Linee guida per la prevenzione e il trattamento delle lesioni da ...
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Farmaci e dispositivi medici <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>prevenzione</strong><br />
e <strong>il</strong> <strong>trattamento</strong> <strong>delle</strong> <strong>lesioni</strong> <strong>da</strong> decubito<br />
Numerosi sono i prodotti, più o meno vali<strong>da</strong>ti, <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>trattamento</strong> <strong>delle</strong> <strong>lesioni</strong> <strong>da</strong> decubito.<br />
Ciò rappresenta una buona opportunità <strong>per</strong> l’o<strong>per</strong>atore, che può tuttavia trovarsi<br />
disorientato di fronte ad una così ampia offerta.<br />
Ciascun prodotto possiede caratteristiche peculiari, che lo rendono più a<strong>da</strong>tto ad una<br />
determinata tipologia di lesione (granuleggiante, sanguinante, secernente, secca ecc.).<br />
A. Farmaci<br />
1. ANTISETTICI LOCALI<br />
L’ambito di ut<strong>il</strong>izzo degli antisettici locali è stato oggetto di una recente revisione che,<br />
<strong>da</strong>ta <strong>la</strong> tossicità esercitata <strong>da</strong> questi verso molti fattori chemiotattici, ne riserva l’impiego<br />
alle <strong>lesioni</strong> chiaramente infette e alle fasi post escarectomia.<br />
Gli antisettici locali, infatti, sono irritanti <strong>per</strong> cute e mucose, inattivano l’azione degli<br />
enzimi proteolitici e distruggono i fibrob<strong>la</strong>sti. Essi rallentano <strong>per</strong>tanto i processi cicatriziali<br />
ed ostaco<strong>la</strong>no <strong>la</strong> riepitelizzazione.<br />
Nei casi in cui sia richiesta <strong>la</strong> disinfezione, l’antisettico <strong>da</strong> preferire è <strong>la</strong> clorexidina gluconato<br />
in soluzione acquosa allo 0,05%, dotata di una buona attività antisettica, un’ottima<br />
tollerab<strong>il</strong>ità e bassa citotossicità.<br />
Non sono <strong>da</strong> ut<strong>il</strong>izzare:<br />
• acqua ossigenata, in quanto distrugge le cellule in fase di riepitelizzazione fino al 50%<br />
• iodio povidone, <strong>per</strong> <strong>la</strong> possib<strong>il</strong>e attività citotossica sui fibrob<strong>la</strong>sti, <strong>per</strong> <strong>la</strong> comparsa di<br />
reazioni di i<strong>per</strong>sensib<strong>il</strong>ità e <strong>per</strong> <strong>il</strong> rischio di scatenare tireotossicosi<br />
• cetrimide e ipoclorito di sodio, <strong>per</strong> l’attività citotossica<br />
• alcool et<strong>il</strong>ico, <strong>per</strong>ché è irritante e provoca secchezza del<strong>la</strong> cute<br />
• nitrato d’argento, <strong>per</strong>chè è irritante e conferisce una colorazione bruna al<strong>la</strong> cute<br />
2. ANTIBIOTICI<br />
L’impiego di antibiotici topici è oggetto di pareri controversi <strong>per</strong>ché comporta <strong>il</strong> rischio<br />
di comparsa di sensib<strong>il</strong>izzazione e resistenza batterica.<br />
La maggior parte degli autori sostiene che anche <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>trattamento</strong> <strong>delle</strong> <strong>lesioni</strong> colonizzate<br />
e/o infette è sufficiente una accurata e frequente detersione.<br />
Alcuni autori sostengono che l’impiego di antibiotici topici debba essere eventualmente<br />
riservato esclusivamente nel <strong>trattamento</strong> di <strong>lesioni</strong> chiaramente infette, limitatamente<br />
ai casi in cui l’ut<strong>il</strong>izzo di antisettici e una detersione accurata, protratta <strong>per</strong> 2-4