FITOFAGI DEL FAGIOLO - Regione Campania
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Etiella zinckenella, adulto e danni ai semi<br />
L’uovo è lenticolare, di forma ellittica (0,9 x<br />
0,6 mm). La larva, di colore bianco crema o<br />
giallo paglierino con 3-5 strie dorsali grigiorosate<br />
(non sempre ben evidenti), misura a<br />
maturità fino a 33 mm di lunghezza.<br />
Lo sfarfallamento dei maschi può precedere<br />
di qualche giorno quello delle femmine.<br />
Queste, dopo gli accoppiamenti, che avvengono<br />
entro i primi 3-4 giorni, depongono le<br />
uova in caratteristiche placche embricate<br />
oblunghe di alcune decine di elementi, sulle<br />
foglie e su altri organi epigei della pianta. Le<br />
larve si introducono nei baccelli, attirate dai<br />
semi, attraverso fori circolari simili a quelli<br />
praticati dalla nottua gialla, completando lo<br />
sviluppo in circa due mesi, passando attraverso<br />
5-6 età. Lo svernamento avviene come<br />
larva matura in diapausa negli stessi organi attaccati<br />
o in altri residui vegetali (fusti disseccati<br />
di piante infestanti, ecc.) rimasti in<br />
campo; l’incrisalidamento e il successivo sfarfallamento<br />
si hanno nella primavera seguente.<br />
In Italia il numero delle generazioni varia da<br />
una a due (in alcune annate fino a tre) per mo-<br />
61<br />
I <strong>FITOFAGI</strong> <strong>DEL</strong> <strong>FAGIOLO</strong> IN CAMPANIA E BASILICATA<br />
tivi legati non sempre alla sola temperatura.<br />
Nel Meridione gli adulti compaiono a partire<br />
dalla seconda metà di aprile e gli sfarfallamenti<br />
continuano fino a tutto luglio, sovrapponendosi<br />
ai primi voli della seconda<br />
generazione. Gli attacchi alle ortive, e al fagiolo,<br />
sono gravi soprattutto in settembre<br />
quando il mais comincia ad essere meno attrattivo<br />
per la piralide. Penetrata nel baccello,<br />
la larva divora i semi con voracità e può restarvi<br />
annidata per lunghi periodi, anche se<br />
non di rado lo abbandona per attaccarne un<br />
altro. Talvolta anche gli steli vengono perforati.<br />
In alcune annate si sono avute perdite di<br />
produzione del 3-4%.<br />
Il ruolo dei predatori nel controllo dell’Ostrinia<br />
osservato nei campi di fagiolo appare<br />
modesto: solo saltuariamente da larve<br />
raccolte sulle piante e allevate in laboratorio<br />
sono sfarfallati adulti di ditteri tachinidi. La difesa<br />
attiva è spesso necessaria e segue gli stessi<br />
criteri indicati per H. armigera (v.). Per ridurre<br />
la pressione del lepidottero nei comprensori<br />
sono molto utili la distruzione dei residui della<br />
coltura (soprattutto del mais), che permette di<br />
eliminare le larve mature svernanti, e la rotazione<br />
con piante non ospiti. Fondamentale è<br />
anche l’impiego delle trappole sessuali (installate<br />
ai margini dei campi coltivati), per individuare<br />
i primi voli e pianificare gli eventuali<br />
interventi di lotta; questi potranno essere attuati<br />
con prodotti di contatto (es. piretroidi) o<br />
con formulati di Bacillus thuringiensis contro<br />
i primi stadi larvali, e con sostanze ad azione<br />
translaminare (es. emamectina benzoato, spinosad)<br />
nelle fasi endofitiche. In ogni caso è essenziale<br />
assicurare un’adeguata bagnatura<br />
della vegetazione, per raggiungere le larve localizzate<br />
nelle parti più riparate, e trattare nelle<br />
ore serali quando l’insetto si trova in attività<br />
trofica. In base all’isomero dominante (Z o E)<br />
presente nel feromone sessuale prodotto dalle<br />
femmine, si distinguono due ceppi (o biotipi)<br />
ben distinti.<br />
La popolazione prevalente di ostrinia presente<br />
in Alta Val d’Agri appartiene al ceppo Z