Daniele Grassi Antologia poetica - tutto su morra de sanctis

VOM STROME DEINER FREUDEN
Possente, eterno Dio, i tuoi barbagli
mi cercano murato. Dei viventi
non è il tuo regno. Ai morti
in tuo fulgore splendi. Voce nuda
nudo m'introni ed ai precordi scendi.
Il tuo soffio scarnifica parvenze,
scorie brucia e la vinta
polvere in spazi spinge
interminabili od abbandona a labili
concrezioni che a tuo piacere fingi.
Se la tua scelta è grazia e privilegio
l'esser dannati, se accecando umilii
e la parola è balbettio, residua
scoppia la vita e vince ogni silenzio
il tuo dettato, folgore
sul prosciugato che a conforto aspira
da mille crepe. E il desiderio è musica,
purissimo ornamento
il non possesso. Chiama il vuoto il colmo
vom Strome deiner Freuden,
ewiger, mächtiger Gott!
FAST EINE MONSTRANZ
A mia moglie
Hanno gli anni limato differenze
ed ora quasi identici - ci resta
un accenno di treccia sull'occipite,
un accenno di barba lungo il mento -
possiamo aprire e chiudere granai.
Con nostra pezzatura abbiamo figli.
Fu essere domestici
la cosa più difficile
e ad altre voci aperti. Nell'esilio
pagato abbiamo il prezzo del diverso
( chi disse essere gli uomini gli stessi? ).
Traendo in salvo segni nostri, scelto
abbiamo di non sol moltiplicarci.
È quasi una divisa d'identità la nostra.
La coppia fu all'origine, alla fine
sarà la coppia. Ed è l'incontro. In notti
ho visto di traslucido silenzio
che la mano neppure un cane lecca
se non ti riconosce. Al bar Select
fischiettava sdentato un usignuolo
IV
MENEMOSOMMITICO