Laura Baraldi Esternalità di rete - Economia - Università degli Studi ...
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Q(S) = [A + f(S)](2n − 1)/2n<br />
Π l = [A + f(S)] 2 /4n<br />
P (S) = [a + f(S)]/2n<br />
Π f = [A + f(S)] 2 /4n 2<br />
Quantità, prezzo e profitti sono funzione <strong>di</strong>retta delle ven<strong>di</strong>te attese S<br />
ma profitti e prezzo sono funzione inversa del numero <strong>di</strong> imprese. Dato che<br />
in equilibrio le aspettative sono realizzate, avremo che S ∗ = Q(S ∗ ) e dunque<br />
S ∗ =[A + f(S ∗ )](2n − 1)/2n<br />
E’ possibile <strong>di</strong>mostrare che esiste almeno un equilibrio in cui le aspettative<br />
sono sod<strong>di</strong>sfatte, perché, per S =0, Q(0) > 0 (cioè la curva Q(S) a<br />
zerogiaceal<strong>di</strong>sopradellacurvaa45 o ), e per S grande la pendenza <strong>di</strong> Q(S)<br />
è minore <strong>di</strong> 1. Quin<strong>di</strong> la Q(S) elarettaa45 o si devono incontrare almeno<br />
una volta (fig. 13)<br />
Quando il monopolista ha incentivo a far entrare le imprese concorrenti<br />
nel mercato? Scriviamo il profitto del leader in equilibrio con S ∗ = Q(S ∗ )<br />
Π ∗l =[A + f(S ∗ )] 2 /4n =(S ∗ ) 2 n/(2n − 1) 2 .<br />
Tale profitto è una funzione continua <strong>di</strong> n e <strong>di</strong> S ∗ = S ∗ (n). Facendone<br />
la derivata prima rispetto ad n è possibile separare l’effetto <strong>di</strong> network <strong>di</strong><br />
una variazione del numero <strong>di</strong> concorrenti dall’effetto competitivo<br />
dΠ l (n, S ∗ (n))<br />
dn<br />
= ϑΠl<br />
ϑn<br />
ϑΠl<br />
+<br />
ϑS∗ dS∗ dn<br />
dove ϑΠl<br />
ϑn misura l’effetto competitivo (un incremento della competizione<br />
riduce i profitt1) e ϑΠl dS∗<br />
ϑS∗ dn<br />
misura l’effetto <strong>di</strong> network. L’effetto totale sarà positivo (cioè un aumento<br />
del numero <strong>di</strong> imprese incrementerà il profitto del leader) solo se<br />
f (S) > 2n/(2n +1)<br />
quin<strong>di</strong> se l’effetto <strong>di</strong> network più che compensa l’effetto competitivo. Solo<br />
in questo caso il monopolista avrà incentivo a cedere la propria tecnologia<br />
ai concorrenti.<br />
Questo modello è formalmente equivalente ad un modello <strong>di</strong> integrazione<br />
strategica tra imprese che operano in due mercati <strong>di</strong> beni complementari:<br />
con beni complementari (come hardware e software), un ampliamento della<br />
base <strong>degli</strong> utenti, e dunque delle ven<strong>di</strong>te, porta ad una riduzione futura<br />
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