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2011 65 005_082 Forneris.pdf - Société de la Flore Valdôtaine

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GIULIANA FORNERIS, ANNALAURA PISTARINO, GUGLIELMO PANDOLFO, MAURIZIO BOVIO<br />

all’epoca in attività da poco meno di un trentennio. Al<strong>la</strong> personalità scientifica di Carlo<br />

Allioni (1728-1804), dominante per tutta <strong>la</strong> seconda metà <strong>de</strong>l ‘700, <strong>de</strong>vono essere<br />

accostate quelle di allievi e di col<strong>la</strong>boratori che, impegnati ad esplorare il territorio sabaudo<br />

<strong>la</strong> cui ampiezza si esten<strong>de</strong>va dal Piemonte al<strong>la</strong> Savoia e al Nizzardo, svolsero un<br />

ruolo fondamentale per i risultati che ne conseguirono, culminati nel<strong>la</strong> pubblicazione<br />

quasi a fine secolo <strong>de</strong>l<strong>la</strong> “Flora Pe<strong>de</strong>montana” (Allioni, 1785). Il “diario” autografo di<br />

Ludovico Bel<strong>la</strong>rdi (Fig. 1), rimasto a documentare 38 giorni di viaggio attraverso <strong>la</strong><br />

Valle d’Aosta, il Vallese e <strong>la</strong> Savoia compiuto nel 1764 in compagnia <strong>de</strong>l disegnatore<br />

Francesco Peyrolery, si colloca nel contesto di queste indagini e risulta fra i primi itinerari<br />

programmati con lo scopo di censire <strong>la</strong> flora e di raccogliere materiali utili a queste<br />

ricerche. Lo studio condotto sul manoscritto, di seguito trascritto integralmente, ha<br />

comportato sia <strong>la</strong> ricostruzione <strong>de</strong>ll’itinerario sia una rilettura critica <strong>de</strong>i dati floristici<br />

annotati da Bel<strong>la</strong>rdi. In tal senso, <strong>la</strong> verifica <strong>de</strong>i campioni conservati nel suo erbario e<br />

il confronto con i dati espressi per quelle stesse specie in “Flora Pe<strong>de</strong>montana”, oltre<br />

alle corre<strong>la</strong>zioni individuate con le entità rappresentate nelle tavole <strong>de</strong>ll’Iconographia<br />

Taurinensis – di cui lo stesso Peyrolery fu autore – hanno evi<strong>de</strong>nziato l’importanza<br />

storico-scientifica di questo cimelio, quale rara testimonianza nel suo genere. Le note<br />

floristiche che sono emerse dall’analisi <strong>de</strong>i dati, in re<strong>la</strong>zione a specie di partico<strong>la</strong>re<br />

interesse per il settore geografico visitato dai due studiosi, concorrono a dare ulteriore<br />

rilevanza al documento.<br />

Il manoscritto e i volumi <strong>de</strong>ll’Iconographia Taurinensis sono conservati nel<strong>la</strong> Biblioteca<br />

<strong>de</strong>l Dipartimento di Biologia vegetale <strong>de</strong>ll’Università di Torino e <strong>la</strong> collezione di exsiccata<br />

di Bel<strong>la</strong>rdi si trova presso l’Erbario <strong>de</strong>l<strong>la</strong> me<strong>de</strong>sima Istituzione. Nel<strong>la</strong> Biblioteca è stata<br />

inoltre rintracciata una copia manoscritta <strong>de</strong>l “diario” (Fig. 2) redatta con grafia curata<br />

e inviata agli inizi <strong>de</strong>l ‘900 da Anna Quaglia (<strong>de</strong>l<strong>la</strong> quale non si è ad oggi in grado di<br />

fornire altre informazioni) al Prof. O. Mattirolo, allora direttore <strong>de</strong>ll’Istituto Botanico.<br />

LUDOVICO BELLARDI (1741-1826)<br />

Dall’anno 1750 <strong>la</strong> Cattedra di Botanica e Materia Medica e <strong>la</strong> direzione <strong>de</strong>ll’Orto<br />

<strong>de</strong>ll’Ateneo torinese erano state assegnate da Carlo Emanuele III a un professore di<br />

chiara fama chiamato da Padova, Vitaliano Donati (1717-1762). Dal 1760, a seguito di<br />

altri gravosi incarichi regi che impegnavano Donati anche in viaggi all’estero 1 , era stato<br />

scelto come supplente il trentenne Carlo Allioni, già noto nell’ambiente acca<strong>de</strong>mico per<br />

alcuni scritti medici e floristici 2 . Al tempo Ludovico Bel<strong>la</strong>rdi, nativo di Cigliano (VC),<br />

frequentava i corsi di Medicina e pertanto seguì le lezioni di Allioni, <strong>la</strong>ureandosi nel 1763,<br />

e nel 1764 fu iscritto al Collegio <strong>de</strong>i Medici; pur avendo scelto di praticare <strong>la</strong> professione<br />

medica continuò gli studi botanici divenendo il più solerte discepolo <strong>de</strong>l Maestro e<br />

1 Donati, oltre ad incarichi ufficiali che come naturalista lo portarono nel corso <strong>de</strong>l suo mandato a compiere sopralluoghi in<br />

varie parti <strong>de</strong>l Regno (Scalva, 2001), nel 1759 fu comandato ad effettuare una difficile missione scientifica in Egitto e nelle Indie<br />

Orientali che inclu<strong>de</strong>va risvolti diplomatici e commerciali. Egli perì nel 1762 durante il trasferimento in nave verso le Indie.<br />

2 Allioni si era <strong>la</strong>ureato in medicina nel 1747 e nel 1760 aveva già all’attivo <strong>la</strong> pubblicazione di cinque opere di cui tre di<br />

carattere botanico; fra queste assume partico<strong>la</strong>re importanza “Rariorum Pe<strong>de</strong>montii Stirpium” pubblicato nel 1755, contributo<br />

nel quale sono testimoniate le sue prime indagini di campo. Nel 1763, a seguito <strong>de</strong>l<strong>la</strong> prematura morte di Donati, fu nominato<br />

professore ordinario di Botanica e direttore <strong>de</strong>ll’Orto (Caramiello & <strong>Forneris</strong>, 2004).

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