Consulta la Tesi di Laurea - Tsrm Foggia
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Sul piano assiale il <strong>la</strong>bbro ha una morfologia <strong>di</strong> tipo triango<strong>la</strong>riforme a <strong>la</strong>rga base<br />
<strong>di</strong> impianto sul<strong>la</strong> glena; tale morfologia si altera nelle con<strong>di</strong>zioni degenerative<br />
assumendo contorni più o meno arrotondati che giustificano tra l’altro <strong>la</strong> riduzione<br />
del<strong>la</strong> capacità contenitiva del<strong>la</strong> testa omerale nel<strong>la</strong> concavità glenoida.<br />
Il mezzo <strong>di</strong> contrasto artico<strong>la</strong>re ha inoltre permesso <strong>di</strong> valutare correttamente<br />
l’ampiezza del<strong>la</strong> cavità artico<strong>la</strong>re ed in partico<strong>la</strong>re i punti <strong>di</strong> inserzione del<strong>la</strong><br />
capsu<strong>la</strong>; infatti in molti casi l’instabilità del<strong>la</strong> spal<strong>la</strong> <strong>di</strong>pende da una eccessiva<br />
<strong>la</strong>ssità delle strutture capsuloligamentose; una capsu<strong>la</strong> ad inserzione profonda ad<br />
esempio può svolgere con assai minore efficacia il proprio ruolo contenitivo sul<strong>la</strong><br />
testa omerale.<br />
La corretta visualizzazione dell’ancora <strong>la</strong>bio-bicipitale riveste un ruolo <strong>di</strong> primaria<br />
importanza in quanto le lesioni del <strong>la</strong>bbro superiore in corrispondenza<br />
dell’inserzione prossimale del te<strong>di</strong>ne del capo lungo del bicipite omerale, sono tra<br />
lesioni più frequentemente coinvolte nel<strong>la</strong> patologia da instabilità. La tecnica da<br />
noi adottata ha <strong>di</strong>mostrato una accuratezza assai elevata nel<strong>la</strong> <strong>di</strong>mostrazione<br />
dell’integrità o meno del complesso <strong>la</strong>bio-bicipitale. Questo fattore è quin<strong>di</strong><br />
determinante in quanto il ra<strong>di</strong>ologo ha <strong>la</strong> necessità <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziare le lesioni a tale<br />
livello in gra<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> gravità, che a loro volta hanno un impatto clinico e<br />
chirurgico via via crescente. E’ inoltre in<strong>di</strong>spensabile poter <strong>di</strong>stinguere tra le<br />
lesioni vere <strong>di</strong> origine spesso traumatica e quelle che sono da considerare varianti<br />
anatomiche del<strong>la</strong> norma e che potrebbero costituire dei “falsi positivi”, se non<br />
adeguatamente valutati [19].<br />
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