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2011 65 005_082 Forneris.pdf - Société de la Flore Valdôtaine

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GIULIANA FORNERIS, ANNALAURA PISTARINO, GUGLIELMO PANDOLFO, MAURIZIO BOVIO<br />

rinvenimento di documenti che riferiscono sul<strong>la</strong> sua attività presso l’Orto consente di<br />

aggiungere alcuni dati biografici ad un personaggio che, sebbene citato e certamente<br />

molto apprezzato dai suoi contemporanei, resta per molti aspetti ancora poco conosciuto<br />

(Chiapusso Voli, 1904; <strong>Forneris</strong>, 1996, 2001; Santacroce, 1996). Originario di<br />

Viù, nelle Valli di Lanzo, <strong>la</strong> sua data di nascita – non accertata – risulterebbe di poco<br />

prece<strong>de</strong>nte al 1710, mentre un risarcimento emesso dall’Università a favore <strong>de</strong>gli eredi<br />

ha permesso di attestarne <strong>la</strong> morte in data 2 giugno 1783. Secondo i già citati mandati<br />

di pagamento, egli dovrebbe essere entrato come “garzone trimestrale” <strong>de</strong>ll’Orto<br />

verso il 1732, con uno stipendio di circa 18 lire mensili; nel 1747 risulta “strutturato”<br />

nell’organico fra gli ad<strong>de</strong>tti al giardino e nel 1758 è “patentato erbo<strong>la</strong>io in seconda”<br />

con uno stipendio di 90 lire. Nel 1760 i sud<strong>de</strong>tti documenti riferiscono Peyrolery come<br />

“disegnatore <strong>de</strong>lle piante botaniche”, mentre nel 1741 egli aveva firmato il frontespizio<br />

di una raccolta di disegni 8 <strong>de</strong>finendosi “Regy Taurinensis Horti Olitore botanico”. I 144<br />

soggetti che formano questo manoscritto sono una straordinaria testimonianza <strong>de</strong>l<strong>la</strong><br />

sua attività se si consi<strong>de</strong>ra che nessuna sua firma autentica l’esecuzione <strong>de</strong>lle tavole<br />

presenti nei volumi <strong>de</strong>ll’Iconographia Taurinensis.<br />

Sono invece contrassegnati come eseguiti da Peyrolery i disegni da cui furono tratte<br />

nove <strong>de</strong>lle dodici calcografie pubblicate da Allioni in “Rariorum Pe<strong>de</strong>montii Stirpium”<br />

(Allioni, 1755) testimoniando, fra l’altro, una col<strong>la</strong>borazione che prece<strong>de</strong> di alcuni anni<br />

l’insediamento ufficiale <strong>de</strong>l Botanico al<strong>la</strong> direzione <strong>de</strong>ll’Orto. Risulta parimenti firmata da<br />

Peyrolery, come disegnatore, e dal figlio Pietro come incisore, <strong>la</strong> tavo<strong>la</strong> che apre l’apparato<br />

iconografico <strong>de</strong>l<strong>la</strong> “Flora Pe<strong>de</strong>montana”, vera e propria enunciazione grafica <strong>de</strong>i principi<br />

c<strong>la</strong>ssificatori su cui Allioni basò il proprio testo (Fig. 5). Nel complesso, quindi, <strong>la</strong> maggior<br />

parte <strong>de</strong>l<strong>la</strong> ben più copiosa produzione di Peyrolery è a lui attribuibile so<strong>la</strong>mente in base<br />

a pochi documenti d’archivio, a citazioni di letteratura e, per quanto riguarda le tavole<br />

riunite nell’Iconographia Taurinensis, per lo più per confronto stilistico (Fig. 6). A seguito<br />

di uno studio che ha analizzato l’intera collezione è stato possibile attribuirgli negli anni<br />

di attività <strong>la</strong> realizzazione di circa 2.000 acquarelli (<strong>Forneris</strong>, 2008).<br />

Il nome di Peyrolery è presente in Allioni sia in “Prefazione” al<strong>la</strong> “Flora” sia in tutto il<br />

testo per ritrovamenti floristici che, oltre alle native Valli di Lanzo, includono il Cuneese,<br />

il Nizzardo, i colli torinesi e altre parti <strong>de</strong>l<strong>la</strong> regione; per alcune di queste segna<strong>la</strong>zioni<br />

egli risulta essere l’unico raccoglitore (<strong>Forneris</strong>, 1996). Riferimenti citati nell’opera che<br />

riguardano specie riscontrate in Savoia e in Valle d’Aosta confermerebbero i rimborsi<br />

assegnatigli dall’Università per escursioni effettuate in quel settore anche nel 1760 e nel<br />

1761, inviato in quelle «...alpi» per «...raccogliere piante scelte da disegnare...». Pertanto<br />

quello <strong>de</strong>l 1764 non fu il primo itinerario che Peyrolery compì nelle Alpi valdostane, ma<br />

è l’unico rimasto documentato nel suo svolgersi da una cronaca giornaliera, anche se non<br />

di sua mano. Nonostante non sia segnata <strong>la</strong> <strong>de</strong>stinazione, <strong>la</strong> missione è registrata con un<br />

pagamento straordinario nei “mandati” <strong>de</strong>ll’Università 9 .<br />

8 Il manoscritto, intito<strong>la</strong>to “Stirpium Icones ad veram et naturalem magnitudinem <strong>de</strong>lineatae nec non vivis coloribus pictae”,<br />

è conservato presso <strong>la</strong> Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino ed è stato oggetto nel 2<strong>005</strong> di una pubblicazione integrale<br />

curata dal Consiglio Regionale <strong>de</strong>l Piemonte in col<strong>la</strong>borazione con <strong>la</strong> Biblioteca me<strong>de</strong>sima e il Centro Studi Piemontesi (cfr.<br />

anche Caramiello & <strong>Forneris</strong>, 2<strong>005</strong>).<br />

9 I Registri <strong>de</strong>i pagamenti universitari riportano in data 3 luglio 1764: «...spedito mandato al dipintore botanico Francesco<br />

Pajroleri per <strong>la</strong> somma di lire 300 le quali gli si fanno pagare per portarsi sovra le Alpi che gli saranno indicate dal Sig. Allione<br />

professore di Botanica per raccogliere <strong>de</strong>lle piante da <strong>de</strong>signare per servizio di <strong>de</strong>tta Università...» e parimenti: «...spedito mandato<br />

al Sig. medico Carlo Bel<strong>la</strong>rdi di lire 100 quali gli si somministrano per portarsi in compagnia <strong>de</strong>l dipintore botanico Francesco<br />

Pairoleri sovra le Alpi da indicarseli dal Sig. Dott. Allione... per fare raccolta di piante botaniche...».

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