Metamorfosi proteiforme La metamorfosi nelle arti e nelle scienze
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parole e sangue; ond’io lasciai la cima<br />
cadere, e stetti come l’uom che teme.<br />
L’ episodio dantesco trova il suo antecedente esplicito nella vicenda di Polidoro narrata nell’ Eneide<br />
virgiliana (Aen. III 22 ss.) e a sua volta, del resto, fungerà da spunto per l’episodio di Astolfo mutato<br />
in mirto nell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto (1. VI, ottave 26 ss.), che, come tutti i poemi epico<br />
- cavallereschi, amerà porre il meraviglioso al centro della sua trama.<br />
1.4 Pinocchio<br />
Venendo a tempi sicuramente più recenti, un testo in cui la<br />
<strong>metamorfosi</strong> svolge un ruolo fondamentale è il Pinocchio di<br />
Collodi (8) (1880), opera che narra la ben nota vicenda del burattino<br />
animato che, attratto dal divertimento e poco propenso allo studio<br />
e all’obbedienza, passa attraverso varie peripezie finché, aiutato<br />
dalla Fata Turchina, accetta le regole del vivere civile,<br />
trasformandosi in ragazzo in carne e ossa e, fuor di metafora,<br />
divenendo adulto.<br />
Il testo, redatto nei decenni successivi all’unificazione d’Italia,<br />
intende presentarsi come la storia di una maturazione individuale<br />
che rispecchia anche una maturazione collettiva nazionale.<br />
Quel che importa qui notare è come il romanzo presenti più<br />
d’un’’analogia col testo apuleiano: in entrambi i casi l’ opera<br />
racconta un cammino interiore, delle prove, e una salvezza che<br />
giunge infine grazie a una benevola figura femminile (Iside in un<br />
caso, la Fata Turchina nell’ altro) ed è segnalata da una <strong>metamorfosi</strong>.<br />
Inoltre, all’interno del testo di Collodi (cap. XXXI), assistiamo anche a una temporanea<br />
trasformazione di Pinocchio in asino, che interviene dopo che Pinocchio si è ancora una volta<br />
abbandonato al divertimento nel Paese dei Balocchi:<br />
C. COLLODI, Le avventure di Pinocchio, Milano, 2002, pp.183-186<br />
Intanto era già cinque mesi che durava questa bella cuccagna di baloccarsi e di divertirsi la<br />
giornate intere, senza mai vedere in faccia né un libro, né una scuola, quando una mattina<br />
Pinocchio, svegliandosi, ebbe, come si suol dire, una gran brutta sorpresa che lo messe proprio di<br />
malumore. E questa sorpresa quale fu?<br />
Ve lo dirò io, miei cari e piccoli lettori: la<br />
sorpresa fu che Pinocchio, svegliandosi, gli<br />
venne fatto naturalmente di grattarsi il capo;<br />
e nel grattarsi il capo si accorse… Indovinate<br />
un po’ di che cosa si accorse?<br />
Si accorse con sua grandissima meraviglia<br />
che gli orecchi gli erano cresciuti più d’un<br />
palmo. Voi sapete che il burattino, fin dalla<br />
nascita, aveva gli orecchi piccini piccini,<br />
tanto piccini che, a occhio nudo, non si<br />
vedevano neppure. Immaginatevi dunque<br />
come restò, quando si poté accorgere che i<br />
suoi orecchi, durante la notte, erano così<br />
allungati che parevano due spazzole di<br />
padule.<br />
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