Daniele Grassi Antologia poetica - tutto su morra de sanctis

salnitro o mani che il disegno scrostino
del giusto dall'impiastro.
Sue verità la storia autogestisce.
E se ferita la coscienza un Vindice
a consumazione attende e il Regno,
resta il male dei tempi e discrepanza
resta incisa tra il segno della mente
e l'atto senza proprio fondamento.
E necessario il male all'ingranaggio
dei tempi e postulato
è il bene di coscienza.
E se sbagliasse posta la coscienza,
varrebbe la scommessa?
Varrebbe.
GUIDO, VORREI CHE TU E LAPO ED IO
Niente sentimentalismi - non pisciamoci addosso -;
ma anch'io ho preso la valigia di cartone o fibra
legata con lo spago ed ho viaggiato in terza
con qualche paio di calzini, qualche vecchia
grammatica e del pane secco.
E ho conosciuto gli uomini diversi
con cui parlando non parlare e mosse
ho spiato di donne bianche, i fianchi
battendo come lupo alla foresta.
Se dopo venti e più anni mi date
dell'emigrante di lusso,
sappiate che la rabbia fu la stessa
e smisurato il peso
di solitudine e indicibile lo strappo
dalla matrice e a sangue fu lo sforzo
di essere un estraneo.
Come tutti quelli che vele issarono, di altri
cieli ripieni ho gli occhi,
d'altri suoni mi ronzano gli orecchi
ed ho predato e il sacco
pieno è di mirabilia. Però cerco
un filo d'Arianna nell'ammasso,
un punto fisso d'attacco
ombelicale, una spelonca dove
parlare, se non altro, con me stesso.
L'incantamento è forse
disceso al limbico dal cortex