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Daniele Grassi Antologia poetica - tutto su morra de sanctis

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flutti ergendosi tolsero governo<br />

alla nave sbattuta d'ogni parte,<br />

inerpicata e <strong>su</strong>bissata in baratri<br />

di schiume, e fu la notte <strong>de</strong>l ri<strong>su</strong>cchio<br />

repentino che a fondo portò tutti,<br />

anche Ulisse, che a caso o accorto a scanno<br />

aggrappato rivenne a galla e morto<br />

più che vivo due giorni dopo a riva<br />

lo sputò la corrente in un anfratto.<br />

Al diluculo il freddo <strong>de</strong>lla notte<br />

pungevano e la guazza le ossa rotte<br />

<strong>de</strong>l naufrago, ri<strong>de</strong>stato in soprassalto<br />

da concerto gracchiante di cornacchie<br />

marine. Aperti gli occhi, vi<strong>de</strong> Ulisse<br />

bosco intorno a una grotta di cipressi,<br />

pioppi e ontani; dai rami a prato spola<br />

facevano ghiandaie azzurre leste.<br />

Di colpo confermò la vista dolce-<br />

acre ricordo di profumi: fissile<br />

tuia e cedro e la vampa in petto a Ulisse<br />

accese la presenza di Calipso.<br />

Per sette anni nolente accanto aveva<br />

dormito a lei che voleva. La ninfa,<br />

temendo che gli Dei le invidiassero<br />

di sten<strong>de</strong>rsi palese accanto a un uomo,<br />

lui marito e immortale e sempre giovane<br />

reso avrebbe. Ma al cuore avvezzo a pene<br />

non piaceva ninfa compassionevole,<br />

troppo intesa a lavarlo e in odorose<br />

vesti a irretirlo pasciuta d'ambrosia.<br />

L'olivo frondoso, il porto di Forchis,<br />

il Nérito rivestito di boschi<br />

e l'antro amabile sacro alle Naiadi<br />

aveva il tempo smagando ridotti<br />

poi alla troppo ristretta, arida, aspra Itaca.<br />

Involgarita nei patteggiamenti<br />

con gli Itacesi la ven<strong>de</strong>tta, il corso<br />

<strong>de</strong>i giorni uguali inappetito intruglio<br />

fu per Ulisse che a ritroso Ogigia<br />

<strong>de</strong>si<strong>de</strong>rò, senza saperlo, e il largo<br />

anche a schermo pretestuoso scelse.<br />

Luminosa, alta, giovane Calipso<br />

trecce belle, immortale a quattro polle<br />

d'acqua limpida venne. Il cinto d'oro<br />

sciolto, candido manto ampio, sottile<br />

<strong>de</strong>pose e, graziosa il velo tolto<br />

dal capo, sorri<strong>de</strong>va rispecchiandosi<br />

curva nell'acqua che specchiava grappoli<br />

di una vite domestica. Incantarsi<br />

anche un nume guardando in cuor doveva.

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