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2011 65 005_082 Forneris.pdf - Société de la Flore Valdôtaine

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GIULIANA FORNERIS, ANNALAURA PISTARINO, GUGLIELMO PANDOLFO, MAURIZIO BOVIO<br />

a b<br />

Fig. 4 - Artemisia vallesiaca All. Exsiccatum <strong>de</strong>l<strong>la</strong> collezione di Ludovico Bel<strong>la</strong>rdi. Le note autografe “Inveni in<br />

sterilioribus Vallis Augustae Praetoriae a Jambava ad Vil<strong>la</strong>m Francam. Misit etiam Hallerus” sono sul recto (a) <strong>de</strong>l<strong>la</strong><br />

camicia che contiene i due reperti (b). Il campione di sinistra, al quale è allegata una picco<strong>la</strong> etichetta con un numero,<br />

è riferibile all’invio da parte di Haller. Il reperimento di questa specie è citato da Bel<strong>la</strong>rdi nel<strong>la</strong> lettera inviata<br />

ad Allioni il 18 luglio 1764 (Erbario <strong>de</strong>l Dipartimento di Biologia vegetale <strong>de</strong>ll’Università di Torino).<br />

dagini erano state rinvenute le singole piante. Essendo state le sue pubblicazioni poche<br />

e “tardive” 4 , i riferimenti che si rilevano sui singoli fogli sono fondamentali per valutare<br />

l’apporto che egli die<strong>de</strong> alle conoscenze floristiche <strong>de</strong>l territorio piemontese e, nello specifico,<br />

attestano <strong>la</strong> qualificata col<strong>la</strong>borazione che Bel<strong>la</strong>rdi fornì ad Allioni. Le corre<strong>la</strong>zioni<br />

che si evincono nell’attività <strong>de</strong>i due Botanici, ma soprattutto <strong>la</strong> rilevanza scientifica che<br />

emerge da questo saldo rapporto, sono evi<strong>de</strong>nti nelle citazioni incluse nelle opere <strong>la</strong> cui<br />

redazione impegnò Allioni per circa un trentennio e che lo consacrarono fra le maggiori<br />

personalità botaniche <strong>de</strong>l suo tempo: <strong>la</strong> “Flora Pe<strong>de</strong>montana” seguita dall’“Auctarium ad<br />

Floram Pe<strong>de</strong>montanam” che ne costituì il completamento (Allioni, 1789).<br />

Nei testi allioniani Bel<strong>la</strong>rdi è citato come raccoglitore in re<strong>la</strong>zione a circa 250 entità<br />

vegetali: per poco meno di 200, i riferimenti sono re<strong>la</strong>tivi a località da lui individuate che<br />

ampliavano i dati di presenza sul territorio fino ad allora noti. Oltre a questi riferimenti<br />

hanno partico<strong>la</strong>re rilievo quelli di altre 23 entità sconosciute al<strong>la</strong> scienza <strong>de</strong>l tempo che<br />

Allioni evi<strong>de</strong>nzia con il simbolo “†” ad indicarne in Bel<strong>la</strong>rdi lo scopritore; <strong>la</strong> maggior parte<br />

<strong>de</strong>gli esemp<strong>la</strong>ri di queste specie cui Allioni rimanda è stata riscontrata nel<strong>la</strong> collezione di<br />

Bel<strong>la</strong>rdi e costituisce il materiale autoptico sul quale furono basate le diagnosi pubblicate<br />

nel<strong>la</strong> “Flora”; tali <strong>de</strong>scrizioni per lo più presentano molte analogie con quelle autografe<br />

annotate sui campioni (<strong>Forneris</strong> et al., 1990).<br />

Fra i dati floristici forniti da Bel<strong>la</strong>rdi e confluiti nelle opere allioniane, quelli corrispon<strong>de</strong>nti<br />

al<strong>la</strong> Valle d’Aosta comprendono l’individuazione di nuove stazioni e di entità<br />

4 Bel<strong>la</strong>rdi pubblicò solo nel 1788 (Bel<strong>la</strong>rdi, 1788) il suo primo contributo di carattere floristico, ossia tre anni dopo l’uscita<br />

alle stampe <strong>de</strong>l<strong>la</strong> “Flora Pe<strong>de</strong>montana” dimostrando, anche in questo senso, <strong>la</strong> sua <strong>de</strong>ferenza nei confronti <strong>de</strong>l Maestro. È <strong>de</strong>l 1792<br />

una “Appendix ad Floram Pe<strong>de</strong>montanam” nel<strong>la</strong> quale incluse gli ultimi risultati di ricerche sue e di altri col<strong>la</strong>boratori.

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