Protocolli operativi per la prevenzione e il controllo della ... - ASL AL
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Premessa<br />
La tubercolosi (TB) costituisce tuttora un problema r<strong>il</strong>evante di Sanità Pubblica, <strong>per</strong> <strong>il</strong> cui <strong>controllo</strong> è necessario un<br />
intervento organico di riduzione del<strong>la</strong> diffusione del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia nel<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione. In partico<strong>la</strong>re i <strong>la</strong>voratori del<strong>la</strong> sanità<br />
sono storicamente ad alto rischio di contagio, rischio che, ridottosi nel tempo con <strong>il</strong> calo dell’incidenza del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia e<br />
l’introduzione di efficaci trattamenti è diventato, dagli anni 80, nuovamente evidente a causa del diffondersi del<strong>la</strong><br />
pandemia HIV, dell’insorgere di forme poli-farmaco resistente e dall’abbandono o declino dei programmi di <strong>controllo</strong>.<br />
Si calco<strong>la</strong> che annualmente nei paesi industrializzati si ammalino 3.000 o<strong>per</strong>atori sanitari e di questi almeno 200<br />
muoiano di TB. I dati italiani sembrano confermare che <strong>la</strong> TB negli o<strong>per</strong>atori sanitari è un rischio presente e del tutto<br />
evitab<strong>il</strong>e.<br />
Recentemente sono state emanate Linee Guida Nazionali <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>controllo</strong> del<strong>la</strong> TB: un capitolo di esse, ispirato a<br />
protocolli nazionali ed internazionali, è rivolto agli o<strong>per</strong>atori sanitari.<br />
Il Dlgs 626/94 c<strong>la</strong>ssifica gli o<strong>per</strong>atori sanitari come esposti a rischio biologico: in partico<strong>la</strong>re i Micobatteri del gruppo<br />
TB Complex sono considerati in c<strong>la</strong>sse 3:” “Agente che può causare ma<strong>la</strong>ttie gravi in soggetti umani e costituire un<br />
rischio <strong>per</strong> i <strong>la</strong>voratori; l’agente biologico può propagarsi nel<strong>la</strong> comunità ma di norma sono disponib<strong>il</strong>i efficaci<br />
misure profi<strong>la</strong>ttiche”<br />
La TB è una ma<strong>la</strong>ttia che si trasmette <strong>per</strong> via aerea: <strong>la</strong> probab<strong>il</strong>ità del contagio è funzione del numero di bac<strong>il</strong>li emessi<br />
dal paziente, del<strong>la</strong> durata del contatto e del<strong>la</strong> quantità d’aria condivisa nell’unità di tempo. Statisticamente entro <strong>il</strong> 10%<br />
dei contatti infettati si amma<strong>la</strong> nel corso del<strong>la</strong> vita e 5% dei ma<strong>la</strong>ti muore a causa del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia.<br />
Il <strong>controllo</strong> del<strong>la</strong> tubercolosi nelle strutture sanitarie ha almeno due obiettivi:<br />
a) Ridurre e azzerare <strong>il</strong> numero di infezioni, ma<strong>la</strong>ttie e morti dovute a TB contratta sul luogo di <strong>la</strong>voro tra gli o<strong>per</strong>atori<br />
sanitari<br />
b) Ridurre e azzerare <strong>il</strong> numero di infezioni, ma<strong>la</strong>ttie e morti dovute a TB contratta nelle strutture sanitarie tra i<br />
pazienti ricoverati.<br />
Le principali misure di contenimento che <strong>per</strong>mettono di raggiungere entrambe gli obbiettivi devono <strong>per</strong>tanto essere<br />
basate sul <strong>controllo</strong> del<strong>la</strong> fonte di contagio (tempestiva diagnosi, trattamento ed iso<strong>la</strong>mento del paziente contagioso,<br />
misure ambientali, etc.) piuttosto che sul<strong>la</strong> protezione del contatto (dispositivi di protezione individuali o DPI,<br />
sorveglianza sanitaria degli esposti, misure organizzative che minimizzino <strong>il</strong> numero di <strong>per</strong>sone e i tempi del contatto,<br />
etc.) anche se queste ultime misure non devono essere trascurate.<br />
L’ART. 3 del Dlgs 626/94 (misure generali di tute<strong>la</strong>) al comma 1 definisce le misure generali <strong>per</strong> <strong>la</strong> protezione del<strong>la</strong><br />
salute e <strong>per</strong> <strong>la</strong> sicurezza dei <strong>la</strong>voratori sono:<br />
a) valutazione dei rischi <strong>per</strong> <strong>la</strong> salute e <strong>la</strong> sicurezza;<br />
b) eliminazione dei rischi in re<strong>la</strong>zione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico e, ove ciò non è possib<strong>il</strong>e,<br />
loro riduzione al minimo;<br />
c) riduzione dei rischi al<strong>la</strong> fonte;<br />
d) programmazione del<strong>la</strong> <strong>prevenzione</strong> mirando a un complesso che integri in modo coerente nel<strong>la</strong> <strong>prevenzione</strong> le<br />
condizioni tecniche produttive e organizzative dell’azienda nonché l’influenza dei fattori dell’ambiente di <strong>la</strong>voro;<br />
e) sostituzione di ciò che è <strong>per</strong>icoloso con ciò che non lo è, o è meno <strong>per</strong>icoloso;<br />
f) rispetto dei principi ergonomici nel<strong>la</strong> concezione dei posti di <strong>la</strong>voro, nel<strong>la</strong> scelta delle attrezzature e nel<strong>la</strong> definizione<br />
dei metodi di <strong>la</strong>voro e produzione, anche <strong>per</strong> attenuare <strong>il</strong> <strong>la</strong>voro monotono e quello ripetitivo;<br />
g) priorità delle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale;<br />
h) limitazione al minimo del numero dei <strong>la</strong>voratori che sono, o che possono essere, esposti al rischio;<br />
i) ut<strong>il</strong>izzo limitato degli agenti chimici, fisici e biologici, sui luoghi di <strong>la</strong>voro;<br />
l) <strong>controllo</strong> sanitario dei <strong>la</strong>voratori in funzione dei rischi specifici;<br />
m) allontanamento del <strong>la</strong>voratore dall’esposizione a rischio, <strong>per</strong> motivi sanitari inerenti <strong>la</strong> sua <strong>per</strong>sona;<br />
n) misure igieniche;<br />
o) misure di protezione collettiva ed individuale;<br />
p) misure di emergenza da attuare in caso di pronto soccorso, di lotta antincendio, di evacuazione dei <strong>la</strong>voratori e di<br />
<strong>per</strong>icolo grave e immediato;<br />
q) uso di segnali di avvertimento e di sicurezza;<br />
r) rego<strong>la</strong>re manutenzione di ambienti, attrezzature, macchine ed impianti, con partico<strong>la</strong>re riguardo ai dispositivi di<br />
sicurezza in conformità al<strong>la</strong> indicazione dei fabbricanti;<br />
s) informazione, formazione, consultazione e partecipazione dei <strong>la</strong>voratori ovvero dei loro rappresentanti, sulle<br />
questioni riguardanti <strong>la</strong> sicurezza e <strong>la</strong> salute sul luogo di <strong>la</strong>voro;<br />
t) istruzioni adeguate ai <strong>la</strong>voratori.<br />
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