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Untitled - Comune di Reggio Emilia

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LA CASA<br />

"Il bagno era fuori casa. Per andarci dovevo attraversare il cortile."<br />

"Si teneva sotto il letto un vaso con il manico per farci la pipì <strong>di</strong> notte. Alla mattina i bimbi avevano il compito <strong>di</strong> andarlo a svuotare nel<br />

letamaio."<br />

"Nelle nostre case non c’era luce, c’era la lucerna con la boccia <strong>di</strong> vetro e lo stoppino, che bagnavamo con il petrolio per poterlo accendere.<br />

E poi avevamo le candele."<br />

"La stanza più usata era la cucina, perché era calda, era grande, e ci si poteva stare tutti insieme. Si ascoltava la ra<strong>di</strong>o qualche volta. C’era sempre<br />

da fare e noi piccoli aiutavamo la nonna e la mamma a cucinare. Le nostre stanze erano sempre calde perché sopra al forno. Erano calde anche<br />

in estate, anche troppo."<br />

"Usavamo la stufa per scaldarci e per fare da mangiare. La stufa funzionava a legna e a carbone, si utilizzavano inoltre delle mattonelle <strong>di</strong> forma<br />

rotonda composte <strong>di</strong> materiale combustibile. Ricordo una stufa <strong>di</strong> rame con un coperchio, era al centro della stanza principale e dentro bruciava<br />

la legna. Si mettevano le braci nella padella, poi la si collocava con il "prete" sotto le coperte per scaldare il letto."<br />

"Mi piaceva molto il camino perché alla sera ci ritrovavamo tutti davanti al fuoco e mio nonno raccontava le favole. E poi era bello osservare<br />

quando il legno <strong>di</strong>ventava brace. "<br />

"Un mio fratellino gettando la carta dentro la stufa non si accorse che il grembiulino era finito vicino la fiamma incen<strong>di</strong>andosi. Questo gli procurò<br />

una grave ustione. Fortunatamente guarì ma i miei genitori furono costretti a spendere tutti i loro risparmi per pagare le cure."<br />

"La televisione si andava a vedere nei caffè o nelle poche case <strong>di</strong> chi l'aveva. La trasmissione più seguita era Lascia o raddoppia. I telefoni erano<br />

pochi e i numeri erano ancora <strong>di</strong> 4 cifre, per chiamare i parenti in altre città era necessario farlo tramite l’operatrice della "Timo". Nel bagno non<br />

c’era acqua calda, bisognava scaldarla a parte."<br />

"Il ricordo mi porta a quando fu installato il telefono. Era un apparecchio fisso installato sul muro del corridoio. Veniva parecchia gente in casa<br />

nostra per usarlo. A volte prendevamo le telefonate e dovevamo portare il messaggio a casa della gente. Il bagno era una cosa molto desiderata,<br />

in casa mia l'ho avuto quando abbiamo installato l’acqua corrente nel 1949."<br />

"Per tenere le cose al fresco si mettevano in una cesta che, legata ad una corda, si calava nel pozzo."<br />

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