</strong> vita, una vita palpitante che attende <strong>di</strong><br />

incontri, <strong>di</strong> racconti, <strong>di</strong> ascolto, <strong>di</strong> attese, <strong>di</strong> emozioni, <strong>di</strong> giochi, <strong>di</strong> curiosità, <strong>di</strong> sguar<strong>di</strong>, <strong>di</strong> contatti anche fisici, <strong>di</strong> affetto… a volte anche qualche essere regalata ad ascoltatori e spettatori non <strong>di</strong>stratti, che sanno accogliere, come i bambini, le storie altrui. I bambini hanno riempito le troppo<br />

pianto… “Bela puteina, dam un basein”.<br />

vuote giornate dei nonni.<br />

Si fissano appuntamenti, si fanno i preparativi e i bambini regolarmente si recano dai nonni nelle strutture dove vengono accolti per intere matti- Questi incontri si sono riempiti <strong>di</strong> senso e significati profon<strong>di</strong> che vanno dalla conoscenza <strong>di</strong> fatti e mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> vivere fino alla ricchezza delle relazioni<br />

nate. Il tempo scorre tra un racconto e l’altro, tra tante domande e tante risposte, a volte anche inaspettate, si con<strong>di</strong>vidono alcune feste dell’anno, umane fatte <strong>di</strong> cose piccole, ma autentiche. Nel riscoprire la quoti<strong>di</strong>anità si è potuto sperimentare lo stupore per altre quoti<strong>di</strong>anità. La narrazione<br />

ci si <strong>di</strong>verte in attività <strong>di</strong> laboratorio per costruire bambole e giochi <strong>di</strong> altri tempi o maschere da mettere tutti, nonni e bambini, per la festa <strong>di</strong> è <strong>di</strong>venuta un modo per supportare gli appren<strong>di</strong>menti e facilitare le contaminazioni positive tra due mon<strong>di</strong> che si incontrano.<br />

carnevale. Si fa merenda insieme dopo aver preparato le torte <strong>di</strong> una volta o il Savuret fatto col mosto.<br />

Si è aperta una strada concreta per rendere i nostri alunni citta<strong>di</strong>ni più attivi, consapevoli conoscitori delle storie della propria terra , capaci <strong>di</strong><br />

tessere relazioni con il mondo che li circonda, a partire da quello dei nonni. Ciò che si è fatto nella 2^ Circoscrizione può essere riproposto come<br />

La storia continua…<br />

modello <strong>di</strong> lavoro e come buona prassi per far crescere il senso <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza e <strong>di</strong> appartenenza.<br />

Abbiamo così riscoperto il valore delle storie, la forza della narrazione e la ricchezza della vita <strong>di</strong> ognuno. I nonni ci hanno regalato le loro storie,<br />

I nonni vanno nelle scuole, si siedono e raccontano oppure salgono in cattedra per spiegare la vita <strong>di</strong> altri tempi attraverso i ricor<strong>di</strong>, le foto o gli tante, ricche, originali, a volte anche tristi.<br />

oggetti recuperati in solai o cantine. Le esperienze si mettono a confronto tra “ora” e “allora”, tra “oggi “ e ai “miei tempi”, tra “il dentro” e “il<br />

fuori” che si incontrano. I bimbi si incantano <strong>di</strong> fronte a racconti che sanno <strong>di</strong> incre<strong>di</strong>bile, eppur sono veri… è la loro storia! Sprazzi <strong>di</strong> ricor<strong>di</strong> vivi<br />

e palpitanti a volte niti<strong>di</strong> a volte un po’ confusi, la memoria <strong>di</strong> un mondo che si è trasformato. Quando un nonno riesce a far muovere un rocchetto<br />

Le abbiamo raccolte in quattro sezioni:<br />

dentato con elastico, stecchini e ingegno, un bimbo sbalor<strong>di</strong>to chiede “Ma dove sono le pile?” Ecco che è stupore! Si muove senza pile! Ma come 1. L’an è mia roba ed tut i dé (amore , guerra, festività e momenti speciali)<br />

si muoveva il mondo senza pile e senza macchine? …. Mah!? …Eppur si muoveva!<br />

2. Roba ed tut i dè (il vivere quoti<strong>di</strong>ano)<br />

Nel tempo in cui tutto è frenesia, efficienza, produttività ci siamo regalati il tempo <strong>di</strong> ascoltare, il tempo <strong>di</strong> giocare e <strong>di</strong> costruire giocattoli con 3. Dai c’as <strong>di</strong>vertom (il tempo del gioco e dello svago)<br />

materiale semplice, dando spazio alla creatività, all’inventiva che solo le generazioni passate ci possono insegnare perché oggi, tutto ci arriva già<br />

fatto.<br />

4. Nono, am cuntet ‘na fola ( fiabe filastrocche e detti <strong>di</strong> altri tempi)<br />

Qualche nonno con qualche <strong>di</strong>fficoltà in più, ci ha stupito per l’inattesa capacità <strong>di</strong> contenimento che ha <strong>di</strong>mostrato in presenza dei bimbi, ci è Abbiamo inserito solo alcuni stralci vicino alle immagini perché rimanga traccia <strong>di</strong> questa storia che nonni, bambini, insegnanti e operatori delle<br />

sorto il sano dubbio che la compagnia e una ritrovata motivazione, assumano valore terapeutico.<br />

strutture hanno intensamente vissuto nel tempo <strong>di</strong> un progetto.<br />

Si è riattivata anche la delicata sfera delle emozioni, le nonne, in previsione dell’arrivo dei bimbi, chiedono alle assistenti <strong>di</strong> mettere loro i bigo<strong>di</strong>ni, La narrazione si è trasformata anche in riprese e in teatro. Patrizia Garofalo ha fatto recitare nonni e bambini, traducendo in finzione simbolica<br />

vogliono il vestito della festa, il foulard al collo, vogliono essere belle per l’occasione. Anche i bimbi preparano cose da portare ai nonni. Cresce in alcune situazioni. L’obiettivo <strong>di</strong> Alessandro Scillitani ha catturato immagini, emozioni, contesti, perché possano essere restituiti a chi li ha vissuti<br />

loro il piacere dell’attesa. Un giorno un’operatrice stava sistemando delle se<strong>di</strong>e e una nonna con tono <strong>di</strong> speranza chiede: “Arrivano i bimbi?” As- e a chi leggerà questo libro.<br />

sociava a quel gesto un rito <strong>di</strong> preparazione ad accogliere i piccoli ospiti, ma che quella volta era semplicemente legato al rior<strong>di</strong>no del salone.<br />

Alessandro Baricco <strong>di</strong>ce che “Nessuno ti può fregare quando hai una bella storia da raccontare… e qualcuno a cui poterla raccontare”.<br />

E così gli incontri <strong>di</strong>vengono occasione <strong>di</strong> conoscenza, <strong>di</strong> arricchimento per entrambi e dallo scambio <strong>di</strong> esperienze cresce la consapevolezza<br />

del proprio sé e del dove ci collochiamo rispetto all’altro. Il progetto è <strong>di</strong>ventato occasione per riscoprire il pianeta nonni, spesso <strong>di</strong>menticato,<br />

Se è così, anche noi abbiamo voluto raccontarvi questa bella storia perché sappiamo che ci sarà qualcuno che la vorrà ascoltare o ri-ascoltare.<br />

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