30.05.2013 Views

L'esposizione a chemioterapici antiblastici. La ... - Ospedale Sicuro

L'esposizione a chemioterapici antiblastici. La ... - Ospedale Sicuro

L'esposizione a chemioterapici antiblastici. La ... - Ospedale Sicuro

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Il protocollo al quale si può consigliare di fare riferimento è naturalmente ridotto rispetto a quello applicato in fase preventiva,<br />

e comprende anamnesi, esame clinico, esame emocromocitometrico con conteggio dei reticolociti e delle piastrine,<br />

transaminasi, gammaGT, creatininemia, VES.<br />

Quanto all’integrazione in questo protocollo di misure di monitoraggio biologico, queste dovrebbero basarsi<br />

sui due tipi di metodiche che di seguito si descrivono, ma che, proprio per le caratteristiche che se ne indicano,<br />

non ne consentono a tutt’oggi un’applicazione corrente in regime di routine.<br />

Il monitoraggio biologico dei soggetti professionalmente esposti si basa su due tipi di metodiche:<br />

1. determinazione diretta dei farmaci o dei loro metaboliti nei liquidi biologici. È sicuramente la tecnica elettiva ma richiede<br />

la disponibilità di metodi altamente sensibili e il raggiungimento di elevatissimi livelli di precisione e di accuratezza.<br />

2. misura dei cambiamenti che avvengono nei siti di azione, cellulari o molecolari (cromosomi, DNA) o indicatori<br />

di effetto (enzimi). Tra i metodi proposti si segnalano i test di mutagenesi urinaria, lo scambio dei cromatidi fratelli,<br />

lo studio delle aberrazioni cromosomiche su linfociti periferici. Si tratta di metodiche utilizzate perlopiù sperimentalmente<br />

e di cui allo stato attuale non sono sufficientemente noti utilità e limiti di impiego.<br />

c. Attività di registrazione e controllo<br />

Nonostante numerosi <strong>chemioterapici</strong> <strong>antiblastici</strong> siano stati riconosciuti dalla IARC e da altre autorevoli agenzie internazionali<br />

come sostanze cancerogene o probabilmente cancerogene per l’uomo a queste sostanze non si applicano le norme<br />

del titolo VII del D.Lgs. 626/94. Su segnalazione dell’ISPESL, nel dicembre del 1995, la Commissione Consultiva<br />

Tossicologica Nazionale ha raccomandato l’inclusione nell’allegato VIII del D.Lgs. 626/94 delle attività di preparazione,<br />

impiego e smaltimento di farmaci <strong>antiblastici</strong> ai fini del trattamento terapeutico. Tale aggiornamento non è stato ancora<br />

attuato. Il D.Lgs. 66/2000 nelle definizioni di cancerogeno e mutageno fa riferimento alle sostanze classificate ai sensi<br />

del D.Lgs. 52/1997 in cui non sono inclusi i <strong>chemioterapici</strong> <strong>antiblastici</strong>. All’art. 72, commi 1 e 2, viene riportato che la<br />

suddetta “Commissione Consultiva Tossicologica Nazionale individua periodicamente le sostanze cancerogene, mutagene<br />

e tossiche per la riproduzione che, pur non essendo classificate ai sensi del D.Lgs. 52/1997, rispondono ai criteri<br />

di classificazione ivi stabiliti”, con il conseguente aggiornamento dell’allegato VIII del D.Lgs. 626/94.<br />

Dall’entrata in vigore del D.Lgs. 66/2000 la CCTN non ha ancora preso alcun provvedimento in proposito.<br />

Di conseguenza non è applicabile nel caso dei citostatici l’art. 70 del D.Lgs. 626/94, modificato dal D.Lgs. 66/2000<br />

24

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!