Daniele Grassi Antologia poetica - tutto su morra de sanctis

Si accendono riverberi
al largo e passano chimere subdole.
Di amore e gloria origliano i funamboli.
Non giunge all'esercizio il desiderio.
Qui piccolo, se ti agiti,
e rumoroso sei.
Accordare stagioni e giorni. Forme
dolci ed impervie, al vaglio
passate di millenni, ancora lottano
in segreto. Dei mutamenti il metro
alla vita rappresa
con preferenza il tempo
consegna. Reggi i fragili
tumulti e i sortilegi
di mente e cuore. L'arte
apprendi di durare se t'innesti
in moti impercettibili che in polvere
lievissima stratificano
ed atomo fra gli atomi
agli evi ti consegnano.
Il bene e il male fu. Memoria
e previggenza nutrono
la tua saggezza ed è malinconia
di chi, il tempo servendo
con parsimonia, su binari d'ombra
la barca avvia. Difficile
passo. Mano saluto non accenna.
Legge suprema è questa. Morte attende,
ben altra amante, e il bacio
ad altri gelosa non consente.
E sole e luna un giorno
più non conforteranno la vicenda
di luce ed ombra. L'impeto
che mena l'incessante vagabonda
frenato, avrà la terra caldo e freddo
in lunghe notti e in giorni
senza fine. Miliardi
di anni bruciando il sole
e poi gelando, detterà millenni
feroci. E l'uomo estinto
e il sole estinto il Tempo
sperderà nello Spazio.
Le tempeste in galassie
infinite seguendo, nell'innumere
sprofondi. Il vuoto strazia
al margine dei vortici. Più secoli
nel turbine vivesti
d'una stagione. Intorno ammassi scoppiano
di stelle e di pianeti. Metamorfosi.