Linee guida per la prevenzione e il trattamento delle lesioni da ...
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sostanze tossiche ed acidosi locale, aumento del<strong>la</strong> <strong>per</strong>meab<strong>il</strong>ità vasale, formazione di<br />
trasu<strong>da</strong>to ed edema, nonchè ulteriore sofferenza cellu<strong>la</strong>re fino al<strong>la</strong> necrosi. Il tessuto<br />
adiposo sottocutaneo ed i dotti escretori <strong>delle</strong> ghiandole sudoripare sono i più delicati<br />
e quindi sono i primi interessati. La necrosi può estendersi successivamente alle ghiandole<br />
sebacee, all’epidermide ed ai follicoli p<strong>il</strong>iferi. Per tale motivo è possib<strong>il</strong>e <strong>la</strong> formazione<br />
di <strong>lesioni</strong> in profondità con cute apparentemente integra ( <strong>lesioni</strong> sottominate).<br />
FIGURA 1: effetto del<strong>la</strong> pressione sul<strong>la</strong> circo<strong>la</strong>zione<br />
PRESSIONE>32mm Hg<br />
OSSO<br />
Le forze di stiramento determinano un progressivo spostamento l’una sull’altra di su<strong>per</strong>fici<br />
costituite <strong>da</strong> elementi sovrapposti. Si realizzano ad esempio quando <strong>il</strong> paziente<br />
è seduto sul<strong>la</strong> sedia senza sufficiente appoggio <strong>per</strong> le gambe o quando <strong>la</strong> testata del letto<br />
è sollevata, con tendenza al<strong>la</strong> caduta del tronco e scivo<strong>la</strong>mento dei segmenti corporei<br />
<strong>da</strong> una posizione all’altra. In questi casi si produce una trazione dei tessuti molli su<strong>per</strong>ficiali<br />
ancorati <strong>da</strong>lle fasce musco<strong>la</strong>ri profonde, con effetto di stiramento, possib<strong>il</strong>e<br />
ango<strong>la</strong>zione, microtrombosi, ostruzione e recisione dei piccoli vasi, ipossia e conseguente<br />
necrosi tissutale profon<strong>da</strong>.<br />
Lo sfregamento sembrerebbe privo di un ruolo patogenetico principale. Esso determina<br />
<strong>la</strong> rimozione dello strato più su<strong>per</strong>ficiale del<strong>la</strong> cute, lo strato corneo, con conseguente<br />
riduzione dell’attività fibrinolitica del derma, rendendo questo più suscettib<strong>il</strong>e<br />
al<strong>la</strong> necrosi <strong>da</strong> compressione. L’aumentata <strong>per</strong>dita di acqua transdermica, con accumulo<br />
di liquidi in su<strong>per</strong>ficie, comporta una diminuzione del<strong>la</strong> resistenza del<strong>la</strong> cute ai traumi.<br />
L’umidità potenzia l’azione degli altri fattori <strong>per</strong>ché rende <strong>la</strong> pelle più frag<strong>il</strong>e e fac<strong>il</strong>mente<br />
aggredib<strong>il</strong>e. Un’esposizione prolungata del<strong>la</strong> cute all’umidità provoca fenomeni<br />
di macerazione ed alterazione del ph riducendo <strong>la</strong> funzione barriera del<strong>la</strong> cute stessa come<br />
avviene ad esempio in presenza di incontinenza e di eccessiva sudorazione.<br />
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